Ci sono molti modi per protestare contro le cause più disparate: anche la guerra non fa eccezione. Questa volta, si fa usando il Moscow Mule.
Il conflitto farà bandire il Moscow Mule?
Da quando il conflitto è cominciato, una settimana fa, sono state molte le prese di posizione contro la Russia e i suoi prodotti. Non potevano fare eccezione gli alcolici: ecco quindi che la vodka russa viene ritirata dagli scaffali, e soprattutto si evita di utilizzarla per realizzare il Moscow Mule.
Frosted Spicy Ginger Moscow Mule
Il Moscow Mule diventa Kyiv Mule
In molti bar la tendenza è già virale, e laddove prima c’era il cocktail Moscow Mule, oggi c’è il Kyiv Mule. Non solo: in un bar in particolare c’è lo Snake Island Mule, a ricordare il territorio dell’Ucraina dove le guardie di frontiera si sono opposte per l’ultima volta agli invasori. Il co-proprietario di detto bar, Sam Silvio, che si trova nel Missouri, ha spiegato la sua scelta.
Largo allo Snake Island Mule
Il bar in questione si chiama Em Chamas Brazilian Grill, e si trova a Kansas City. Lo scorso fine settimana, Sam Silvio ha considerato che, visto ciò che stava accadendo, non voleva più servire nel suo bar qualcosa che ricordasse la Russia. Ha detto che non si sarebbe sentito “sincero”: ed ecco il Moscow Mule soppiantato dallo Snake Island Mule. Non solo: anche il Caipiroska, nome russo della Caipirinha quando è realizzato con la vodka, è diventato Isola di Capi. Non è stato difficile rinominare i cocktail, ha spiegato Silvio, poiché il suo locale utilizza come menù dei codici QR. Inoltre, è alla ricerca di un ente di beneficienza cui donare parte dei suoi profitti.
Niente più Black Russian e White Russian
Sam Silvio non è però stato l’unico ad avere un’idea simile. A Bethesda, nel Maryland, il Caddies on Cordell e il suo proprietario, Ronnie Heckman, hanno deciso di contribuire a loro modo. Non c’è soltanto il Moscow Mule mutato in Kyiv Mule: qui anche il Black Russian e il White Russian sono stati messi al bando, diventando Black Ukraine e White Ukraine. Inoltre, sta lavorando con enti di beneficienza per poter sostenere le vittime del conflitto, destinando 1,50 dollari per ogni bevanda e aggiungendo donazioni dai suoi fornitori di liquori.
Aumentare la consapevolezza
Del resto Ronnie Heckmann ha un legame di sangue con l’Ucraina: la famiglia di sua madre è infatti ebrea ucraina, e la sua convinzione è che un piccolo gesto possa avere un’eco molto più grande. “Se posso aumentare la consapevolezza e far luce sulla malvagità e sugli atti insensati, lo farò” è la sua decisa dichiarazione. “È come votare: se lo faccio solo io non è molto significativo, se lo fanno milioni di persone può avere un impatto”.
Un significato simbolico o un’operazione inutile?
Secondo gli esperti, è a dir poco improbabile che queste iniziative possano aiutare nel concreto. A dirlo sono i dati: lo scorso anno, ad esempio, solo l’1,3% delle importazioni di vodka proveniva dalla Russia. Secondo Ronnie Heckmann, invece, è “meschino” limitarsi a commentare che rinominare i cocktail non servirà a cambiare le sorti di un conflitto. Sappiamo tutti, infatti, quanto simbolismo possano nascondere azioni apparentemente insignificanti come questa.
Una scelta per unire
Su una cosa Sam Silvio e Ronnie Heckmann sono d’accordo: i nomi scelti hanno lo scopo di creare unità, non divisione. E precisano che la loro decisione non è intesa come rimprovero all’intero popolo russo o alla sua cultura. Silvio si chiede soltanto se le modifiche rimarranno anche in seguito: per sé stesso e per il suo bar, assicura che il Moscow Mule non tornerà finché non ci sarà un cambiamento nella leadership russa. “Finché faranno quello che stanno facendo” chiarisce “Noi continueremo a fare quello che stiamo facendo”.