sabato, Luglio 27, 2024

Turchia: atterrato il primo lotto di missili S-400

Turchia: atterrato il primo lotto di missili S-400. Dopo svariati tentativi da parte dell’amministrazione Trump di bloccare l’accordo turco-russo, ieri è giunto alla base aerea di Murted, il primo lotto di missili di fabbricazione russa.

Il presidente Erdogan alla fine ha deciso di acquistare gli S-400, nonstante per mesi, gli Stati Uniti abbiano ripetuto che ci sarebbero state conseguenze ove mai la Turchia non avesse rinunciato all’accordo con Mosca.

La scelta di Erdogan ha destato molta preoccupazione nella NATO, poichè l’accordo concluso con Putin mette in serio pericolo l’integrità dell’alleanza del Nord Atlantico, infatti, mentre da un lato, un accordo di questo tipo sugella relazioni sempre più strette tra Mosca e Ankara, dall’altro ha aperto un fronte di crisi diplomatica con Washington.

In gioco ci sono soprattutto la sicurezza della NATO che Ankara mette a rischio, concludendo l’accordo sopracitato. Gli Stati Uniti hanno concesso ad Ankara fino al 31 luglio per rinunciare agli S-400, altrimenti sarà esclusa dal programma F35.

Secondo alcune voci, un’altra batteria di S-400 dovrebbe essere consegnata alla fine dell’estate, l’accordo in questione fa emergere un aspetto di non trascurabile entità, ovvero la Turchia è il primo Paese Nato a stipulare accordi di tipo militare con un Paese che non fa parte dell’alleanza nordatlantica.

La mossa di Erdogan non è buon segnale poichè sposta il baricentro politico turco verso Mosca.

Trump per adesso non si è pronunciato sulla questione, tuttavia, al G20 di Osaka, il tycoon ha riferito che la Turchia è stata spinta verso la Russia, perchè, a suo dire, l’amministrazione americana precedente avrebbe trattato “ingiustamente” il governo di Erdogan.

Come si è detto all’inizio dell’articolo, la Nato è profondamente preoccupata per le mosse turche, poichè potrebbero creare una falla nella sicurezza militare nordatlantica. Se quest’ultima, tuttavia, mostra le più ampie riserve, Bruxelles non sembra condividere le medesime preoccupazioni, anzi essa sostiene che: “spetta agli alleati decidere quali attrezzature militari possono comprare”, ma allo stesso tempo ha ribadito anche che: ” ‘interoperabilità delle nostre forze armate è fondamentale per la conduzione delle nostre operazioni e missioni”.

Le reazioni all’acquisto dei S-400

Le minacce statunitensi non sembrano toccare Erdogan, anzi le reazioni turche non si sono fatte attendere. Erdogan ha riferito che non rinuncerà mai all’acquisto dei missili poichè la Turchia ha versato un anticipo di oltre un miliardo di dollari per gli S-400, il prezzo pattuito è invece di due miliardi e mezzo di dollari.

Ciò che però preoccupa Erdogan sono le sanzioni Caatsa ( Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act che colpiscono i Paesi che comprano equipaggiamenti militari russi.

Le suddette sanzioni hanno già colpito Paesi come Cina e India. Quest’ultima è anche un ottimo alleato americano, come dimostrano le cooperazioni tra i due alleati in diversi settori.

Trump per quanto attiene la Turchia ha due scelte davnti a sè, o concedere una deroga e quindi consentire l’accordo Russia-Turchia, oppure sanzionare l’alleato, ma in tal caso, potrebbe indebolire l’alleanza nordatlantica.

Quale che siano le scelte di Trump un fatto è sicuro, ossia che cento soldati abbiano completato l’addestramento per l’uso degli S-400. Inoltre, la Turchia ha intenzione di entrare nel progetto di produzione degli avanzatissimi sistemi anti-aerei S-500.

Erdogan non vorrebbe chiudere del tutto la porta agli Stati Uniti, infatti, ha promesso che acquisterà anche i missili Patriot statunitensi.

Washington, nonostante le rassicurazioni turche, non intende fare eccezioni, anzi per dimostrare a quali conseguenze si espone il governo turco, l’amministrazione americana ha sospeso l’addestramento dei piloti turchi per gli F-35. In aggiunta, Ankara potrebbe essere esclusa dal programma dei caccia americani, di cui, il governo turco ha già acquistato più di cento esemplari.

Potremmo dire che la posta in gioco è la tenuta dell’alleanza nordatlantica, e forse gli Stati Uniti per difendere l’integrità della NATO potrebbero decidere di estromettere la Turchia da quest’ultima.

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