martedì, Maggio 14, 2024

Mind wandering, la mente che vaga

Il fenomeno della mente che vaga è definito mind wandering. Chiamato anche disaccoppiamento percettivo, si tratta della tendenza della mente a vagare, a distrarsi. Andremo a descrivere come può avere effetti positivi, lasciando spazio alla creatività, ma anche conseguenze negative, come rimanere intrappolati in una serie di pensieri nocivi. Come pure, ci soffermiamo su come interviene la mindfulness, come strumento per essere capaci di restare nell’attenzione del qui ed ora.

Cos’è il mind wandering?

E’ il fenomeno della mente che vaga, errante, che tende a distrarsi. E’ chiamato anche ‘disaccoppiamento percettivo’.

Consiste nella tendenza della mente a sganciare e spostare l’attenzione della percezione dall’attività che si sta svolgendo, quindi dal qui e ora, su sensazioni interne, pensieri e preoccupazioni personali. Ciò accade senza un’intenzione chiaramente definita, durante lo stato di veglia. 
L’individuo sogna a occhi aperti e fantastica, attraverso la fervida immaginazione e la peculiare modalità di rivivere esperienze del passato. Infatti, la mente umana è ricca e mai ferma.

La distrazione ha effetti positivi, lasciando spazio alla creatività, permettendo di trovare nuove informazioni e soluzioni ai problemi. Ma anche conseguenze negative, come rimanere intrappolati in una serie di pensieri nocivi.

Caratteristiche

Il mind wandering rappresenta la reale natura della mente umana. Infatti, essa è mutevole. In continuo scambio tra esterno e interno.

Caratteristiche principali sono:

  • l’intenzionalità;
  • la plausibilità, cioè l’aderenza alla realtà del contenuto del mind wandering.

Intervengono fattori, quali:

  • il tempo, perché la mente vaga sia verso pensieri orientati al futuro sia al passato;
  • lo scopo, cioè se c’è pianificazione, o rappresenta una riflessione;
  • il focus, cioè verso chi sono orientati i pensieri;
  • la valenza, che può essere positiva o negativa.

Il mind wandering come modo di funzionare la mente

La mente umana è sempre attiva. Ancor di più quando è impegnata in ragionamenti attivi mentre compie un compito complesso.

Dunque, rappresenta una modalità per il funzionamento della mente.

Funziona attraverso un notevole dispendio di energia e impegno mentale. Infatti, toglie attenzione a ciò che si sta compiendo, per passare l’attenzione ad altro. Ciò può generare confusione, stress e ansia.

Infatti, da studi è emerso che il mind wandering genera effetti negativi sulla facoltà di immagazzinamento temporaneo della memoria e sulle prestazioni intellettive. Accade che la mente è assorta a fantasticare e immaginare. Si emoziona e riflette. Effettivamente il vagare della mente ha ripercussioni. Che esse sono negative dipende dal contenuto delle riflessioni e dal modo di porsi dell’individuo. Come pure dall’eventuale presenza della caratteristiche dell’intenzionalità.

Così, è necessario distinguere il ‘mind wandering’ dal ‘pensiero ripetitivo intrusivo’. Quest’ultimo si manifesta nelle forme di rimuginio o ruminazione. Rappresentano cosiddette ‘trappole mentali’. Quindi bisogna saper distinguere  queste due modalità, l’una dall’altra.

Conseguenze negative

Gli effetti negativi del mind wandering consistono in:

  • rimanere intrappolati in una serie di pensieri negativi;
  • dispendio di energie mentali.

La trappola del rimuginio e della ruminazione

Quando la mente vaga, si rischia di restare intrappolati in una serie di pensieri negativi sul passato. Si tratta di mettere in atto il meccanismo della ruminazione. O sul futuro, ovvero il meccanismo del rimuginio senza riuscire a venirne fuori. Questi possono diventare invalidanti per la persona.

