sabato, Maggio 18, 2024

Agnès Callamard: minacciata di morte da “alto profilo” del governo di Riad

Agnès Callamard è un’incaricata dall’Onu: il suo compito era quello di investigare sull’omicidio dell’oppositore saudita Jamal Khashoggi. Durante un’intervista al Guardian ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte da un funzionario di “alto profilo” del governo di Riad. Ma vediamo insieme uno stralcio dell’intervista.

Come si sono svolti i fatti?

La relatrice delle Nazioni Unite per gli omicidi extragiudiziali ha riferito al Guardian che nel gennaio 2020 un suo collega l’ha avvertita circa sul fatto che un importante diplomatico saudita l’aveva minacciato due volte. Questo durante un vertice a Ginevra, l’avvertimento? Che qualcuno “si sarebbe preso cura” di lei se l’Onu non l’avesse frenata.


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Com’è possibile che questo sia accaduto in un posto così importante?

A una domanda del Guardian su come tali parole fossero stata percepite dai colleghi, Callamard ha spiegato che la frase: “è stata interpretata come una minaccia di morte”. La diplomatica francese, che il mese prossimo lascerà l’attuale ruolo per diventare segretario generale di Amnesty International, è stata la prima funzionaria a indagare e scrivere un rapporto di 1000 pagine, sull’omicidio di Khashoggi. L’omicidio è avvenuto nel 2018 nel consolato saudita di Istanbul su ordine diretto, secondo molte ricostruzioni, del principe ereditario saudita, Mohamed bin Salman. Che intendeva punirlo per gli editoriali critici del regime pubblicati dall’oppositore sul Washington Post.

Agnès Callamard: cosa racconta il rapporto di 100 pagine?

Il rapporto redatto da Callamard, pubblicato nel 2019, mostra con “prove credibili” la responsabilità di Bin Salman e altre figure rilevanti del governo saudita nell’assassinio di Khashoggi. Una tesi, quest’ultima, confermata da un recente rapporto dell’intelligence USA: secondo il quale l’omicidio aveva ricevuto il via libera del Principe. Lui ha sempre negato ogni coinvolgimento e sostiene che la morte di Khashoggi sia stata un’iniziativa personale di alcuni agenti sauditi. Il diplomatico autore della minaccia – ha proseguito Callamard – avrebbe espresso rabbia per il risultato delle indagini e insinuato che la funzionaria avesse ricevuto soldi da parte del Qatar, una tiritera che spesso viene usata nei confronti di chi esprime critiche nei confronti del governo di Riad. Il rappresentante saudita, rivolto ai funzionari Onu, avrebbe poi affermato di conoscere “persone che si sarebbero prese carico del problema se non lo avessero fatto loro”.


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