Labirinto di Joan Mirò: passeggia nell’inconscio dell’artista

Il giardino dell'edificio in Provenza riunisce alcune opere dello scultore, inserite in un contesto ameno e distensivo

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Labirinto di Joan Mirò
Un'opera del Labirinto di Mirò (immagine da Tripadvisor)

Un luogo in cui l’artista scopre le sue inclinazioni più naturali e sviluppa la propria creatività. Il Labirinto di Joan Mirò è una collezione di opere esposta nel giardino della Fondazione Marguerite et Aimé Maeght a Saint-Paul-de-Vence.


Il labirinto rosso di Barbara Sarri


Com’è strutturato il Labirinto di Joan Mirò?

L’artista è amico degli esperti d’arte Aimèe e Marguerite Maeght e collabora alla realizzazione della villa con esposizione. Un edificio, quindi, situato in un’ambientazione suggestiva con uno spazio in cui presentare le opere di Mirò. Lo scultore aiuta l’architetto Josep Lluis Sert a realizzare il progetto dello stabile in Provenza. Facendo riferimento alla mitologia e anche alla psicanalisi, il ceramista ha pensato ad un labirinto come spazio per i propri lavori. Un giardino con terrazze sul mare, una passeggiata nella mente del maestro articolato in tre sezioni. Nella parte più alta c’è un arco in cemento, poi i visitatori trovano un ponte nei pressi del quale è collocato un personaggio appeso. Infine compare una torre in muratura con una parete in ceramica.

La Fondazione Maeght

Un centro di incontro e dialogo per artisti ed estimatori che hanno proposto una lettura diversa della creatività del 20° secolo. Passano dalla sede della Fondazione tra gli altri, Matisse, Léger e Chagall. Alcuni lasciano il proprio segno, sentendo il luogo un po’ casa propria. Infatti, Braque disegna una vasca mosaicata e le vetrate della cappella, mentre Calder posiziona tra gli alberi i Mobiles. Bury progetta poi la fontana e Giacometti inserisce nel cortile delle sculture di grandi dimensioni.

Mirò e i Maeght

Lo scultore incontra i Maeght nell’estate del 1947 ed è subito affinità di pensieri e intenti. Joan mette nelle opere la libertà delle sue emozioni e i collezionisti trovano in lui un animo visionario. Nel giardino dell’edificio pensa ad un percorso di sculture e ceramiche monumentali ben inseriti nell’architettura e l’ambiente naturale. Mirò crea uno spazio in cui colloca personaggi mitici cioè: Fourche, l’Arc, Gargouille, Lezard, l’Oeuf et la dèesse, le cadran solaire. I lavori sono realizzati con materiali diversi, marmo, bronzo, ceramica in una commistione di elementi e forme che fornisce varietà all’esposizione. L’artista sperimenta soluzioni e sonda il proprio essere per raggiungere l’inconscio che il labirinto rappresenta.