domenica, Maggio 5, 2024

Un’altra “Atlantide” individuata grazie ai campi magnetici

Gli archeologi lavorano contro il tempo per trovare civiltà sommerse nelle terre che collegavano le isole britanniche all’Europa e altre città perdute sotto il mare. Un gruppo di scienziati dell’Università di Bradford continua la ricerca di uno dei più grandi insediamenti preistorici europei sotto le acque del Mare del Nord. Utilizzando i campi magnetici, i ricercatori stanno indagando sui segreti dimenticati di questa cultura perduta, mentre altri team cercano altre città e civiltà perdute, nuove “Atlantidi” che non hanno nulla a che fare con il mito di Platone e sono scomparse millenni fa sotto le acque dell’oceano.


Per anni, il progetto scientifico Europe’s Lost Frontiers ha studiato i resti del Doggerland, la distesa che collegava l’Europa alla parte orientale delle isole britanniche. Gli archeologi ritengono che questa ricca terra fosse piena di stagni, paludi, fiumi e foreste durante il Mesolitico, la fase intermedia dell’Età della Pietra. Qui si stabilirono grandi insediamenti umani, motivati dalla presenza di alcune delle più ricche zone di caccia e pesca del continente. Gravi tsunami e grandi frane come quella di Storegga – causata dallo scioglimento dell’ultima era glaciale circa 8.200 anni fa – fecero sì che il Doggerland venisse sepolto dal mare. Millenni dopo, “l’Atlantide britannica” è rimasta nelle profondità, con i suoi tesori archeologici lontani dalla nostra portata e avvolti nel mistero.


Alla ricerca di mondi sommersi


Ora, gli scienziati britannici hanno introdotto un nuovo metodo di indagine utilizzando dispositivi chiamati magnetometri. Questi strumenti – già utilizzati in altre attività come l’estrazione del petrolio, l’esplorazione del gas o l’installazione di parchi eolici offshore – servono a rilevare i campi magnetici e sono molto utili per l’esplorazione archeologica.
I magnetometri utilizzati da questi scienziati assomigliano a siluri che scivolano sott’acqua attaccati a un cavo che li collega a una nave di rilevamento. La tecnica permette di mappare strutture, manufatti e formazioni geologiche sepolte senza dover scavare o disturbare fisicamente il terreno.
“Piccoli cambiamenti nel campo magnetico possono indicare cambiamenti nel paesaggio, come aree di formazione di torba e sedimenti dove si è verificata l’erosione, ad esempio nei letti dei fiumi”, spiega Ben Urmston, uno dei ricercatori responsabili dello studio, in un comunicato dell’università. I cambiamenti possono anche mostrare tracce archeologiche, come antichi insediamenti e altri oggetti sommersi.


Un allarme climatico


Gli studiosi del Doggerland stanno correndo contro il tempo per documentare un’area che si sta rapidamente trasformando a causa dell’installazione di enormi parchi eolici. Secondo gli esperti, l’area è destinata a diventare il più grande serbatoio energetico d’Europa. “L’esplorazione dei paesaggi sommersi sotto il Mare del Nord rappresenta una delle ultime grandi sfide dell’archeologia. Raggiungere questo obiettivo diventa ancora più urgente con il rapido sviluppo del Mare del Nord per l’energia rinnovabile”, ha dichiarato Vince Gaffney, archeologo capo della ricerca, in un comunicato.

Doggerland rappresenta anche un simbolo di un pericolo attuale: la minaccia di scomparsa di città e territori come Tuvalu nell’Oceano Pacifico. Il pericolo è imminente a causa dell’azione umana, avvertono i climatologi. Tuvalu e altre aree, come le Maldive, rischiano di diventare future Doggerlands e, in un futuro lontano, altri archeologi dovranno riscoprire i loro resti sommersi sotto il mare. Nel frattempo, i magnetometri e altre nuove tecnologie – come il LiDAR o gli scanner a muoni – alimentano il sogno di scoprire nuove terre perdute, come la leggendaria e magica Atlantide, che rimane viva nell’immaginario collettivo pur essendo solo un mito raccontato da altri. Per il momento, la tecnologia odierna ha già svelato il segreto di altre civiltà sommerse sotto il mare, molto meno avveniristiche ma altrettanto sorprendenti, come l’antica città di Pavlopetri in Grecia, vecchia di quasi 5.000 anni. O la storica città di Mahabalipuram, in India, dove si trovano templi sommersi che sono stati a lungo oggetto di leggenda.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles