Ivrea, Denunciata blogger pro-anoressia per istigazione al suicidio

0
2309

Vengono chiamati blog pro-ana e sono sempre più in aumento. Un vero fenomeno di comunicazione tra pari che a livello internazionale sta prendendo sempre più piede, senza tenere conto della pericolosità che le informazioni errate possono contenere, soprattutto se non controllate e senza specificare le fonti.

Vengono definiti “pro-ana” (o “pro-mia” quelli che spingono alla bulimia) i blog, i siti i forum e in generale i contenuti che hanno l’obiettivo di diffondere pratiche di dimagrimento “pro-anoressia” e sarebbero secondo le indagini della polizia quasi 300 mila tra siti e forum solamente in Italia.

Il termine “Ana” si riferisce ovviamente ad uno dei disturbi alimentari di matrice psicologica più diffuso ma anche più dannoso, l’anoressia, ma su questi siti si trasforma in una sorta di dea motivatrice, un’obiettivo e uno scopo a cui le ragazze, nelle comunità virtuali incriminate, ambiscono, una sorta di forza che le aiuta a digiunare e a superare i momenti più complicati nel loro obiettivo di dimagrimento che non avrà mai una fine.

Sempre più questi siti e forum sono al centro delle indagini della polizia postale in tutta Europa che hanno l’obiettivo di censirli e chiuderli data la forte pericolosità e la mancanza di moderazione delle informazioni circolanti senza una base scientifica, denunciando coloro che ne gestiscono i contenuti.

Proprio per questo motivo, sempre più spesso, queste comunicazioni si spostano ormai su gruppi WhatsApp, più difficili da scovare e nei quali si entra per invito o approvazione.

Ed è proprio di qualche giorno fa la notizia della denuncia contro una ragazza di 19 anni residente a Porto Recanati in provincia di Macerata con l’accusa di istigazione al suicidio verso un’adolescente di 15 anni di Ivrea in Piemonte, dopo che quest’ultima aveva smesso di nutrirsi
(Carolina, questo è il suo nome vero, nelle ultime ore ha anche deciso di rilasciare a La Stampa, un’intervista nel quale spiega le motivazioni che la hanno spinta a seguire la dieta proposta dal sito che prevedeva un consumo giornaliero di circa 500 calorie).

La madre, allarmata, nel dicembre dello scorso anno aveva sporto denuncia accompagnata dalla figlia e da alcune sue amiche, dopo aver scoperto nella cronologia del computer e del cellulare di Cristina, spesso veniva frequentato un sito “pro-ana” che aveva l’obiettivo di spingere le adolescenti a non mangiare e a vomitare dopo eventuali pasti su indicazione delle amministratrici del blog.

Dopo un’indagine durata quasi un anno, nel quale alcuni poliziotti della polizia postale si sono finti ragazze adolescenti in cerca di consigli per dimagrire, si è arrivati al nome della responsabile del sito incriminato, facendo così partire la denuncia nei suoi confronti.
La ragazza 19enne di Porto Recanati però non sarebbe l’unica referente del blog (l’età media delle frequentatrici si aggirerebbe tra i 14 e i 15 anni), un’altra amministratrice che era responsabile nel fornire diete e consigli su come dimagrire sarebbe nei Paesi Bassi e gli investigatori sarebbero ancora ora alla ricerca della sua reale identità per poter far partire la denuncia.

Dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Ivrea non è stato però facile collocare la denuncia verso la ragazza marchigiana, poiché al momento in Italia non esiste ancora una legge che punisca l’istigazione all’anoressia e alla bulimia, anche se in Parlamento è ancora ferma al momento una proposta di legge riguardante questo tema proposta per la prima volta nel 2008 (articolo 580-bis proposta dagli onorevoli Michela Marzano del PD e Mara Carfagna di Forza Italia, con già 150 parlamentari firmatari, che ha però già visto passare due legislature XVI e XVII, senza essere trasformata in legge, rischiando quindi di diventare un testo obsoleto visto anche il continuo cambiamento e novità collegati ai disturbi alimentari, ai prodotti consumati per dimagrire e alle informazioni e soprattutto alla loro circolazione non controllata tra gli e le adolescenti).

L’accusa ora partita è quindi quella di istigazione al suicidio e di lesioni gravissime , proprio perché l’anoressia accettata sul proprio corpo, senza eventuali cure principalmente di tipo psicologico (insieme alla bulimia infatti l’anoressia viene definita come DCA, cioé un Disturbo del Comportamento Alimentare che sottolinea la presenza di un rapporto distorto con il cibo e con il proprio corpo), nel lungo periodo porta proprio al suicidio e il sito gestito dalla 19enne marchigiana è stato al momento oscurato.

La lotta ai Disturbi del Comportamento non è un fenomeno nuovo, già a partire dagli anni ’90 con la presenza delle prime top model estremamente magre l’anoressia e la bulimia hanno cominciato a imperversare soprattutto nelle nazioni occidentali, colpendo principalmente ragazze adolescenti (negli ultimi anni il fenomeno sta sempre più toccando anche l’universo maschile).

Ma è proprio il largo e veloce sviluppo dei media e dei social network ad essere uno dei colpevoli del moltiplicarsi dei DCA, facendo perdere negli ultimi anni il controllo sulla diffusione di informazioni errate sull’alimentazione e il dimagrimento, che ormai senza troppe difficoltà arrivano nelle mani di giovanissimi e giovanissime, spesso ancora senza gli strumenti adeguati per comprendere la veridicità dei contenuti dei blog, dei siti e/o dei forum “pro-ana” e “pro-mia”.