La situazione sanitaria ha naturalmente pesato sull’economia nazionale, e lo stesso vale per Fincantieri, che ha terminato in perdita il 2020. Rimane però ottimista sul futuro, vediamo perché.
Fincantieri in risalita?
Il bilancio dello scorso anno ha chiuso con una perdita di 245 milioni di euro, contro i 148 del 2019. Questo al netto degli oneri connessi alla pandemia (196 milioni) e di quelli sui contenziosi per amianto (52 milioni). Le previsioni però sono molto meno fosche di quanto possa sembrare. Infatti, considerando l’ultimo trimestre dello scorso anno che ha segnato un recupero produttivo, si spera in un ritorno all’utile nel corso di questo 2021.
Le sfide del governo Draghi sull’economia
Nuove commissioni
Il Cda ha approvato il bilancio sul carico di lavoro confermato, con 19 unità consegnate e ordini acquisiti (4,5 miliardi), per 18 nuove navi. Pur con tutte le difficoltà del caso lo scorso anno, le consegne programmate sono comunque giunte a termine. Anche se con lo slittamento dei programmi produttivi: e soprattutto, nessun ordine ha subito cancellazioni. In totale, quindi, i ricavi sono stati di 5,1 miliardi, a meno 11% rispetto al 2019. Con una perdita di 3,2 milioni di ore di produzione. L’Ebitda si è attestato a 314 milioni, 320 nel 2019. Oltretutto, sono nati in Italia oltre 500 posti di lavoro direttamente, e altri 2.500 nell’indotto incrementando gli organici.
Buone prospettive
Non è finita: si sono effettuati investimenti per 309 milioni. E sono tuttora in corso i lavori di efficientamento operativo nei cantieri italiani ed esteri (Norvegia, Romania e USA). Complessivamente quindi si progettano 119 navi, con consegne previste fino al 2029. Concludendo, nel 2021 si prevedono ricavi in aumento del 25/30%, ritornando così all’utile, e a dividendi a partire dal 2022.
