venerdì, Maggio 17, 2024

Una meraviglia geologica dell’Appennino italiano diventa Patrimonio dell’Umanità

L’Italia resta in cima alla lista del Patrimonio mondiale: il 59° sito recentemente riconosciuto è una meraviglia geologica dell’Appennino. Questa vasta area dell’Emilia-Romagna ospita una particolare forma di carsismo, sviluppata in rocce evaporitiche (gessose).

Pochi giorni fa le Nazioni Unite hanno aggiunto 37 nuovi siti alla Lista del Patrimonio Mondiale protetto dall’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

I 37 nuovi siti includono un antico tempio romano in Francia, un’isola al largo delle coste della Tunisia, l’antica Gerico in Palestina, un sito archeologico in Cambogia e persino una meraviglia geologica che si trova nell’Appennino settentrionale italiano: il carsismo e le grotte nelle rocce evaporitiche dell’Emilia-Romagna.
Cosa sono i siti del Patrimonio mondiale? La definizione di “patrimonio mondiale” risale al 1972, quando l’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) adottò la Convenzione per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale per salvaguardare i siti di “eccezionale valore universale”.
Questo nuovo patrimonio mondiale porta a 59 il numero di siti UNESCO in Italia e conferma il nostro Paese al primo posto nella classifica dei Paesi con il maggior numero di siti del patrimonio mondiale, seguito dalla Cina. La maggior parte dei siti italiani patrimonio dell’umanità sono meraviglie architettoniche e archeologiche del passato, ma in questo caso è anche il patrimonio naturale e geologico a essere riconosciuto.

Il nuovo sito del patrimonio mondiale in Italia

Questo nuovo sito, spiega l’UNESCO, è un terreno carsico epigenico eccezionalmente ben conservato ed esteso situato nella regione italiana dell’Emilia-Romagna, nell’Appennino settentrionale. Ha un’altissima densità di grotte: oltre 900 grotte in un’area relativamente piccola, con una superficie totale di oltre 100 km di grotte.

La particolarità di queste grotte è che invece di essersi formate in roccia calcarea, si sono fermate in roccia evaporitica e gessosa.

Si tratta del primo e più studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo – aggiunge l’UNESCO – con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Inoltre, comprende alcune delle grotte gessose più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri di profondità.

La regione Emilia-Romagna è il primo e più studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo – aggiunge l’UNESCO – con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Comprende anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri sotto la superficie.
Il sito è costituito da sette aree situate nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.

Le aree riconosciute dall’UNESCO


Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (Sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Gessi di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

Secondo il sito della Regione Emilia-Romagna, in quest’area si trova la grotta epigenica più lunga del mondo (oltre 11 km), la più profonda (265 metri), la sorgente salina più grande d’Europa e una straordinaria varietà di minerali e forme carsiche che sono state studiate fin dal XVI secolo e sono un punto di riferimento internazionale per lo studio del carsismo evaporitico.

In quest’area si trova la grotta epigenetica in roccia evaporitica più lunga del mondo (oltre 11 km), la più profonda (265 metri), la più grande sorgente salina d’Europa e una straordinaria varietà di minerali e forme carsiche che sono state studiate fin dal XVI secolo e sono punti di riferimento internazionali per lo studio del carsismo evaporitico.
Le rocce evaporitiche in cui si trovano le grotte testimoniano due momenti importanti della storia della Terra: la disgregazione del supercontinente Pangea (200 milioni di anni fa, quando si formò il gesso triassico) e la crisi di salinità del Messiniano, quando il Mediterraneo si trasformò in un enorme lago salato (6 milioni di anni fa, quando si formò il gesso messiniano).

Le grotte visitabili in questo nuovo Patrimonio dell’Umanità sono quelle della Spipola (Gessi Bolognesi), della Tanaccia e del Re Tiberio (Vena del Gesso Romagnola) e di Onferno.

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