sabato, Luglio 27, 2024

Polonia e aborto: i giorni bui e freddi dei diritti

Una nuova ondata di proteste travolge la Polonia con l’entrata in vigore delle nuove e rigide leggi sull’aborto. Polonia e aborto sono due termini che in questi giorni leggiamo quasi ovunque, anche sui giornali italiani finalmente. Ma la situazione si trascina da mesi. Dal 20 ottobre, quando l’alta corte polacca ha emesso una sentenza che di fatto vietava l’aborto anche in caso di malformazioni fetali considerandola incostituzionale.

Polonia e aborto: quando è iniziato tutto?

Molti quotidiani italiani si sono accorti in questi giorni delle manifestazioni contro la legge sull’aborto che il PIS, il partito al governo, ha fatto approvare. In realtà la situazione si trascina da mesi. Il 20 ottobre l’Alta Corte Polacca ha emesso una sentenza in cui dichiarava incostituzionale l’aborto per malformazione del feto. Ma per renderla legge doveva essere pubblicata. Da lì sono partite le proteste. Per tutto il mese di ottobre e novembre in tutte le piazze polacche, donne, uomini, ragazzi e anche bambini con i genitori e i nonni, hanno protestato. Bloccando le strade, paralizzando le città, i trasporti pubblici. Quando il Governo ha emesso ordinanze più restrittive, in seguito alla pandemia, vietando assembramenti, i manifestanti si sono organizzati con gite in bici per le città e manifestazioni rumorose con pentoe e padelle dai balconi di casa. Così per mesi. Tutti i giorni, non solo in questi tre giorni come raccontano i giornali italiani.

Cosa vogliono i manifestanti?

Gli slogan sono chiari su quello che vogliono. Li cantano, li gridano, li scandiscono con tamburi, ballando e saltando per sentire meno freddo. Qualcuno piange. Quello che vogliono, è quello che per noi, donne italiane, è scontato: decidere per se stesse. Essere considerate come persone e non come puro mezzo di riproduzione al servizio e al comando di un Governo piegato sotto la direttiva di una Chiesa retrograda e ultraconservatrice.

Gli slogan

Libertà, uguaglianza, aborto su richiesta
Un sogno, aborto su richiesta
Libertà, aborto, emancipazione
Il mio corpo, i miei affari
La solidarietà è la nostra forza
Libertà, uguaglianza, solidarietà
Non camminerai mai solo
Quando lo stato non mi protegge, proteggerò le mie sorelle
La rivoluzione è una donna
La rivoluzione ha un utero
I diritti delle donne come diritti umani
La scelta non è un divieto
Abbiamo il diritto di protestare
Penso, sento, decido
Penso, sento, protesto
Il sesso non è un crimine, la gravidanza non è una punizione
Libertà di scelta, non terrore
Tutti diversi, tutti uguali
La chiesa custodisce l’ospedale Pedofili e assassini Episcopato in prigione


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Tutte le foto della manifestazione del 29 gennaio 2021 a Cracovia

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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