venerdì, Aprile 26, 2024

Conflitto Israele Gaza: sale la tensione in Medio Oriente

Il conflitto tra Israele e Gaza si sta allargando a tutto il Medio Oriente. Nella notte, tre missili sono stati lanciati dalla Siria. Un nuovo raid aereo israeliano ha provocato altre vittime a Gaza, tra le quali donne e bambini. Hamas si è detto disposto a un cessate-il-fuoco, ma Israele è deciso a continuare. Intanto, il Paese ha chiuso le scuole del Sud e del Centro. Mentre domani dovrebbe riunirsi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per valutare la situazione. Salvo ulteriori proroghe.

Conflitto aperto tra Israele e Gaza?

Notte illuminata a giorno su Israele e sulla Striscia di Gaza. Come nei giorni scorsi gli attacchi missilistici di entrambi gli schieramenti si sono susseguiti senza sosta. Alcuni razzi sono stati lanciati dalla Siria verso Israele. Nella città di Gaza il bilancio è drammatico: almeno 136 le vittime e 950 i feriti. Tra questi anche 22 donne e 39 minori. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa, che cita il dicastero della Sanità di Hamas, il governatore de facto dell’enclave. A ben vedere, l’escalation è la diretta conseguenza di una settimana di guerriglia. Di lì, la rivolta ha interessato tutta la regione. Nuovi focolai di tensione sono scoppiati in tutti i Paesi a prevalenza musulmana e non solo. I manifestanti pro Palestina hanno marciato in cortei in Libano, Cisgiordania e Turchia. Ma anche in Europa. Tanto che la sollevazione del mondo arabo fa pensare a una Terza Intifada.

Israele Gaza: continuano le ostilità

Dal canto suo, il gruppo terroristico di Hamas si era detto pronto a un cessate-il-fuoco, purché la tregua venisse rispettata da entrambe le parti. Lo aveva annunciato lo stesso Khaled Mashaal, il leader politico del Movimento islamista che controlla la Striscia. Una proposta, però, non accolta da un belligerante Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano ad interim. “Non è ancora finita“, ha detto il Premier. Piuttosto, nei giorni scorsi il Commando militare di Tel Aviv aveva disposto la chiusura delle scuole del Centro e del Sud del Paese per una settimana. Come a dire: Israele è pronto alla guerra. Pertanto, ci si aspetta che il provvedimento, che aveva interessato circa un milione di studenti, sarà esteso. Nel frattempo, diverse compagnie aeree internazionali hanno sospeso i voli diretti allo Stato ebraico.


Escalation in Israele: sale la tensione per razzi dal Libano


Una situazione caotica

Intanto, continuano i raid missilistici tra Israele e Hamas. Mentre è verosimile che i gruppi attivi nei territori limitrofi approfitteranno della situazione per impartire un duro colpo alle autorità sioniste. Secondo i resoconti dei media israeliani, tre razzi lanciati dalla Siria sono atterrati sulle alture del Golan, a Nord dello Stato ebraico. Un territorio conteso che Israele ha annesso unilateralmente e in violazione del diritto internazionale. Secondo il Times of Israel, non si riporta alcun ferito. Ad ogni modo, l’episodio ricalca quanto avvenuto ieri, quando tre razzi partiti dal Libano contro Israele sono caduti nel Mar Mediterraneo. Anche in quel caso senza provocare vittime. Sebbene quest’ultimo non sia stato rivendicato, il raid viene attribuito ad alcuni militanti islamisti che in questo modo avrebbero provocato l’intervento di Hezbollah.

Hezbollah scenderà in guerra?

Il Partito di Dio, Hezbollah, farà proprie le irrequietezze dei militanti sciiti sostenuti dall’Iran? Al momento, è una circostanza che non va scartata. Del resto, le tempistiche dell’escalation fanno pensare. Soprattutto se si considera che, pur essendosi riacceso, il conflitto israelo-palestinese dura in realtà da decenni. Senza mai interrompersi. Pertanto, non deve sorprendere il fallimento della mediazione egiziana. Nonostante una delegazione della sicurezza abbia incontrato le autorità sioniste, questa “non è riuscita a ottenere riscontri positivi nel fermare l’offensiva israeliana“. Contro Gaza e contro i palestinesi nella Gerusalemme occupata. Una fonte ben informata al Cairo, ha riferito che “Israele ha rifiutato tutte le iniziative e le (proposte di) mediazione“, giunte dall’Egitto come da altri Paesi. Piuttosto, lo Stato ebraico proseguirà la sua operazione su larga scala, ragion per cui ha rafforzato il proprio contingente sulla linea di confine con Gaza.


