Hanne Lippard: Ruin alla chiesa dei Ss. Luca e Giuliano

Un'installazione sonora nell'edificio religioso incompiuto fa riflettere sul passato e presente del borgo

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Hanne Lippard
Hanne Lippard, Foto di Michele Battilomo

Hanne Lippard parte dalle molteplici cavità ancora presenti nel paesaggio di Grottole, dal latino cryptulae, spazi adibiti alla lavorazione dell’argilla e alla produzione del vino. L’artista riflette quindi sulle aperture nell’ambiente, sviluppando un discorso sulla dualità delle parole whole/hole intese come vuoto e pieno. A Una Boccata d’Arte presenta Ruin, un’installazione sonora site-specific che entra in dialogo con la chiesa edificata sui resti della Chiesa dei SS. Luca e Giuliano.


Fabrizio Bellomo e gli interventi decorativi a Albori


Perché Hanne Lippard ha sceltola chiesa per realizzare Ruin?

L’edificio sacro è comunemente conosciuto Chiesa Diruta, all’interno del borgo antico di Grottole. Alta 39 metri e larga 20, era la parrocchiale del borgo costruita a partire dai primi anni del 1.500 sui resti di due piccole strutture religiose. Rimasta incompiuta e colpita da una serie di terremoti che hanno interessato il territorio, oggi è un monumento-rovina che conserva la memoria del tempo. Particolare elemento architettonico della costruzione è la cupola ellittica che appare sospesa a cielo aperto. Il particolare diviene così vettore attrattivo, una sorta di “buco nel cielo” per la visione celeste, e geometria che ritorna nell’uso di concetti quali cerchi, spirali e sfere già presenti nella produzione di Lippard. Inoltre, per la serata inaugurale Hanne ha realizzato la performance SYZYGY (2015), riattivata nella lettura in occasione della terza edizione di Una Boccata d’Arte.

Hanne Lippard

Nata nel 1984 a Milton Keynes in Gran Bretagna, Lippard esplora le forme sociali che governano il discorso. La sua pratica artistica che principalmente prende forma di reading e installazioni sonore, indaga la voce, strumento di emancipazione e alienazione in tempi di iper-connettività. Mescolando pensieri personali e appropriandosi di testi provenienti dalla pubblicità, slogan e articoli di giornale, il testo diventa pertanto un mix di privato e pubblico. Quindi riacquista inventiva e autorialità attraverso l’uso del suono, diventando un corpo proprio. La sua recente ricerca artistica si è quindi concentrata sull’uso del fisico femminile come contenitore di vibrazioni sull’automatizzazione conscia e inconscia della parola e del linguaggio.

Performance

Si è esibita a: Le language est une peau, FRAC Lorraine, Metz (2021), Contact, Mood, Share at MHKA, Antwerp, (2021); X, Frac des Pays de la Loire, Carquefou (2020);RIBOCA2, Riga(2020);ART 4 ALL, Hamburger Bahnhof (2020);Our present, Museum fur Gegenwartskunst, Siegen (2020). Parades for FIAC, Palais de la Découverte (2019), Art Night London (2019), Goethe in the Skyways, Minneapolis (2019), n.b.k. Neuer Berliner Kunstverein, Berlino (2019). Ha proposto le sue esibizioni a: Nam June Paik Award 2018, Westfälischer Kunstverein, Münster (2018), Ulyd, Kunsthall Stavanger, Stavanger and FriArt, Friburgo (2018). Il progetto a Grottole è coordinato da Roberta Mansueto per Threes Productions.

Grottole

Un Comune italiano di circa 2.000 abitanti della provincia di Matera. Il toponimo potrebbe derivare dal greco kruptai, luoghi nascosti, e dal latino cryptulae, ossia grotticelle, locali adibiti alla lavorazione dell’argilla. Un’arte per la quale il borog è rimasto famoso nei secoli. Ha origini remote tanto da essere uno dei centri più antichi della regione. I ritrovamenti di insediamenti preistorici, greci e romani ne sono testimonianza. Posto sulla cima della collinetta della Motta, leggermente distaccata dal paese, il castello di Grottole fu costruito per volere del principe longobardo Sichinolfo di Salerno nel 851.

Chiese e torri

Numerose sono le chiese disseminate nel centro abitato. Madre di Santa Maria Maggiore con annesso ex convento dei frati domenicani ha al suo interno diversi elementi di pregio. Degni di nota gli altari lignei, la cantoria e il coro risalenti al Settecento, diverse tele e statue. San Rocco, titolata anche Santa Maria La Grotta, è dedicata al culto del patrono di Grottole. All’interno è conservato il prezioso polittico dell’artista Pietro Antonio Ferro, risalente al XVII secolo e raffigurante le Sette opere di misericordia corporale. Sull’altopiano di Altojanni, a circa 12 chilometri di distanza dal borgo, è quindi possibile visitare il Santuario di Sant’Antonio Abate, risalente alla fine del Trecento. Ci sono anche i ruderi della Torre, una vera e propria città medievale che scomparve nel XV secolo. Degni di nota sono inoltre la Chiesa dei Frati Cappuccini e la Riserva Regionale San Giuliano.

Immagine da cartella stampa.