sabato, Luglio 27, 2024

Erdogan, la banca centrale e la lira Turca…. proviamo a capire.

Quasi un anno fa la Turchia affrontava una forte svalutazione della sua moneta,  parliamo  di  17 punti sul Dollaro, causa dell’inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti e dopo che Donald Trump decise di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio nei confronti della Turchia.

Dopo quasi un anno e nuovamente da sotto gli ombrelloni leggiamo sui giornali di un altro scossone che arriva dalla Turchia.  Stavolta la causa è la decisione di Recep  Tayyip  Erdogan  di rimuovere il governatore della banca centrale turca, Murat Centikaya quasi alla fine del suo mandato infatti sarebbe scaduto nel 2020.

Il presidente verrà sostituito dal suo vice Murat Uysol , la prima riunione sarà in programma il prossimo 25 luglio. Le ragioni di  questa decisione da parte di Erdogan derivano dal fatto che il presidente della Banca Centrale del governo volesse aumentare i tassi d’interesse convinto che in questo modo si sarebbe potuta contrastare meglio l’inflazione e favorire la crescita economica.  Invece il presidente Erdogan più volte aveva chiesto di abbassare i tassi d’interesse, convinto che in questo modo potesse contrastare l’inflazione.

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Il vero problema della Turchia

La Turchia ha un notevole problema, ovvero quello di attirare dei capitali. Ha saldi commerciali e correnti squilibrati.  I tassi artificiosamente bassi stimolano i consumi, per cui i turchi acquistano più beni e servizi dall’estero ovvero importano di più.

La Turchia è vero che ha un rapporto debito/Pil molto basso (28% nel 2018) ma dipende soprattutto dall’estero per il suo rifinanziamento, proprio a causa della bassa capacità interna di risparmio.

Prendiamo come esempio l’Italia,  che conosciamo bene.  Il nostro paese ha un attivo corrente , ma un deficit fiscale, per cui  attira capitali dall’estero, oltre che a esportare più di quanto importa.

Certo è che se Erdogan si fosse mostrato più rispettoso nei confronti della banca centrale almeno una grossa parte di capitali non sarebbe defluita all’estero, il cambio sarebbe rimasto più stabile e l’inflazione contenuta.

Tassi bassi o alti?

Tassi in salita deprimono i consumi e aumentano i risparmi , maggiori risparmi implicano un aumento di disponibilità di capitali a cui le imprese potranno attingere e reinvestire.

Certo è che l’impatto sulla moneta è stato importante, però chi opera con la lira turca agli indugi e alle apprensioni è abituato ormai da anni.

La Bei 11% aprile  2026 (isin  xs107207581) si è mosso tra i minimi di 86TRY e massimi di 87,8.

Un’altra Bei 16% agosto 2023 (isin xs1860487252) è stato invece più unidirezionale con un ribasso dai 102,49 TRY ai 97,8

Un impatto un po’ più contenuto invece lo ha avuto il corto Ebrd 30% 2020.

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