sabato, Luglio 27, 2024

Mauthausen: dal 1938 a oggi, un ricordo ancora vivo

Era il campo più grande in Austria, finì con l’essere l’ultimo a venir liberato. Il campo di concentramento di Mauthausen veniva aperto l’8 agosto del 1938.

Qual è la storia di Mauthausen?

L’8 agosto 1938 erano trascorsi appena cinque mesi dall’annessione dell’Austria al Terzo Reich. L’arrivo dei primi prigionieri nel campo di Mauthausen riporta questa data, ma in realtà il campo esisteva già nel corso della Prima Guerra Mondiale, atto ad ospitare i prigionieri militari. Cerchiamo di comprendere come e quando è avvenuta la mutazione in campo di sterminio, diventando così parte di uno dei più efferati genocidi della Storia.


Giorno della Memoria un orrore che fa ancora paura


Manodopera nelle cave di granito

Innanzitutto, perché proprio questo luogo fra tanti in Austria? Presto detto. Vicino all’area dove poi sarebbe sorto (seguito dal relativo sottocampo di Gusen, nel 1940) erano presenti delle cave di granito, che divennero funzionali al campo stesso. Infatti, la necessità di manodopera nelle dette cave indusse le SS ad impiegare i prigionieri in tale compito, inizialmente proprio nella costruzione delle mura. Ancora oggi, grazie al buono stato di conservazione, il campo si presenta come una fortezza di pietra. Insieme al suo sottocampo, Gusen, per diverso tempo fu l’unico di Categoria III, cioè che non prevedeva la sopravvivenza. In generale, la mortalità era la più alta di tutto il sistema concentrazionario nazista.

Gli albori di Mauthausen

I primi prigionieri, nel numero di 300, provenivano da Dachau, e si trattava in larga parte di oppositori politici: in seguito le nazionalità si fecero le più diverse, polacchi, ungheresi, spagnoli, sovietici, francesi, belgi, olandesi, italiani. Non mancavano naturalmente gli ebrei, così come Rom e Sinti, ma anche i cosiddetti “triangoli rosa”, prigionieri omosessuali. Quanto ai nostri connazionali, il sottocampo di Gusen prese il nome di “cimitero degli italiani”: qui ne arrivarono 6000. In generale, a Mauthausen e nei suoi campi satellite finirono 190.000 prigionieri: dei 90.000 che morirono, 10.000 erano nelle camere a gas.

Impiegati nell’industria bellica

I campi satellite nacquero per far fronte agli ingressi crescenti di prigionieri. Tra il 1942 e il 1943 gli internati venivano impiegati principalmente nell’industria bellica, come capitava anche negli altri campi: alla fine del 1942 erano presenti 14.000 persone, nel marzo del 1945 erano già 84.000. Per circa sei mesi dalla sua apertura Mauthausen fu gestito da Albert Sauer: in seguito, e fino alla liberazione, a prendere il suo posto fu il maggiore delle SS Franz Ziereis.

La Scala della Morte

C’è una particolarità che distingueva Mauthausen dagli altri campi. Il suo soprannome era la Scala della Morte: si trattava di 186 gradini, che collegavano il campo alla cava di granito sottostante. I gradini erano disconnessi e di altezze diverse, e i prigionieri erano costretti a salirli di corsa, portando sulle spalle pesanti blocchi di pietra. Capitava quindi sovente che i detenuti, ormai provati fino allo stremo dalle torture, dalla fame, dalle malattie, si lasciassero cadere all’indietro, travolgendo così anche chi si fosse trovato dietro di loro. Oltre a questo, le SS usavano gettare i deportati dal muro che divideva il campo dalla cava: quest’ultimo prese quindi il nome di Muro dei Paracadutisti.

La liberazione

Il campo funzionò in totale per sei anni. Nel corso del 1944 qui confluirono prigionieri provenienti da altri campi, in particolare situati ad est, nel tentativo di allontanarli dalle truppe alleate che continuavano ad avanzare. Il 5 maggio 1945, infine, gli americani liberarono anche Mauthausen, e questo evento viene ricordato ogni anno con una cerimonia internazionale. Ma dovette arrivare il 1949 prima che il campo, passato dalle mani americane a quelle sovietiche, diventasse ufficialmente Monumento Pubblico: il primo Paese ad inaugurare qui un Monumento alle vittime fu la Francia, seguito da molti altri Paesi e Associazioni. Dal 2013 è possibile visitare due mostre permanenti, e una nuova Sala dei Nomi: qui sono riportati 81.000 nomi delle vittime identificate nel campo centrale e in quelli satellite.

Il Giuramento di Mauthausen

Soltanto 10 giorni dopo la liberazione, il 16 maggio 1945, i deportati sopravvissuti, di diverse nazionalità si riunirono sul piazzale dell’appello del campo. Qui prese vita una manifestazione antinazista, e insieme uomini e donne redassero un documento noto come Giuramento di Mauthausen. Vi lascio il link qui sotto, se siete interessati a leggerlo, sul sito ufficiale di ANED: un modo come un altro per mantenere viva la memoria di una delle peggiori tragedie nella storia dell’umanità.

Il Giuramento di Mauthausen

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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