sabato, Luglio 27, 2024

SINE DIE: 100 fotografi illustrano il tempo del lockdown

CATANIA – Mostra SINE DIE: 100 fotografi illustrano il tempo sospeso del lockdown durante l’emergenza del Coronavirus

SINE DIE: la mostra che racconta, tramite 100 fotografi, il tempo sospeso durante il Coronavirus

Trasformazioni in atto, un mondo in cambiamento: questo è il tempo sospeso del Coronavirus. La mostra SINE DIE nasce dalla raccolta di 100 prospettive fotografiche. Promossa dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico, SINE DIE è ospitata fino al 4 ottobre 2020 nelle sale del Palazzo della Cultura. Nasce grazie alla collaborazione del Comune di Catania.

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SINE DIE, espressione conosciuta dai latinisti, si traduce con “senza giorno” ed esprime l’impossibilità di fissare una scadenza. Dunque rispecchia la sensazione vissuta dalla popolazione mondiale durante il lockdown, cioè la perpetua incertezza di come e quando finirà il dominio del Coronavirus.

L’esposizione è fortemente voluta da Ornella Laneri, Presidente della Fondazione OELLE Mediterraneo antico. L’idea vuole supportare il settore culturale fortemente scosso dall’emergenza sanitaria.

Dalla piattaforma online all’esposizione live: SINE DIE

I contenuti della mostra sono stati raccolti dalla Fondazione OELLE in pieno lockdown, tramite la piattaforma SINE DIE: fotografie e testi per restituire memoria ai posteri. Si sono riuniti, in nome di un progetto comune, giovani artisti e celebri insegnanti, filosofi, scrittori, studenti e poeti di strada.

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Tutti hanno affrontato, attraverso il linguaggio della fotografia e della parola, le complesse dinamiche sociali, al tempo del Coronavirus.”: ha sottolineato Carmelo Nicosia, direttore della Fondazione OELLE Mediterraneo antico e curatore della mostra

Le testimonianze fotografiche, i brevi scritti, saranno raccolti fino al giorno in cui il Ministero della Salute comunicherà la distribuzione del vaccino anti-Covid19, allorquando si prevede la chiusura del sipario di un tragedia vissuta globalmente.

Tra parole e immagini

Il formato delle fotografie è 50×70 cm, accanto al testo d’autore, le 122 immagini si rincorrono nelle sale del Palazzo della Cultura di Catania. Mario Cresci, maestro della fotografia, ha portato la sua testimonianza da Bergamo. Michael Christopher Brown, fotoreporter per National Geographic, Time, New York Times Magazine ha proposto il suo scatto dall’America.

Ad ogni immagine corrisponde un breve testo scritto con lo scopo di sottolineare le correlazione tra i due linguaggi. Si intende descrivere al meglio l’unicità degli ultimi mesi, soprattutto con la speranza che siano realmente conclusivi.

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