Le nuove frontiere della bioscienza: tac con radiazioni dimezzate grazie a due ingegnere italiane

Il protocollo scientifico elaborato da due studiose di ingegneria clinica che dimezza l'esposizione alle radiazioni durante l'esame della TAC

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Le ingegnere italiane vincitrici del premio Health Technology challenge al Congresso di

Il progetto si chiama “Valutazione di un protocollo per la verifica delle funzionalità di un sistema di riduzione della dose installato su tomografi assiali computerizzati” , e consiste in un intelligente sistema per ridurre del 40/60% l’esposizione alle radiazioni durante l’esecuzione della TAC.

Le autrici di questo protocollo sono due giovani ingegnere di Napoli: Michela D’Antò, della Fondazione G. Pascale, e Federica Caracò, dell’Università Federico II, che hanno superato la concorrenza di altri 162 progetti aggiudicandosi il primo premio assoluto dell’Healt technology challenge (Htc). Il premio è stato consegnato durante il XIX Congresso dell’Associazione Nazionale degli Ingegneri Clinici (AIIC) che si è svolto a Catanzaro dal 16 al 18 maggio scorso.

Michela D’Antò e Federica Caracò

Basato su un algoritmo che consentirà la messa a punto e il collaudo di diversi modelli tomografici per l’esecuzione della TAC a dosi ridotte, questo lavoro rappresenta un importante passo verso l’aggiornamento tecnologico volto a migliorare le prestazioni degli strumenti radiologici e  limitare i rischi dell’esposizione a radiazioni ionizzanti, con massimo beneficio di tutti coloro che necessitano di controlli radiologici ripetuti nel tempo e di diagnosi più accurate e meno invasive, come ad esempio i malati oncologici.

tomografia assiale computerizzata

Lodevole l’iniziativa del premio, istituito dall’ AIIC nel 2018, di dare spazio a proposte, ricerche e intuizioni che favoriscono la collaborazione tra ingegneria clinica e biomedica, ricerca universitaria e start up. «Crediamo che la necessità di condividere e confrontare i tanti progetti esistenti ed emergenti nel mondo dell’innovazione tecnologica healtcare sia un valore per tutto il sistema sanitario», ha commentato Lorenzo Leogrande, presidente dell’AIIC.

Malgrado la scarsità d’investimenti in ricerca e sviluppo (1,3 % del pil e 12° posto in classifica tra i 28 paesi dell’Unione Europea), i ricercatori italiani dimostrano ancora una volta di possedere talenti e risorse eccezionali. Infatti, come ha rilevato la Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia, redatta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per Governo e Parlamento, lo scorso anno i nostri studiosi sono riusciti ad aumentare il numero delle pubblicazioni sulle riviste scientifiche e dei brevetti depositati, dimostrando un alto livello di competenza e professionalità.