martedì, Aprile 16, 2024

Arriva il Veganuary 2023 tra forza e semplicità

Si dice che quando si chiude una porta si apra un portone. Nel corso della vita, ogni essere umano si lascia alle spalle molteplici imboccature serrate. Il problema è che non sempre è semplice individuare l’ingresso successivo, che sia questo più o meno ampio. Oggi sono già trascorsi tre giorni dall’alba del nuovo anno. Dunque, un enorme bocca contenente 365 giorni si è appena sigillata. Quale occasione migliore per iniziare a guardare l’orizzonte con occhi nuovi? Proviamoci insieme col Veganuary 2023.

Veganuary 2023: in che cosa consiste il progetto?

Per comprendere l’intento dell’iniziativa, dobbiamo prima fare un passo indietro, risalendo alle sue radici. Ci troviamo in Inghilterra, nell’anno 2015. Qui nasce l’associazione Veganuary, il cui nome unisce il termine “vegan” e la parola “january”, ossia gennaio. Fin dagli albori, la società inizia a occuparsi di fare informazione sul veganismo in tutte le sue sfumature. Portando alla luce la tematica dell’impatto dei prodotti d’origine animale sull’ambiente, quello della sofferenza di migliaia di animali sfruttati e uccisi a fini alimentari. Smascherando inoltre molti dei falsi miti legati alla nutrizione a base vegetale. Promuovendo inoltre la semplicità di condurre un’alimentazione vegetale e la golosità dei suoi sapori. Da questa linea di pensiero, nasce la sfida del Veganuary. La quale consiste nel mangiare plant-based per tutto il mese di gennaio.


Il Veganuary è il nuovo trend del momento, ecco perché


Trentuno giorni per prendere consapevolezza

Potrà sembrare strano, ma un mese d’alimentazione vegana ha un impatto enorme sia su chi si mette in gioco, sia sul circostante. Innanzitutto, mangiare vegetale significa ridurre la nostra influenza negativa sull’ambiente. Non a caso, la carne rappresenta la causa principale della deforestazione mondiale, responsabile del 41% della distruzione delle foreste tropicali. Non manca, inoltre, la produzione di gas serra, che è da dieci a cinquanta volte maggiore rispetto a quella legata alla produzione di alimenti vegetali. Senza contare che l’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha stimato che gli allevamenti atti ai prodotti d’origine animale inquinano più dell’insieme di tutti i mezzi di trasporto presenti sulla Terra. Per non parlare del consumo d’acqua. Per produrre un chilo di carne servono all’inirca 15000 litri d’acqua. Un numero a dir poco esorbitante.

Già da questi dati, possiamo comprendere quanto un mese d’alimentazione vegetale permetta al nostro pianeta di tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia, l’aspetto ambientale non è l’unico da tenere a mente. Man mano che si ha a che fare col mondo del veganismo, si compiono parecchie connessioni e riflessioni all’interno della propria mente. Una delle più importanti riguarda il rapporto gusto- beneficio. Spieghiamoci meglio. Siamo nel 2023. Il regno della cucina vegana ha fatto passi da gigante, anche in Italia. Al giorno d’oggi, mangiare plant-based non significa più accontentarsi di pochi insipidi prodotti. Al contrario, ormai è possibile riprodurre qualsiasi tipo di sapore. Anche il più “carnivoro” o il più “formaggioso”. Dunque, ci si rende conto che non esiste la fantomatica rinuncia al gusto. Anzi, oltre a non abbandonare la golosità, si scoprono anche molti sapori nuovi, dato che, sovente, si sperimentano preparazioni e ingredienti prima sconosciuti ai nostri occhi. O, magari, si cominciano a trattare diversamente i fidati componenti delle ricette di sempre. Alla luce di ciò, scaturisce un pensiero: vale davvero la pena continuare a consumare piatti che fanno soffrire l’ambiente e milioni di vite senzienti?

Parola d’ordine: respira

Il Veganuary 2023, come per gli anni precedenti, porta con sé una serie di consapevolezze. Infatti, è possibile che il cervello vada incontro a un sovraccarico emotivo. Sono frequenti sensi di colpa o d’inadeguatezza. Ecco perché è importante fermarsi un attimo a riflettere. Per quanto la situazione degli animali da allevamento e quella dell’ambiente siano tragiche, dobbiamo anche pensare alla nostra persona. Anche noi siamo importanti. Andare incontro al cambiamento significa dar vita a un processo per nulla semplice. Dunque, è meglio prima valutare se si è prontə o meno. Se il primo gennaio non è il nostro giorno, allora possiamo sempre cominciare più tardi. In qualsiasi momento dell’anno. E magari procedendo a piccoli passi. Un strategia, ad esempio, può consistere nel mangiare vegetale solo qualche giorno a settimana, o qualche volta durante il dì. Senza contare che non è assolutamente necessario riempire in frigo con prodotti elaborati presenti sugli scaffali dei supermercati. Si può benissimo cominciare dagli ingredienti più semplici, rivisitandoli nelle loro infinite sfumature.

I cambiamenti non avvengono in un battito di ciglia. Il Veganuary 2023 vuole rappresentare un trampolino di lancio per volare verso un futuro un po’ più verde. Nel quale esseri umani e animali convivono il più possibile in libertà e rispetto reciproci. E nel quale il termometro legato al pianeta Terra possa scendere di qualche grado. L’atto di mangiare appare come uno dei gesti più scontati che compiamo. Eppure, tramite la nostra forchetta possiamo influire sul presente e sul futuro. E, sebbene tutto questo possa apparire come una goccia nell’oceano, ricordiamoci che l’oceano è composto da minuscoli atomi e molecole. I quali, raggruppati insieme, formano una magnifica marea. Colma di forza e di vita.



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