Il rimuginio può sviluppare preoccupazioni sul futuro, anche verso le proprie condizioni di salute. Come pure di perdere il lavoro. Dunque, si possono presentare ansia, riduzione della concentrazione e dispendio di energia mentale.

Con la ruminazione, si attivano pensieri e ricordi negativi del passato. Influisce negativamente sull’umore, facendo percepire l’individuo come fallito.

La trappola del dispendio di energia mentale

Un altro effetto negativo della mente che vaga è il dispendio di energia mentale. Questa può portare a:

  • confusione, che tende ad aumentare stress e ansia;
  • stanchezza mentale;
  • difficoltà nelle scelte;
  • rigidità mentale.

Mind wandering e creatività

Esiste una connessione tra il mind wandering e la creatività.

Infatti, il mind wandering stimola l’aumento della creatività. Ciò consente una maggiore prestazione a livello di problem solving.

La creatività è una caratteristica del comportamento umano che rende alcune persone capaci di ‘riconoscere, tra pensieri e oggetti, nuove connessioni che portano a innovazioni e a cambiamenti’. Contiene il criterio di originalità, riguardo alle idee, alla facilità di accedere a concetti e alla risoluzione di problemi. A tal riguardo, la soluzione non va ricercata nelle strategie, bensìnel cosiddetto ‘insight creativo’.

Mind wandering e benessere

Il mind wandering è connesso alla mindfulness. Quest’ultima è consapevolezza. Si riferisce ai pensieri, alle emozioni e ai sentimenti. Come pure al contesto ecologico. La mindfulness è uno stato non facile da raggiungere. In ogni caso diventa un valido strumento che consente di potenziare la capacità di attenzione e concentrazione. In tal modo, si riducono gli effetti negativi del mind wandering.
Studi rilevano che la mindfulness porta alla riduzione del tempo di mind wandering. Così, diminuendo il tempo del vagare della mente, aumenta la capacità di attenzione e migliorano le prestazioni. Ad esempio, un piccolo esercizio di focalizzazione e visualizzazione del proprio respiro, può ridurre la distrazione e privilegiare l’attenzione.

Relazione tra mindfulness e creatività

Ed è positivi il legame tra mindfulness e creatività. La prima migliora la seconda. La mindfulness migliora la concentrazione e diminuisce il timore del giudizio emesso dagli altri. Allenando la propria consapevolezza, aumenta la creatività.

La mindfulness permette di modificare la propria prospettiva. Aumenta l’empatia e l’apertura mentale. Come pure la capacità di migliorare la capacità di immagazzinare i ricordi, proprio come indicato precedentemente.

Dal mind wandering al mind wondering

Per un gioco di parole, è possibile passare dalla naturale tendenza della mente a vagare a quella di curiosare. Il termine ‘wondering’, significa anche ‘incuriosito’, ‘meravigliato’. Mind wondering è la mente curiosa, che chiede. Si tratta della spinta alla meraviglia, a scoprire e superare il limite. La mente curiosa è una mente capace di interesse. I pensieri non affaticano. Non c’è dispendio di energia.

Dal vagare al curiosare, come?

Si può passare dal vagare al curiosare attraverso esercizi di attenzione. Quindi, focalizzarsi su:

  • attenzione e capacità di gestire l’energia;
  • apertura per cambiare la prospettiva;
  • imparare a gestire la propria energia, cioè prendersi cura di sé.

Conclusione

Il mind wondering è il fenomeno di quando la mente è vagabonda. Rende l’individuo disattento e sovrappensiero.

Quando dura tanto tempo, può generare ansia ed altri effetti negativi. Esistono strumenti per facilitarne la riduzione. Tra questi, la mindfulness, connessa alla creatività e al benessere. In tal modo, aumenta la consapevolezza individuale sui pensieri e sulle azioni.

https://www.periodicodaily.com/la-meditazione-consapevole-ha-effetti-positivi-sul-benessere-psicofisico/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles