sabato, Luglio 27, 2024

Ascoltare i bambini per preservarne la salute mentale e crescere adulti più forti

Immedesimiamoci in questa scena: siamo appena tornati a casa da lavoro. Ergo, siamo parecchio stanchi.
Rincasa anche il nostro partner. Cominciamo a cenare.
Lei o lui comincia a raccontarci della propria giornata lavorativa, ma noi siamo talmente esausti che a malapena comprendiamo le parole che escono dalla sua bocca.


“Tu non mi ascolti! Non t’interessa la mia vita!”, ci accusa il/la nostro/a compagno/a. Voi cercate di giustificarvi, dicendo che non  è vero che non siete interessati a ciò che gli accade, semplicemente siete stanchi e vi risulta particolarmente difficile ascoltare chi vi sta accanto.
Questo è solo un piccolo esempio, ma ammettiamolo: spesso le relazioni finiscono per la mancanza di ascolto. Perché se nemmeno chi abbiamo scelto come compagno di vita ci ascolta, allora chi dovrebbe farlo?

Ecco, proviamo a immaginarci una scena simile non col nostro partner, ma con un bambino. Ovvio, non si tratta di ascoltare problemi lavorativi e liti fra colleghi. Non per questo però, dobbiamo prestare meno attenzione.

Ascoltare fin dal primo respiro

Abbiamo poche righe addietro raccontato una scena spesso di routine all’interno delle coppie.
Adesso cerchiamo di vestire i panni di un turista. Siamo da poco approdati in un paese nel quale non avevamo mai messo piede prima. Siamo lontani da casa nostra, soli e non conosciamo minimamente né la lingua né le tradizione autoctone.


Ebbene, sembrerà assurdo, ma questo turista può essere paragonato a un neonato. Certo, il primo è perlomeno un giovane adulto e ha già una certa conoscenza del mondo, sebbene si trovi spaesato.
Il secondo, al contrario, è ancora un foglio intonso. L’unico luogo che ha frequentato prima di vedere la luce è il grembo materno. Caldo, confortevole, prevalentemente privo di pericoli.

D’improvviso approda nel mondo. E’ arrivato perché qualcuno ha deciso che così fosse: certo, non sempre le cose si possono prevedere ed esistono casi particolari e delicati. Fatto sta, che lui non ha chiesto di prendere forma in un corpo umano. Qualcun altro ha fatto sì che quella piccola vita cominciasse la propria esistenza sulla Terra.

Proprio come farebbe un turista, ciò che fa il neonato una volta abbandonato il pancione, è cercare dei punti di riferimento. Dove trovarli? Beh, innanzitutto nelle persone che lo circondano. I genitori, che sia uno o che siano due, sono senz’altro il primo porto sicuro di un bambino, nonché per il resto della sua vita.
Non è da sottovalutare il ruolo di zii, nonni, cugini, amici stretti dei genitori o qualsiasi altra persona che tenga a partecipare attivamente alla crescita del piccolo. Essi non solo rappresenteranno per il bimbo ulteriori mezzi per conoscere il circostante, bensì degli altri punti di riferimento nei quali i bambini potrà ritrovare amore e fiducia.

I bambini non sono dei piccoli adulti

Ci scommetto: avrete udito questa frase milioni di volte. Qual è però, il suo vero significato? All’apparenza sembra semplice. Ci dice che i bambini non sono, appunto, degli adulti in miniatura.
Per comprendere appieno il messaggio di questa clausola, occorre fare una distinzione netta fra oggetto e complemento oggetto. Cos’è un adulto? Cos’è un bambino?



Partiamo con il primo: un adulto è un essere che ha raggiunto una certa maturazione nel processo di crescita fisiologica. Non si tratta solamente di un soggetto fisicamente sviluppato, bensì di una persona che attraverso gli anni ha vissuto, ha fatto del mondo una certa esperienza. Ha pianto, riso, preso decisioni, studiato, assistito a varie situazioni coinvolgenti altre persone. Tutto ciò che caratterizzato il suo fluire, in un modo o nell’altro fa parte di sé, della sua mente, del sue carattere. L’adulto continua a vivere la propria vita basandosi, più o meno coscientemente, su ciò che ha vissuto in passato.

E il bambino? Il bambino è un soggetto venuto al mondo da poco tempo. Egli quindi sta ancora maturando. Sta conoscendo il circostante attraverso i mezzi che gli è consentito utilizzare. E’ per questo che egli a partire da pochi mesi porta alla bocca qualsiasi oggetto e tocca ogni cosa che gli capita a tiro. E’ per lo stesso motivo che crescendo farà mille domande, che all’adulto spesso sembrano sciocche.
In fondo, non potrebbe fare altrimenti; anche noi, quando vestiamo i panni del turista in una città sconosciuta, chiediamo informazioni.

I bambini, inoltre, sono caratterizzati dallo stupore. Essi rimangono a bocca aperta di fronte a un’ape che si posa su un fiore o davanti alla mamma che lo lancia in aria per poi riaccoglierlo in un caldo abbraccio. Ecco, nella prima azione, un bambino osserva un minuscolo animaletto sconosciuto compiere un’azione per lui sconosciuta. Nel secondo, il piccolo tocca il cielo, per poi riabbracciare la persona che lo ama sopra a ogni altra cosa.

Ecco, una volta posta questa differenza, viene quasi automatico comprendere il significato della frase “i bambini non sono dei piccoli adulti”: i bambini sono soggetti che si stanno preparando alla vita adulta. Ecco perché non possono essere già degli adulti: perché non li sono ancora.
Teniamolo a mente quando i nostri figli piangono perché hanno paura del buio o hanno bisogno di un abbraccio.  Ricordiamocelo, quando essi ci tengono il muso poiché, a causa del troppo studio o lavoro, non giochiamo con loro. 



La razionalità dei bambini, non è ancora ben sviluppata. Essa è in crescita, proprio come loro. Perciò se il nostro pupo ci chiede un bacino per curare la bua, non dilunghiamoci in spiegazioni scientifiche per dimostrargli che il dolore svanisce con un bacio. Semplicemente, facciamo ciò che ci viene richiesto.
E chissà perché, il male svanirà, come per magia. O perlomeno, si farà sentire un po’ meno.

Ascoltare salva la vita

Abbiamo già parlato abbondantemente dell’importanza dell’ascolto. Non abbiamo però ancora toccato un punto focale: l’ascolto è una delle più potenti manifestazioni d’amore verso il prossimo. Se esso viene applicato attivamente fin dai primi respiri del piccolo e non viene mai abbandonato, non solo staremo sostenendo il nostro piccolo, bensì staremo creando un adulto più forte. Non forte fisicamente, bensì mentalmente.


I bambini, sentendosi ascoltati e quindi considerati e amati, svilupperanno una migliore autostima. Avranno meno rischi di incorrere in problemi riguardanti la salute mentali, quali ansia e depressione.
Queste ultime infatti, spesso si sviluppano quando un soggetto tiene per sé i propri problemi, poiché privo di una persona di fiducia con la quale condividerli.

Ascoltare, significa stimolare gli altri ad aprirsi. Ciò è di vitale importanza, poiché, i macigni portati nel cuore possono condurci al capolinea. Quando però non si arriva da soli al capolinea, ma mano per la mano con chi ci ama, allora ecco che si può aspettare il treno successivo. E magari neanche ci importerà della destinazione. Perché sappiamo che, ovunque ci condurrà, saremo a casa.

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