La Chiesa ortodossa prosegue con fiducia verso l’unità

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La Chiesa ortodossa prosegue con fiducia verso l’unità. I rapporti tra Chiesa cattolica e ortodossa, che fa riferimento a Costantinopoli hanno conosciuto notevoli progressi in questi ultimi cento anni. Se pensate ai secoli di divisione tra le due chiese, la notizia di una sorta di unità è ben accetta, soprattutto tra gli storici religiosi. Papa Francesco ha più volte dichiarato di avere un sentimento di fraternità nei riguardi del Patriarca ecumenico Bartolomeo.

La Chiesa ortodossa cerca l’unità?

l Grande Scisma, conosciuto dalla storiografia occidentale come Scisma d’Oriente e definito dagli Ortodossi Scisma dei Latini. Fu l’evento che, rompendo l’unità della Chiesa di Stato dell’Impero romano basata sulla Pentarchia, divise la Cristianità Calcedonese. Di fatto divise la Chiesa cattolica occidentale, che aveva sviluppato il concetto del primato del Vescovo di Roma, in quanto considerato successore dell’Apostolo Pietro, e la Chiesa ortodossa orientale. La seconda riteneva di rappresentare la continuità della chiesa indivisa del primo millennio, senza cedimenti a quelle che riteneva innovazioni dei Latini. Lo scisma ebbe inizio nel 1054 circa, ma fu in realtà il risultato di un lungo periodo di progressivo distanziamento fra le due Chiese. Possiamo dire in questo caso che l’impegno di Papa Francesco I e il Patriarca Bartolomeo è legittimo.


Lettera del Papa: pace e unità pilastri della Chiesa


I motivi dello scisma

Le dispute alla base dello scisma erano sostanzialmente due. La prima riguardava l’autorità papale: il papa, ossia il vescovo di Roma, si riteneva investito del primato petrino su tutta la Chiesa per mandato di Cristo. L’altra disputa, di ambito trinitario e apparentemente meno “politica” concerneva l’aggiunta del Filioque nel Credo niceno, avvenuta in ambito latino. Esistevano inoltre altre cause, meno significative, fra le quali le variazioni di certi riti liturgici. La questione dell’uso del pane azzimo durante l’eucaristia, il matrimonio dei preti, la confermazione dei battezzati riservata soltanto al vescovo. Ma anche e soprattutto ragioni politiche, come l’alleanza papale con Franchi e Normanni. Ma anche le rivendicazioni conflittuali di giurisdizione nel sud Italia, nei Balcani e nell’area slava.

Ora si guarda lontano?

“La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in corso è un’occasione per rinnovare la reciproca stima e amicizia”, afferma l’archimandrita Fasiolo della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia. La Chiesa ortodossa vuole con tutte le forze l’unità, questo anche grazie alla disponibilità del Papa nel rivisitare le vecchie divisioni. Tra i tre firmatari della Lettera ecumenica diffusa in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, c’è il nuovo metropolita della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia. L’esarca dell’Europa meridionale, Polykarpos Stavropoulos, già metropolita di Spagna e Portogallo.

La Chiesa ortodossa e la Chiesa di Roma si danno la mano

La Chiesa ortodossa e la Chiesa di Roma, già dal 7 dicembre 1965, in una storica dichiarazione comune ponevano fine alle reciproche scomuniche. Nel messaggio che Papa Francesco indirizza al Patriarca Bartolomeo I, c’è il riconoscimento del “desiderio di una sempre maggiore vicinanza e comprensione tra i cristiani”. Il desiderio di unione manifestato per primo da Costantinopoli, circa un secolo fa è la constatazione della notevole crescita dei rapporti. Il Papa scrive: “Sebbene permangano degli ostacoli, sono fiducioso che, camminando insieme nell’amore reciproco e perseguendo il dialogo teologico, sarà possibile giungere all’obiettivo. Sopratutto al ripristino della piena comunione espressa attraverso la partecipazione allo stesso altare eucaristico. Ciò per riunire tutti gli uomini in un unico corpo, e sulla pietra angolare della Chiesa unica e santa”.