lunedì, Maggio 12, 2025

Diritto all’aborto violato: non solo Polonia

Sono settimane che in Polonia le donne, e non solo, protestano per rivendicare il loro diritto all’aborto. E la condanna per la recente sentenza della corte costituzionale polacca è arrivata anche dalla Comunità Europea. Nulla invece si è sentito contro l’omelia del 27 ottobre del parroco di Macerata, che ha definito l’aborto peggiore della pedofilia.

Cosa ha detto il parroco di Macerata?

L’aborto è il più grande degli scempi. È peggio l’aborto o un atto di pedofilia?”. Sono state queste le parole pronunciate da don Andrea Leonesi, vicario del Vescovo della diocesi che comprende anche Macerata. Parole che subito hanno destato stupore e sdegno in buona parte degli italiani. Ma che non hanno ancora ricevuto nessuna reazione da parte delle istituzioni. “Un silenzio assordante, che a questo punto esprime già le loro posizioni” è il commento di Ylenia di Non Una di Meno Transterritoriale Marche. L’associazione ha anche organizzato il 7 novembre una manifestaizone nella piazza principale di Macerata al grido di “Nessuna omelia sul corpo delle donne“.

Le istituzioni locali sono assenti

Sulla questione non è arrivata alcuna dichiarazione da nessuno degli uffici politici locali. Né il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, né il nuovo governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli, il primo di Fratelli d’Italia, il secondo leghista, hanno proferito parola in merito. E così Don Andrea Leonesi ha potuto in chiesa, durante una celebrazione religiosa, fare un vero e proprio comizio politico, chiedendo di pregare affinché “come in Polonia magari anche in Italia, il Signore possa concedere una nuova generazione di cattolici, politici cattolici che possano pian piano invertire la tendenza”. Ignora forse che, in Polonia, gli attuali politici cattolici hanno dovuto far circondare il parlamento dalle forze di polizia per evitare disordini durante la prima riunione post sentenza. Sicuramente Don Andrea non sa che in Polonia, in tutte le città, ogni giorno le donne e buona parte della popolazione, scende nelle strade con manifestazioni pacifiche, ma numerose. Se lo sapesse si renderebbe conto che, a differenza che in Italia, in Polonia non si fermeranno fino a quando le cose non saranno diverse da come sono ora.

La situazione in Italia sul diritto all’aborto

Sul diritto all’aborto in Italia si discute, nonostante una legge attiva, da anni. C’è chi vorrebbe cancellare la 194, cancellando cosi tutti i diritti acquisiti in questi anni. Ma dove la legge non può essere cancellata a limitare una libera scelta delle donne, in Italia non in Polonia, è il sistema sanitario. Già prima della pandemia, c’erano regioni con pochissimi medici non obiettori, il che rendeva le interruzioni di gravidanza un viaggio fisico verso posti lontani dal proprio domincilio. Come nelle Marche, dove 8 medici su 10 sono obiettori di coscienza, e le donne sono costrette ad andare fuori dalla provincia di residenza e addirittura fuori regione. E l’aborto farmacologico attraverso i consultori e l’annullamento dell’obbligo di ricovero in ospedale, che soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria generalizzata, avrebbero potuto alleggerire il carico di lavoro sui nosocomi eppure non sono entrate ovunque a regime.

Impasse nel Governo polacco : stop al divieto di aborto

In Italia come in Polonia

Insomma. Don Andrea chiede di avere dei politici cattolici più simili a quelli polacchi. E forse, in questo caso, sarebbe il caso ci fossero. In effetti, in Polonia, la sentenza che vietava l’IVG in caso di malformazioni del feto, non è stata pubblicata quindi non è resa effettiva. E, sempre in Polonia, il governo sta cercando una soluzione che accontenti le donne polacche. Forse, se in Italia ci fossero dei governanti come quelli polacchi, la manifestazione avrebbe ascolto, e la 194 non solo sarebbe salva, ma rispettata e applicata, senza obiezioni. Ma se ci fossero politici come quelli polacchi le donne si ribellerebbero come quelle polacche? Pare di no. Già dalle premesse. Non stanno scendendo in piazza. Si limitano a una manifestazione sul web. A differenza delle milioni di donne, uomini, e anche bambini, che ogni giorno in tutta la Polonia sfidano le restrizioni Covid e inventano passeggiate in bicicletta per le vie della citta, con campanacci e striscioni. Il diritto all’aborto, il diritto di scegliere non si difende da una tastiera. Don Andrea è fortunato che non ci siano politici come quelli polacchi. La protesta non sarebbe da delle tastiere ma se la ritroverebbe in Chiesa.

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Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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