lunedì, Aprile 29, 2024

Iran nel Golfo Persico sta espandendo le sue mire

Iran nel Golfo sta espandendo la sua influenza, culminata col recente sequestro della petroliera sudcoreana carica di prodotti chimici petroliferi. Ma Teheran aveva intensificato la sua presenza nell’area da tempo, come dimostra l’invio della flotta militare a protezione delle sue rotte commerciali. Intanto, crescono le tensioni tra i Paesi affacciati sul Golfo. Vediamo com’è la situazione.

Iran nel Golfo: perché un sequestro?

L’Iran nel Golfo Persico sta espandendo la sua influenza, come dimostra il sequestro della nave cisterna e l’arresto di tutto il suo equipaggio nello stretto di Hormuz. La petroliera battente bandiera sudcoreana aveva a bordo 7.200 tonnellate di etanolo ed era diretta verso gli Emirati Arabi Uniti. Secondo le agenzie iraniane Fars e Tasnim, i membri dell’equipaggio provenivano da Corea, Indonesia, Vietnam e Myanmar. Quanto alle ipotesi che si tratti di una ritorsione dell’Iran nei confronti di Seul, le autorità le hanno smentite ripetutamente. In particolare, i dissidi tra l’Iran e la Corea del Sud sarebbero nati dopo che quest’ultima ha trattenuto nelle sue banche “7 miliardi di dollari” di Teheran. Dal canto suo, la Corea del Sud si è difesa affermando di aver congelato il denaro per rispettare le sanzioni USA.

Le dichiarazioni

In un comunicato stampa un portavoce del governo iraniano, Ali Rabiei, ha spiegato che la responsabile di una “presa in ostaggio” sia Seul e non Teheran. E ha aggiunto: “Ci siamo abituati a tali accuse ma se c’è una presa di ostaggi, è il governo coreano che detiene 7 miliardi di dollari che ci appartengono in ostaggio per motivi privi di fondamento”. Da quanto riferiscono i media iraniani, dunque, quello di Seul sarebbe solo un pretesto. Mentre il ministero della Difesa sudcoreano ha annunciato che avrebbe inviato la sua unità antipirateria Cheonghae “nelle acque vicine allo Stretto di Hormuz”. Ad ogni modo, le Guardie della Rivoluzione iraniana sono entrate in possesso della petroliera MTHankuk Chemi al largo del Golfo Persico. La cisterna che trasportava tonnellate di prodotti chimici petroliferi è stata poi scortata in acque territoriali iraniane grazie ad alcune imbarcazioni militari.

I motivi per cui Iran sequestra la nave

In effetti, Rabiei ha insistito sul fatto che il sequestro non sia stato una ripercussione nei confronti di Seul. Piuttosto, sarebbe dovuto alla violazione dei protocolli ambientali. A tal proposito, il presidente dell’Associazione navale iraniana, Masoud Polmeh, ha aggiunto che la petroliera dovrà pagare un risarcimento per danni ambientali. Mentre un altro portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha precisato che sia stata una questione di natura tecnica e ambientale e che il provvedimento sia stato eseguito per rischi di “inquinamento ambientale”. A questo punto, i funzionari di Seul stanno pensando se annullare la visita del vice ministro degli Esteri Choi Jong-kun prevista nei prossimi giorni a Teheran. Nell’occasione si sarebbe dovuto discutere proprio del denaro trattenuto negli istituti di credito della Corea del Sud.

Iran nel Golfo: come si sta muovendo?

Da tempo l’Iran ha intensificato la sua presenza militare nelle acque internazionali con la scusa di proteggere le sue rotte commerciali. A maggior ragione dopo che le sanzioni USA hanno cercato di colpire le sue esportazioni di petrolio. Nel frattempo, le petroliere di Teheran continuano a rifornire il Venezuela, un Paese altrettanto soggetto ai provvedimenti statunitensi. Pertanto, la Marina iraniana aveva annunciato la partenza della 71a flottiglia dal porto di Bandar Abbas con l’obiettivo di proteggere le sue navi mercantili, a dispetto delle proteste di Washington. La flotta, che ha sostituito la 70a, comprende la fregata Alborz e la portaelicotteri Khark.

Il commercio con il Venezuela

La Marina statunitense sta seguendo da vicino le mosse di Teheran nel Golfo Persico eseguendo regolari pattugliamenti militari, nonostante le proteste della Repubblica Islamica. Dal canto suo, Teheran ha lamentato che le flotte statunitensi abbiano un’influenza destabilizzante sulla regione e ha esortato i Paesi del Golfo a garantire la sicurezza senza ricorrere all’aiuto esterno. Intanto, l’Iran ha continuato a rifornire il Venezuela di carburante e del necessario per gestire le raffinerie di petrolio. Mentre gli USA continuano a intercettare e a scortare sulle loro coste navi iraniane dirette al Venezuela. Il tutto, in un crescendo di tensioni presto destinato a esplodere.


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