Attraverso gli occhi dello scrittore: il 25 Aprile raccontato da Mattia Cattaneo

Intervista all'autore di "Dove sento il cuore"

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Ciao Mattia. Grazie per aver scelto di raccontarti, ancora una volta, a noi di “Periodico Daily”. Questa volta lo faremo in occasione di una ricorrenza importante, spesso oggetto di accesi dibattiti: come spiegheresti ai giovani il 25 Aprile?

“Grazie a voi.

 Il 25 Aprile è una giornata molto importante per la nostra Nazione  e per l’intera popolazione italiana. Si tratta di una data che difficilmente scorderanno i nostri nonni o anche i pochi reduci da quella sanguinosa e devastante guerra. La liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista che uccise un sacco di gente è un momento drammatico della nostra storia e non va assolutamente dimenticato. Dal 1943 al 1945, verso gli ultimi due anni di guerra, il nostro Paese è stato oltraggiato e ferito gravemente da quello che prima era alleato del fascismo e che subito dopo è diventato un nemico spietato.”

Come ho già anticipato, questa ricorrenza è spesso oggetto di accesi dibattiti. Secondo te ha senso d’esistere questo conflitto di opinioni? A cosa è dovuto?

“Ci sono sempre molti conflitti di opinioni, ad esempio anche su un’altra importante ricorrenza ovvero quella della Shoah, il 27 Gennaio. Secondo me è dovuto alla sovrabbondanza di informazioni, spesso deleterie e false che vanno ad ingombrare la mente di molte persone. Questo fatto è un fatto molto grave, fa parte della nostra storia e le testimonianze vissute e vere di molta gente che ha subito le angherie, le persecuzioni, le violenze degli spietati nazi-fascisti, sono conservate in vari archivi e ancor più nella memoria di quei pochissimi reduci di guerra che a poco a poco si stanno spegnendo. È opportuno non dimenticare.”

Chi è e come descriveresti la personalità del partigiano?

“Scrivendo il romanzo “Dove sento il cuore” che è ambientato sull’alto lago di Como e traccia le fila di una storia tra una donna e un partigiano mi sono imbattuto in molte domande, una di queste era come potesse essere la personalità di un partigiano. Penso che il partigiano possa essere rivestito del ruolo di protettore di una patria che era stata messa a ferro e fuoco dai nazi-fascisti, ma al contempo potesse avere anche delle fragilità, delle paure oltre che al coraggio spassionato di difendere i suoi ideali, di liberare il popolo dall’oppressione nemica. Molti di questi partigiani lasciavano la loro casa e le famiglie per nascondersi tra le colline o le montagne, abbandonando i propri cari per poter vincere e liberare l’Italia.”

Cosa direbbe oggi, un partigiano?

“Penso che oggi guarderebbe il nostro paese con molta preoccupazione, lo troverebbe senza dubbio cambiato, rispetto a come lo ha lasciato. Molteplici sono stati i sacrifici compiuti in passato e i partigiani ne sono un grande esempio. Si troverebbe a bocca aperta e non riuscirebbe a capire la grande confusione di un tempo così complesso.”

Il tuo libro “ Dove sento il cuore” che hai prima citato e che abbiamo già avuto modo di recensire ( https://www.periodicodaily.com/dove-sento-il-cuore-lultimo-romanzo-di-mattia-cattaneo/ )  racconta proprio la quotidianità dei suoi protagonisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Quale importanza ricopre Bruno , il partigiano? Come l’ha creato la tua immaginazione?

“Bruno l’ho creato facendo leva su ciò che aveva dentro, prima della sua irruenza e ideale di lotta contro l’oppressore nemico. Bruno è un partigiano innamorato, fragile, che ha una grande corazza. Lungo tutto l’arco narrativo di “Dove sento il cuore”, Bruno cambia, ha una grande evoluzione come  lo ha la sua amata, Vittoria e anche quello che figura come l’antagonista dei due, l’ufficiale tedesco Karl. Bruno è importante nei termini storici perché la vicenda si sviluppa sulle dolci acque del lago di Como in un momento drammatico che è quello dell’occupazione nazi-fascista e lui insieme ai suoi compagni dalle montagne vuole salvare il paese, vuole fare la sua parte. In termini narrativi, lui è il protagonista maschile di questa storia d’amore, lui vive e lotta per la sua amata e lotta anche con sé stesso e con le sue fragilità, i suoi dubbi e i tormenti.”

Come sai, il momento storico che stiamo vivendo è molto particolare. La quarantena mette a dura prova la vita degli italiani e dal nostro BelPaese è nato il famoso canto dai balconi, un modo per sentirci uniti in un tragico periodo. A questo proposito, nelle scorse settimane, sui social, ho visto girare un post che inneggiava all’odio contro chi avrebbe osato cantare “Bella Ciao”, oggi. Come vorresti commentare?

“Sono molto combattuto su questo canto dai balconi, in certi frangenti avrei preferito il silenzio e la riflessione, soprattutto dopo le immagini dei camion militari che dalla mia città, Bergamo, trasportavano le bare dei defunti, vittime di questo nemico invisibile. In altri contesti ho avvertito il grande senso di comunità che si stringe attorno per poter dare speranza, per poter donare un attimo di spensieratezza. Relativamente a “Bella Ciao” penso siano polemiche sterili ed inutili, in questo momento stare uniti e solidali è la priorità maggiore. E quel canto partigiano è servito per stare uniti, e deve andare al di là di formazioni partitiche o politiche, a mio avviso,questa è una guerra, che ci piaccia o meno, invisibile e non armata di fucili e proiettili. Ma è sempre una guerra.”

Grazie ancora una volta per la tua disponibilità. Come ormai saprai, amo salutare i nostri lettori con un augurio, una poesia, un aforisma, un pezzo di canzone. Quali parole sceglierai oggi per salutarci?

“Ringrazio voi per questa opportunità. Voglio ricordare questa giornata in due modalità. La prima è attraverso un video che potete ascoltare dalla mia pagina Facebook, Mattia Cattaneo, o da quella dell’associazione mia e dell’amico Carlo Arrigoni dal titolo “Architetti delle Parole”, in cui leggeremo delle poesie legate alla giornata del 25 Aprile e una testimonianza relativa alla festa di Liberazione.

La seconda è invece una mia breve poesia per continuare a sperare nella nostra attuale Liberazione.

Ai piedi della Croce

la vera Luce

in un Mondo difficile,

torturato da una battaglia invisibile.

E’ proprio qui,

dove inizia la salita,

che torneremo a Rinascere,

campi di grano da accarezzare,

cascate d’acqua da far brillare gli occhi.

Qui e ora

rialzarci sarà possibile.”