Salute intestinale e Alzheimer: possibile correlazione?

Ecco una nuova scoperta

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correlazione tra salute intestinale e Alzheimer

Si usa definire il corpo umano come una macchina perfetta. Eppure, questa perfezione è comunque associata a una buona dose di mistero. Non tutti i meccanismi dell’organismo umano sono venuti alla luce. La medicina ha compiuto passi da gigante nel corso degli anni. Tuttavia alcuni ingranaggi organici sembrano risultare ancora sconosciuti o quasi. Vi sono parecchie patologie delle quali non si è tutt’oggi riscontrata una genesi specifica. Tra queste raffigurano in particolare le malattie neurodegenerative. Quest’ultime rappresentano dei veri e propri mostri, capaci di nutrirsi della persona che attaccano. Spogliano la vittima delle proprie vesti quotidiane. Le cuciono addosso abiti scomodi. Sia per l’indossatore che per chi lo circonda. Una ricerca italo svizzera sembrerebbe aver scovato una correlazione tra salute intestinale e Alzheimer.

Salute intestinale e Alzheimer: come si spiega la correlazione?

L’intestino rappresenta un organo fondamentale per il corretto funzionamento del corpo umano. Questa non è una novità. Forse però, non tutti sanno che questo pezzo d’organismo può dirci molto sullo stato di salute delle persone. Al suo interno addirittura si possono riflettere molti dei nostri stati d’animo. Non a caso, si sente spesso dire che chi soffre d’ansia nota cambiamenti spiacevoli nell’andamento intestinale. Mantenere pulito quest’organo significa regalare una salute più ferrea a noi stessi. E si sa, mantenersi sani significa poter immergersi appieno nell’oceano della vita. Nel momento in cui l’intestino non è completamente lindo, i batteri tendono a nidificarsi e riprodursi. Sia chiaro, non tutti i batteri sono dannosi. Anzi, alcuni sono fondamentali per il corretto funzionamento del nostro corpo. Tuttavia, i residui fecali incrementano la quantità dei batteri “cattivi”. Conseguenza di ciò possono essere molteplici infezioni.

Quest’ultime non si limitano a danneggiare il tratto intestinale. La loro influenza si estende ben più in là. Per fare un esempio, è probabile intaccare la vescica. La stasi della sporcizia intestinale può comportare l’insorgenza d’infezioni vescicali. La cistite, infiammazione vescicale parecchio comune, ha spesso quest’origine. Sono inoltre note infezioni e infiammazioni a carico del sangue e del sistema immunitario. Ciò significa che i problemi causati possono essere molteplici. Tenendo a mente queste informazioni, la ricerca ha progredito. Il dottor Giovanni Frisoni spiega che la presenza di alcune proteine nel circolo ematico possono danneggiare il cervello. Ciò che i ricercatori intendono capire meglio, è se il sangue possa fare da mediatore tra i batteri e il cervello. Vi è una proteina che sembra presentarsi in quantità elevate nei soggetti colpiti da patologie neurodegenerative. Si tratta dell’amiloide e delle sue placche.

Tra progressi e speranze

Anche quest’ultime sembrerebbero rappresentare una prova della correlazione tra salute intestinale e Alzheimer. La dottoressa Moira Marizzoni spiega che livelli ematici elevati di lipopolisaccaridi e di alcuni acidi grassi a catena corta sono associati alla presenza di placche amiloidi. Questo studio potrebbe costituire un passo avanti nella conoscenza di questa patologia. Si tratta infatti di un problema tanto diffuso quanto sconosciuto. Le malattie neurodegenerative hanno il potere di cancellare la memoria. E con quest’ultima se ne va una vita intera. E’ come se sopraggiungesse un nebbia che si fa sempre più fitta. Arriva poi un momento in cui il vapore ricopre tutto. Riesce a offuscare i volti delle persone. I paesaggi. il circostante. Tutto diviene irriconoscibile. Estraneo. E nessuna luce è tanto potente da rischiarare il tutto. Una luce è però rappresentata dalla ricerca. La quale non smette di far risplendere il lume della speranza.