venerdì, Marzo 29, 2024

Brexit in UK: manca la manovalanza europea

L’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha portato con sé degli effetti collaterali importanti sul mercato del lavoro britannico. In particolare, la Brexit in UK ha toccato il settore relativo alla catena di distribuzione e quello dell’ospitalità a causa della scarsità di personale proveniente dall’estero.

Come è cambiato il sistema dei visti lavorativi in UK post Brexit?

Dopo il 1° gennaio 2021, lavorare in Inghilterra per uno straniero è diventato più difficile. Prima dell’avvento della Brexit serviva un documento d’identità valido e altri pochi documenti. Per i cittadini europei era necessario compilare un form online per vivere e lavorare in Inghilterra. Ottenendo lo status di “settled” o “pre-settled” (stabilito o pre-stabilito). Ma, l’ultimo giorno per richiederlo era il 30 giugno 2021. Oggi, invece, il sistema è cambiato. Per trasferirsi e lavorare bisogna richiedere un visto lavorativo che viene rilasciato attraverso un sistema a punti, basato sulle competenze e il talento del candidato.


Caos nel Regno Unito per i cittadini dell’UE


Sistema di immigrazione a punti

Oggi, nell’era post Brexit per vivere e lavorare in UK bisogna soddisfare dei requisiti specifici. Innanzitutto, è necessaria una buona comprensione della lingua inglese, bisogna ottenere una certificazione di livello B1. Inoltre, bisogna avere già un contratto di lavoro con uno stipendio annuale di almeno 25.600 sterline. Ma difficilmente un camionista o un cameriere può raggiungere tale stipendio. Bisogna, altre sì, essere qualificati ed avere delle competenze specifiche in un determinato ambito lavorativo. Infine, aver ottenuto un alto livello di istruzione può garantire una “più alta posizione in classifica”. Gli altri requisiti necessari sono: il visto lavorativo, un numero inglese, un conto corrente inglese, il Nin (numero di previdenza sociale), un contratto di affitto e il contratto di lavoro.

Lavoro temporaneo

Il governo del Regno Unito ha stabilito con la Brexit che la sola permanenza sul territorio per un breve periodo di tempo non da la possibilità di lavorare. Per esempio, sono state escluse le sponsorship per i lavori di breve periodo come cameriera o receptionist. Alcune eccezioni sono permesse, queste sono incluse nella Shortage Occupation List. Questa comprende quei ruoli ritenuti dal governo britannico come scarsamente disponibili nel mercato del lavoro dei residenti nel Regno Unito.


Cuochi e camerieri scarseggiano in Inghilterra


UK: le conseguenze della Brexit

Le carenze senza precedenti sia di personale che di materiali sta ostacolando la ripresa economica della Gran Bretagna dopo la pandemia. Nelle ultime settimane, si è acuito il problema legato alla catena di approvvigionamento. I gestori delle catene alimentari, di ristoranti e di supermercati hanno avvertito la loro clientela che a causa di difficoltà nella catena di distribuzione alcuni prodotti non potranno essere più disponibili. Il motivo è la carenza di autisti di camion. Per questo la maggior parte delle industrie di logistica si sta lamentando col governo.

La mancanza di prodotti alimentari

Durante l’estate alcuni articoli, solitamente presenti in gran quantità, sono stati ridotti all’osso. Costringendo i distributori a sopperire alla mancanza rinunciando a servire alcuni prodotti od addirittura a chiudere i negozi. Gli alimenti in questione sono i frullati di McDonalds, il pollo di Nando’s, le caramelle Haribo o anche il latte di Arla. McDonald’s ha confermato di non essere in grado di fornire bevande in bottiglia e frullati in nessuna delle filiali della Gran Bretagna. Poiché, il brand internazionale non è in grado di ottenere abbastanza autisti per assicurarne la fornitura. Mentre, Nando’s ha dovuto chiudere 50 filiali siccome non riusciva a consegnare il pollo ai suoi ristoranti. Nell’ultima settimana, anche le catene Greggs e Costa sono state vittime delle interruzioni della catena di approvvigionamento.


Regno Unito vs UE: guerra commerciale alle porte?


La carenza di autisti in UK nel post Brexit

La carenza di autisti di camion in Gran Bretagna è aumentata a causa di un esodo post-Brexit e post-pandemia dei lavoratori dell’Unione europea. Infatti, la Brexit ha segnato una maggiore difficoltà all’impiego degli autisti dell’Europa continentale. I quali non potevano più essere utilizzati con poco preavviso come prima. Al problema si sono aggiunte le interruzioni della formazione per i nuovi autisti a causa della pandemia e i nuovi più aspri controlli sulla merce diretta in UK. Per anni, l’industria dei trasporti britannica ha lottato per attrarre nuovi autisti per un lavoro che è tradizionalmente estenuante e sotto pagato. Infatti, le politiche implementate in UK con la Brexit hanno fatto sì che la maggior parte dei cittadini dell’UE che progettano di lavorare in Gran Bretagna hanno bisogno di visti che sono tipicamente disponibili solo per lavori più pagati di quelli nei settori della logistica e dell’ospitalità.

I numeri

L’ente commerciale Logistics UK ha detto che la Gran Bretagna ha attualmente una carenza di 90.000 autisti di camion. Il 22 agosto ha chiesto al governo, insieme al British Retail Consortium, di concedere visti temporanei ai camionisti dell’Unione Europea. Per rincarare la dose, Rod McKenzie, direttore della Road Haulage Association che rappresenta l’industria britannica di trasposto su strada, ha dichiarato a Channel 4 News che queste interruzioni continueranno, e peggioreranno nel tempo. Finché il governo non prenderà provvedimenti per porre fine alla crisi della carenza di autisti di camion.

La linea governativa

Il governo britannico ha respinto le richieste delle società di vendita al dettaglio e di logistica che vogliono allentare temporaneamente le regole di immigrazione post-Brexit. Il ministero degli affari britannico ha detto sabato, 28 agosto, che non si aspetta che queste regole sui visti cambino. Nella dichiarazione di un portavoce del governo, riportata Reuters, si dice che: “Vogliamo vedere i datori di lavoro fare investimenti a lungo termine nella forza lavoro nazionale del Regno Unito. Invece di fare affidamento sulla manodopera proveniente dall’estero”.

Dove sono i nuovi autisti britannici?

Gli sforzi per riempire quei posti di lavoro con nuovi autisti britannici sono stati ostacolati perché per gran parte dell’anno scorso, i blocchi pandemici hanno impedito lo svolgimento degli esami di guida. La Road Haulage Association stima che ben 40.000 esami non sono stati condotti. La formazione di un nuovo autista richiede fino a sei mesi.

Le richieste al governo

La Logistics UK è frustrata dalla decisione del governo di respingere la richiesta dell’industria. La compagnia insieme alla Road Haulage Associaton chiede di includere gli autisti di camion nella Shortage Occupation List. E di creare 10000 visti stagionali per gli autisti. Come misura a breve termine per alleviare la pressione sulla catena di approvvigionamento del Regno Unito mentre viene formata una forza lavoro nel Regno Unito. L’associazione aveva presentato il suo piano di 12 punti all’inizio di quest’anno ma non è ancora stato attuato.

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