sabato, Luglio 27, 2024

Il cacao: un utilizzo alternativo e sostenibile

La Costa d’Avorio è il maggiore produttore mondiale per il cacao. Sappiamo che della pianta viene utilizzata soltanto una piccola parte: e tutto il resto, che fine fa?

Quanti usi per il cacao?

Dalla Costa d’Avorio proviene oltre il 40% di tutte le fave di cacao. Quest’ultima, come dicevamo, è l’unica parte che viene utilizzata, diventando barrette, dolci, bevande. Tutto ciò che rimane, i gusci, le bucce e il cosiddetto “sudore” (il liquido che viene drenato durante la fermentazione) vengono gettati via. Questo significa che gli scarti crescono in maniera esponenziale. Potrebbe esserci una soluzione?


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Transizione alle energie rinnovabili

Sembra che un rimedio sia stato trovato. Dopo alcuni progetti pilota, con risultati incoraggianti, la Costa d’Avorio sta lavorando ad un impianto a biomasse che funzionerà proprio con gli scarti del cacao. Sarà situata a Divo, una città con una grande produzione di cacao. In questo impianto gli scarti delle piante verranno bruciati per far girare una turbina, e generare così elettricità. “Questo impianto da solo sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di elettricità di 1,7 milioni di persone” ha dichiarato Yapi Ogou, Amministratore Delegato della società Société des Energies Nouvelles, coinvolta nel progetto.

Dati convincenti

La centrale sarà la più grande dell’Africa occidentale, e con il sostegno dell’Agenzia per il Commercio e lo sviluppo degli Stati Uniti potrà essere completata all’inizio del 2023. Potrà produrre tra i 46 e i 70 MW di elettricità l’anno, e ridurre le emissioni di gas serra di 4,5 milioni di tonnellate. Il progetto, in totale, costerà circa 131 miliardi di franchi CFA, 244 milioni di dollari. E non resterebbe l’unico: altri nove impianti simili potrebbero nascere in tutto il Paese, costruiti nelle aree di coltivazione del cacao.

Fabbisogno energetico in rapida crescita

In questo momento, la Costa d’Avorio ottiene la maggior parte della sua energia dai combustibili fossili, principalmente dal gas naturale, con il 70%. L’obiettivo del Paese, dunque, è aumentare del 42% l’utilizzo di fonti rinnovabili, e ridurre del 28% l’emissione di gas serra entro il 2030. Il suo fabbisogno energetico è in rapida crescita: l’utilizzo degli scarti del cacao potrebbe rappresentare una vera svolta.

Un aiuto per i coltivatori

Sono 600.000 i coltivatori di cacao in tutta la Costa d’Avorio, e la speranza è che questo progetto possa essere un aiuto concreto anche per loro. Una di essi è Fraciah, che possiede 14 acri di terra coltivata a cacao a Divo. Come tanti altri, ha considerato l’idea di abbandonare questa coltura per passare alla gomma, più redditizia. “Coltivo cacao e ho educato i miei figli, ma i guadagni sono stati minimi” ha spiegato, aggiungendo che vede con favore il nuovo impianto. “Considerando che sono vedova da 18 anni, un reddito extra mi aiuterà anche a istruire i miei quattro nipoti. Con più soldi, posso anche risparmiare”.

La cooperativa e nuovi posti di lavoro

Oltre all’impianto, il governo ivoriano ha proposto di costituire una cooperativa comunitaria per i coltivatori: sarà così loro possibile risparmiare e accedere a prestiti, oltre a ricevere dividendi per sostenere famiglia e imprese. Mohammed Adow, fondatore di Powershift Africa, ha spiegato che questa iniziativa arriva in un momento critico. “Il successo dell’utilizzo di questi scarti di cacao non solo garantirà l’accesso universale all’elettricità, ma aggiungerà anche valore alla catena della produzione, oltre ad altri vantaggi economici” ha affermato.

Altre voci favorevoli

“Sarà realizzata la creazione di posti di lavoro attraverso la raccolta, il trasporto, l’immagazzinamento e la lavorazione. Darà potere a molti economicamente” ha concluso Adow. E anche Esther Ruto, Direttore Generale dell’Autorità per l’Elettrificazione Rurale del Kenya, si è espressa favorevolmente. “È una buona mossa. La Costa d’Avorio è una delle storie di successo dell’Africa, con il 94% della sua popolazione già collegata alla rete nazionale” ha dichiarato.

Una rivoluzione fuori dai confini

Anche in Ghana si è avuta un’idea simile. I ricercatori Jo Darkwa, Karen Moore e alcuni colleghi dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, hanno assemblato un piccolo generatore da 5 kW, che funziona sempre con gli scarti di cacao. La sfida è ambiziosa: portare l’energia nelle aree rurali, dove appena il 50% delle persone ha accesso all’elettricità. Se sarà vinta, solo il tempo lo dirà.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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