Giovan Battista Marino: esponente del nuovo gusto barocco nel ‘600

Giovan Battista Marino nasceva il 14 ottobre del 1569. Riconosciuto come uno dei massimi esponenti della poesia barocca, è caratterizzato da uno stile virtuosistico che ispirò una folta schiera di poeti che ne imitarono i modi. Il Marino è il primo portavoce della nuova ricerca di stupore e meraviglia antitetica alla rigidità classica.

La vita di Giovan Battista Marino

Giovan Battista Marino nacque nel 1569 a Napoli, primo di sette fratelli. Presto si affrancò dagli studi giuridici per seguire la vocazione letteraria. Frequentò l’Accademia degli Svegliati, un ambiente che gli consentì di allacciare contatti con i più importanti intellettuali e mecenati del tempo. Fu poi cortigiano al servizio di vari signori ecclesiastici e laici, tra cui Matteo di Capua, principe di Conca la cui corte era frequentata da letterati maturati all’ombra del Tasso. Qui abbozzò alcuni progetti destinati a rimanere incompiuti per lungo tempo, tra cui l’Adone e La strage degli Innocenti. Nel 1598 venne arrestato, forse in seguito a un’accusa di sodomia e, in seguito, liberato grazie all’aiuto di Matteo di Capua.

Giovan Battista Marino in fuga tra Italia e Europa

Presto fu nuovamente in carcere, questa volta colpevole di aver falsificato quattro bolle vescovili con l’intento di salvare un amico. Riuscì a fuggire dalla città, ancora una volta avvalendosi dell’aiuto del principe di Conca. Si trasferì, quindi, a Roma. Qui poté avvalersi di amicizie influenti, tra cui quella con papa Clemente Aldobrandini. Dal 1603, Marino entrò al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di papa Clemente. Il contesto rimase favorevole al poeta fino all’elezione di papa Paolo V, in seguito alla quale fu costretto a trasferirsi prima a Ravenna, poi a Torino. Si recò in seguito a Parigi, presso la corte di Maria di Francia, per sfuggire alle nuove accuse che gli venivano rivolte. Tornò in Italia nel 1623, dove morì appena due anni dopo.

Marino e il nuovo gusto barocco

Il gusto barocco nella lirica si afferma nei primi trenta anni del ‘600 e coincide con la pubblicazione della raccolta di liriche del Marino La Lira. La letteratura del tempo si estremizza: la ricerca del nuovo modo di stupire il lettore porta all’affermazione delle mode. La poetica barocca, in effetti, esprime il rifiuto per le regole del mondo classico e si adegua al bisogno di novità attraverso l’effetto di stupore che è del tutto temporale e in continuo cambiamento; per ottenerlo ci si affida alla produzione di metafore e concetti. Marino ebbe così tanta influenza nella lirica barocca a tal punto da essere il capostipite di diverse correnti a lui ispirate: il marinismo, l’antimarinismo che condivide il nuovo gusto ma rifiuta di riconoscersi in Marino, i barocchi moderati marinisti che fecero un uso temperato di metafora e concettismo.

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