Centoventicinquemila insegnanti sono stati sospesi dal loro ruolo scolastico. Lo ha deciso la giunta militare del Myanmar dopo che hanno partecipato alle recenti proteste che hanno infiammato il paese. La decisione del governo è stata subito contestata dal sindacato degli insegnanti, è arrivata in via ufficiale sabato, ossia a distanza ravvicinata dall’avvio delle lezioni del nuovo anno, e ha creato un nuovo polverone di polemiche. La sospensione di questi insegnanti conferma ancora una volta che la deriva autoritaria assunta dal governo golpista calpesta tutti i diritti fondamentali. Come quello di manifestare in piazza il proprio dissenso o di esprimere un proprio pensiero.
Myanmar: perchè il governo ha sospeso gli insegnanti?
Questi insegnanti da alcune settimane richiedono il rilascio della leader Aung Suu Kyi. Assieme ai loro alunni hanno manifestato il proprio dissenso infiammando le piazze delle più importanti città birmane, tra cui la capitale Naypyidaw. La scelta di escludere gli insegnanti dalla loro professione ha costretto i genitori degli alunni a toglierli dalle strutture pubbliche, ormai non ritenute più affidabili. Si viene così a creare una situazione paradossale in cui i vertici del potere ora sono costretti a ritrattare la loro scellerata scelta. E il motivo è molto semplice: come riporta Reuters in Myanmar gli insegnanti sono circa 430mila. Togliendo da questi oltre 125mila si va a creare una falla difficilmente risanabile.
Ma le scelte del governo non sono solo scolastiche. La giunta militare ha fatto cose simili anche nel campo sanitario. Da quando è in vigore il colpo di stato gran parte della macchina burocratica birmana ha smesso di funzionare. E con lei si è ispessito anche l’incapacità dei nuovi governanti di fare il loro dovere, in un paese poi scarsamente abile dal punto di vista dell’organizzazione statuale.
