domenica, Maggio 5, 2024

Le Pussy Riot sugli arresti nel nome di Navalny

Sicuramente molti di noi conoscono le Pussy Riot. Ebbene, i membri del gruppo di attiviste sono fra i 3000 militanti arrestati lo scorso 23 gennaio, nel corso delle manifestazioni a sostegno del leader dell’opposizione Alexei Navalny.

Le Pussy Riot, arrestate per il sostegno a Navalny?

E’ stata una delle più grandi manifestazioni a livello nazionale contro il governo Putin. La stima dei manifestanti è sulle decine di migliaia di unità, nonostante le temperature glaciali e la forte offensiva della Polizia. I manifestanti hanno subito pestaggi, mentre cantavano in piazza Pushkin e cercavano di raggiungere la prigione dove era detenuto Navalny. In tutto il paese le proteste sono state attive in 111 città, con vari fusi orari diversi. Oltre 1200 arresti sono stati effettuati nella sola Mosca.


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Navalny e i suoi sostenitori

Le manifestazioni sono state una conseguenza dell’arresto del leader dell’opposizione, avvenuto circa una settimana prima. Navalny era stato fermato in aeroporto, dopo il suo ritorno dalla Germania, dove era stato curato dopo l’avvelenamento da gas nervino. In alcune dichiarazioni, il leader ha dichiarato che il suo arresto è stato motivato da ragioni politiche, e dunque senza alcun supporto concreto. Sui social, durante le proteste sono fioriti i video girati nel corso dei disordini.

Virali sui social

Uno di questi social è TikTok, dove sono comparsi video con i sostenitori che manifestano al grido di “Chiamo il mio avvocato!”. Secondo quanto ha riportato la BBC, Roskomnadzor (Servizio Federale per la Supervisione nella Sfera della Connessione e Comunicazione di Massa), avrebbe imposto al social di rimuovere questi filmati, minacciando sanzioni. E in seguito a tutto questo, le Pussy Riot hanno a loro volta pubblicato qualcosa spiegando come comportarsi proprio in caso di arresto.

Le Pussy Riot: cosa fare in caso di arresto

Il video è stato dato ai social prima delle proteste, e quindi prima dell’arresto. “La detenzione è un’esperienza spiacevole” dice nel filmato Nadya Tolokonnikova. “Ma se sai come comportarti, potrebbe non essere un’esperienza così traumatica”. E continua: “Non sono un avvocato, né un esperto, ma ho molta esperienza di prima mano”. Infatti, nel 2012 la Tolokonnikova è stata arrestata insieme a Maria Alyokhina e Yekaterina Samutsevich, e condannata a due anni di reclusione per “teppismo pericoloso”. Oltretutto, è stata coinvolta nella protesta dei Mondiali 2018, dove il gruppo è stato accusato di “organizzazione e svolgimento di eventi pubblici senza preavviso scritto”.

L’arresto di gennaio

Dunque, il 23 gennaio le attiviste di Pussy Riot Masha Alekhina, Lusya Stein e Victoria Narakhsa sono state arrestate. Anche la moglie di Navalny, Yulia, è stata fermata brevemente, e ha poi postato su Instagram una foto del furgone della Polizia. Le Pussy Riot non sono dunque nuove a simili situazioni, per diversi motivi. Gli attivisti pro Navalny non accennano a voler smettere di sostenerlo, e non si prevede che lo facciano in futuro. Qui sotto il video in oggetto, in russo, ma con la possibilità di aggiungere i sottotitoli in inglese.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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