domenica, Maggio 19, 2024

Correlazione tra videogiochi violenti e la salute mentale dei giovani

Abbiamo fatto la guerra ai videogiochi, pensando ai rischi e ai danni che potevano procurare ai giovani giocatori, per poi scoprire da ricerche che non sono così nocivi alla salute mentale dei giovanissimi come credevamo, sia in riferimento all’aggressività che a problemi di salute mentale, pur tuttavia alcune evidenze che emergono.

Giovani e videogiochi violenti

Parlando della correlazione tra i videogiochi violenti e la salute mentale dei giovani, non si può omettere che nei lunghi periodi di lockdown forzato a causa della pandemia da Covid19, i giovani a casa dediti ai videogiochi sono aumentati. Dunque, alcuni studi hanno focalizzato l’attenzione verso questi giovani, specialmente in relazione all’aspetto dello sviluppo dell’aggressività dovuto al loro utilizzo.

Studi sulla correlazione tra i videogiochi violenti e salute mentale dei giovani

I ricercatori che hanno scelto di indagare sulla correlazione tra i videogiochi violenti e salute mentale dei giovani hanno valutato se giocare ai videogiochi che riproducono uccisioni, sparatorie e morte possa rendere gli adolescenti più aggressivi.

L’osservazione è posta sul videogioco ‘Fortnite’. Non è tra i videogiochi più violenti anche perché, tra l’altro, non è presente sangue. Ma l’obiettivo primario del gioco è uccidere gli altri giocatori. Da qui, la volontà di comprendere se i videogiochi violenti portano alla violenza nella vita reale.

La violenza dei videogiochi e lo sviluppo dell’aggressività

Gli studi hanno dimostrato che le persone diventavano aggressive quando perdevano in alcuni videogiochi. Ad esempio, in ‘Mario Kart’, un gioco di corsa in cui vince chi arriva primo, un giocatore che davanti a sé ha solo un avversario prima del traguardo, può lanciare una pallina rossa e ‘uccidere’ l’avversario, per tagliare il traguardo.

Si è valutato che è possa essere la frustrazione della sconfitta a sviluppare l’aggressività, piuttosto che il gioco violento. Spendiamo qualche parola sull’aggressività nell’età evolutiva.

L’aggressività nell’età evolutiva

Il fenomeno dell’aggressività di solito dipende da esperienze frustranti. In ogni caso, nasce anche da problemi relazionali tra individui, tra gruppi ed etnie. Può essere rivolta contro di sé fino ad avere condotte autolesive o suicidarie.

Gli elementi e le cause che possono determinare il comportamento aggressivo, tra le altre, sono:

  • presenza di comportamenti aggressivi o violenti nella storia personale dell’aggressore;
  • situazioni familiari di disagio;
  • basso Quoziente Intellettivo;
  • scarsa capacità di autocontrollo.

Riferiamoci al contesto del campione d’indagine degli studi, che è rappresentato dai giovani. A 10-13 anni vengono attuate condotte violente, come la distruzione di oggetti.

Si parla di ‘aggressività motivata dalla rabbia’ perché spesso si ritiene che essa non sia una vera e propria motivazione. La rabbia nasce quando qualcuno si oppone alla realizzazione di un bisogno e viene espressa attraverso il corpo.

L’‘aggressività causata dalla frustrazione’ deriva dalla mancata soddisfazione dei bisogni dell’organismo. E’ una reazione comunque inadeguata a superare l’ostacolo per raggiungere il fine, cioè la soddisfazione.

L’aggressività indagata negli studi

In questi due studi che proponiamo, sono stati esaminati ampi campioni di giovani per lunghi periodi di tempo.

Nel primo studio, il campione è di 322 adolescenti americani, di età compresa tra 10 e 13 anni, che sono stati intervistati ogni anno per 10 anni. Sono emersi tre gruppi di individui: alta violenza iniziale (4%), moderata (23%) e bassa (73%).

I dati dei gruppi con l’elevata violenza iniziale e moderata hanno mostrato un modello curvilineo di videogiochi violenti nel tempo. Mentre il gruppo a basso incremento è aumentato leggermente nel gioco violento dei videogiochi nel tempo.

I ricercatori hanno evidenziato che era il gioco violento perpetuato per molti anni a predire un comportamento aggressivo. Dunque, non solo l’intensità della violenza o il grado di esposizione per periodi più brevi.

Nel secondo studio, il campione è rappresentato da oltre 3000 giovani di Singapore. L’obiettivo è stato indagare se l’esposizione precoce a giochi aggressivi fosse predittiva di problemi di salute mentale, come ansia, depressione, o altri eventuali disturbi, due anni dopo.

I risultati hanno mostrato che né il gioco violento dei videogiochi, né il tempo di videogiochi in generale, hanno predetto ansia, depressione, sintomi somatici o altri disturbi, due anni dopo. Quindi, non è stata trovata alcuna correlazione tra i videogiochi e il funzionamento della salute mentale dei giovani.

Conclusione degli studi

Presi insieme, questi studi evidenziano che le predisposizioni a problemi di salute mentale come la depressione e l’ansia sono quelli più importanti a cui prestare attenzione quando i giovani giocano ai videogiochi, siano essi violenti o meno. E’ emerso anche che qualsiasi potenziale effetto dei videogiochi violenti sul comportamento aggressivo, tende maggiormente a manifestarsi quando l’uso è prolungato. Tuttavia non è stato dimostrato che il gioco stesso causi necessariamente il comportamento aggressivo.

I ricercatori sono arrivati alla conclusione che la correlazione tra i videogiochi violenti e l’aggressività potrebbero essere stati ingigantiti in precedenza. E non hanno trovato correlazioni tra videogiochi violenti e ansia, depressione e altri sintomi e disturbi, dopo due anni. Ma allora perché gli adulti sono preoccupati?

Effetti dei videogiochi violenti e ruolo degli adulti

Gli studi esposti rilevano che è improbabile che i videogiochi violenti rendono i giovani più ansiosi, depressi o aggressivi. Dunque, non ci si deve preoccupare dell’utilizzo dei videogiochi.

Nonostante questo, gli adulti e soprattutto i genitori si dicono preoccupati per l’esposizione dei figli ai videogiochi. Controllano il tempo che i figli trascorrono davanti allo schermo. E il fattore ‘tempo’, in effetti, è importante perché i videogiochi distolgono da altre attività che sono considerate preziose per l’aspetto relazionale, sociale ed emotivo.

Così, è importante aprire un dialogo con i giovani e porsi in una posizione di ascolto emotivo dei loro bisogni. Non essere giudicanti. E dimostrare fiducia rispetto alle loro potenzialità.

Conclusione

Dunque, emerge che i videogiochi violenti potrebbero non essere così pericolosi come si è pensato che fossero. Infatti, non ci sono prove solide e lampanti che i videogiochi violenti portino a comportamenti aggressivi.

La considerazione da tenere a mente è che molti videogiochi violenti possono essere inappropriati per alcuni. Ma è necessaria la supervisione dell’adulto che deve saper comunicare con i giovani, che possono così sentirsi accettati e sviluppare autonomia.

https://www.periodicodaily.com/videogiochi-i-quattro-rivali-di-fortnite/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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