Hezbollah e Israele sull’orlo della guerra?


Una tregua impossibile?

Pertanto, i funzionari al Cairo si sono rivolti alla comunità internazionale. “L’Egitto ha chiesto ai Paesi occidentali di esercitare pressioni su Israele affinché accetti un tregua di giorni“, dicevano in un nota. Come riporta l’agenzia palestinese Wafa, all’appello si era unito anche il leader Mahmūd Abbās. In particolare, il presidente ha esortato il suo omologo statunitense Joe Biden a intervenire “immediatamente e rapidamente”. Soprattutto per “fermare l’aggressione israeliana in modo tale che la situazione non sfugga al controllo“. Ancora, Abbās aveva detto di considerare “Il governo israeliano pienamente responsabile di questa pericolosa escalation, di questa tensione e del sangue versato dal popolo palestinese“. Il rischio, infatti, è che la “lotta per Al Alqsa”, la Moschea sul Monte del Tempio, si trasformerà nella Terza Intifada.

Conflitto Israele Gaza: Terza Intifada

Una concreta possibilità, per ora. Del resto, lo suggeriscono i 50 bombardamenti condotti in meno di 40 minuti che nei giorni scorsi hanno suggellato la riapertura delle ostilità con Gaza. “Avevo avvertito che avremmo colpito Hamas e altri gruppi terroristici con attacchi significativi ed è quello che stiamo facendo“, ha detto con tono severo il Premier Netanyahu. Prima di aggiungere che “Non è ancora finita“. “Faremo di tutto per riportare la sicurezza dei nostri cittadini“, ha assicurato il Primo ministro. Secondo stime delle Nazioni Unite, oltre 10 mila palestinesi sono sfollati a Gaza. Altri 200 mila senza elettricità. Mancano cibo, acqua e servizi igienico-sanitari. Il carburante finirà domenica. In un tweet, il segretario Onu Antonio Guterres ha scritto: “In segno di rispetto per lo spirito di Eid, chiedo un’immediata cessazione delle ostilità“. Il riferimento è alla festa musulmana di Eid al-Fitr, che segue al digiuno del mese sacro del Ramadan.


Israele ferma i palestinesi non vaccinati


L’Onu nel conflitto Israele Gaza

Sono morti già troppi civili innocenti“, prosegue Guterres. E osserva: “Questo conflitto non può che aumentare la radicalizzazione e l’estremismo in tutta la regione“. A tal proposito è intervenuta la coordinatrice umanitaria Onu in Palestina, Lynn Hastings. “Le autorità israeliane e i gruppi armati palestinesi devono consentire immediatamente alle Nazioni Unite e ai nostri partner umanitari dei portare carburante, cibo e forniture mediche e di dispiegare il personale umanitario.“, ha detto Hastings. “Tutte le parti devono sempre aderire alle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani“. E ancora. “Faccio eco al segretario generale nell’appello per un immediato allentamento e la cessazione delle ostilità a Gaza e in Israele”. “Troppi civili innocenti hanno perso la vita o sono feriti“, ha concluso Hastings.

Le accuse della Cina

Intanto, lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato a domani la riunione che era prevista per oggi. Tanto che la Cina, la cui attendibilità s’intreccia con gli interessi commerciali che vanta in Medio Oriente, aveva accusato gli Usa di “ignorare” le istanze dei palestinesi. In una nota, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha riferito: “Gli Stati Uniti continuano a ostacolare la voce del Consiglio di Sicurezza e ancora una volta si trovano dalla parte opposta della comunità internazionale“. Per poi aggiungere che la Cina, che ha iniziato il suo turno alla presidenza del Consiglio a maggio, “stia attivamente mediando“. Dunque, non resta che attendere le risoluzioni del prossimo Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul conflitto tra israeliani e palestinesi. O, almeno, sulla guerra in corso tra Israele e Gaza.


Israele schiera le truppe: sale la tensione al confine con Gaza

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