113 anni fa moriva Paul Cèzanne: l’artista letterato in bilico tra classicismo ed impressionismo
Le origini di Paul Cèzanne si ritrovano nelle terre piemontesi, la sua famiglia era nativa di Cesana Torinese, ma l’artista nacque in Francia, ad Aix-en-Provence il 19 gennaio 1839. La città luogo di nascita lo accompagna anche negli ultimi anni della sua vita: dal 1900 è costretto all’immobilità, fortemente ammalato di diabete, fino alla sua morte, avvenuta il 22 ottobre 1906. Gli anni tra il 1898 ed il 1905 non sono però privi di frutti, al contrario, egli darà vita a “Le grandi bagnanti“, opera sintesi di studi accumulati nel tempo.
Cèzanne è fusione tra due importantissime scuole artistiche, ovvero l’impressionismo ed il classicismo. La passione per quest’ultima corrente deriva dai grandi maestri delle forme armoniose, solide e composte, dove vige l’ordine nel caotico mondo dell’arte. L’ammirazione del vigore e della rigidità delle forme ha condotto gli artisti classici ad essere ciechi: essi non hanno tradotto la viva impressione visiva, oltre le norme accademiche, una visione che Paul Cézanne rifiuta, divenendo emblema dell’Impressionismo.
Ricercatore di luci, amante del colore, la pittura di Cèzanne coglie i liberi aspetti di un’arte spontanea, capace di rendere il suo ricordo immutabile e la sua arte atemporale. Il suo nome compare prepotente sulle pagine dei libri di storia dell’arte e la sua memoria, dopo 113 anni dalla scomparsa è ancora ferrea ed acuta.
Il pittore letterato: l’amicizia con Émile Zola
“Molto chiuso e burbero” sono le parole utilizzate spesso per descriverlo, eppure un lato del suo cuore ha sempre condiviso affetto ed ammirazione per il celebre Émile Zola. Memorabile l’episodio che descrivere lo scrittore nelle vesti di un picchiatore, Zola, nel prendere le difese dell’amico Cèzanne nel corso di una lite, giunge alla violenza.
Ciò che colpisce dei due è un carattere paradossale ed ironico: Zola eccelleva nel disegno, mentre Cézanne tentava invano; «I miei versi possono anche essere più puri dei tuoi, ma i tuoi sono sicuramente più poetici, più veri: tu scrivi con il cuore, io con la mente» ammise, una volta, Zola all’amico. Difatti il futuro artista amava e conosceva approfonditamente le lettere classiche, giungendo a comporre poemi in latino.
E’ lecito dunque chiedersi: perché oggi il nome di Cézanne si riconduce automaticamente alla pittura?
Nel febbraio 1858 Zola lasciò Aix per Parigi, aprendo un varco nel cuore dell’amico. Disegni, versi, acquerelli, riempirono lettere che sostituirono gli sguardi, mentre nell’animo di Cézanne era in corso una rivoluzione, raccontata all’amico tramite uno scambio epistolare: stava entrando nel mondo dell’arte.
Questo passaggio è di certo condizionato ed accelerato da Édouard Manet, Claude Monet e Camille Pissarro, accomunati da uno stesso modo di fare pittura. Furono gli anni alla volta di Parigi, dove però le insicurezze di Cézanne gli resero un difficile inserimento nell’orizzonte artistico e culturale. Egli disprezzava la sua arte: dopo aver a lungo lavorato ad un ritratto di Zola lo distrusse, perché considerato mediocre. L’essere stato rifiutato all’École des Beaux Arts acuì la sua condizione, che lo condusse a tornare ad Aix.
Paul Cèzanne è la storia di un artista che non sa di esserlo e non si rivede in tale ruolo, nonostante sia stato riconosciuto come perno della sfera artistica dell’impressionismo.
La sua carriera è da insegnamento che le strade più tortuose sono quelle degne di essere percorse, solo facendolo si arriverà al traguardo: la gloria eterna.