venerdì, Aprile 19, 2024

Atomik: dall’area contaminata di Chernobyl arriva la vodka

Si chiama Atomik ed è la prima bottiglia di vodka creata utilizzano il grano e l’acqua contaminati di Chernobyl

Atomik
Atomik è una vodka creata con grano e acqua provenienti dalle zone radioattive attorno a Chernobyl

Negli ultimi mesi la storia di Chernobyl ha invaso gli schermi, i telegiornali ed è tornata prepotente nella storia mondiale proprio come trent’anni fa. Grazie alla serie tv Chernobyl firmata HBO i problemi, le paure e i timori che colpirono un’intera cittadina dell’Ucraina settentrionale sono entrati nelle case di tutti gli spettatori che con tanta curiosità hanno seguito attentamente ogni secondo della serie nella speranza di trovare una spiegazione a quel disastro.

A seguito dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, dunque, una regione di circa mille miglia venne fatta evaquare. Flora e Fauna vennero spazzate via e con loro se ne andrò anche la speranza di rivedere nel futuro quella regione abitata ancora.

E invece, ad oggi, Atomik è la dimostrazione che quell’area abbandonata nel nord dell’Ucraina può donare ancora qualcosa, come una bottiglia di vodka. Il progetto è stato portato avanti da un gruppo di scienziati guidato dal professor James Smith dell’Università di Portsmouth. Il professore è uno scienziato ambientale oltre che parte della compagnia Chernobyl Spirit Company che pubblicizza enormi e discussi studi sugli effetti dell’inquinamento da radiazioni. Dal 1990 studia le zone di Belarus, Ucraina e Russia.

L’obiettivo di questo gruppo è quello di dimostrare che la zona adiacente a Chernobyl può offrire prodotti da poter commerciare. Una terra che, insomma, non deve essere abbandonata ma che può ancora offrire qualcosa. In più, il ricavato che seguirà la vendita della vodka servirà per aiutare le comunità ucraine nell’area ancora in declino a seguito del disastro.

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Chiaramente, come ha sottolineato lo stess professor Smith, Atomik non è un prodotto contaminato, nonostante siano stati utilizzati grano e acqua del territorio. Infatti, il prodotto è un distillato, e “quando si distalla qualcosa le impurità rimangono nel prodotto di scarto.”

“Abbiamo dovuto fare una valutazione del rischio, ma la sicurezza radioattiva non è davvero un problema. Il bello della distillazione è che elimina quasi tutte le radiazioni (tranne quella naturale C-14)”. Ha ammesso il professore. Il liquido è stato analizzato anche dai chimici dell’Università di Southampton e al suo ateneo dotato di un laboratorio per analisi sulla radioattività.

In ogni caso, in questo momento ne esiste solo una bottiglia, per una vera e propria commercializzazione di Atomik bisognerà aspettare probabilmente la fine dell’anno.

Atomik: come è stata realizzata

Atomik è una vodka artigianale realizzata grazie all’unione di grano di segale contaminato e raccolto a circa 20 km dal reattore di Chernobyl, e l’acqua ricavata dalle falde acquifere che giaciono 10 km sotto il luogo del disastro.

“Il grano della nostra Atomik deriva da un esperimento attuato per scoprire quanta radioattività si fosse depositata sulle colture nella zona Esclusiva 30 anni dopo l’incidente.” Ha affermato James Smith.

Atomik è stata descritta come una vodka dalle note fruttate e dal sapore di segale, consigliata da bere con il Martini e con lo Champagne.

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Giulia Taviani
Giulia Taviani
22 anni, nasco a Verona, mi sposto a Milano ma sogno Bali. A sei anni ho iniziato a scrivere poesie discutibili, a 20 qualcosa di più serio. Collaboro con Master X, Periodico Daily e nel tempo libero parlo di calcio su RBRSport. Ho scritto di cinema, viaggi, sport e attualità, anche se sono fortemente attratta da ciò che è nascosto agli occhi di tutti. A maggio 2020 ho pubblicato il mio primo libro "Pieno di Vita".

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