domenica, Aprile 28, 2024

Un nuovo esame del sangue può prevedere il rischio di schizofrenia e il trattamento migliore

Un nuovo esame del sangue per la schizofrenia, sviluppato dai ricercatori dell’Indiana University School of Medicine, segna un grande progresso nella diagnosi e nel trattamento di questa difficile condizione psichiatrica.

La schizofrenia, che colpisce oltre 3 milioni di persone negli Stati Uniti, è caratterizzata da sintomi gravi come allucinazioni e deliri.

L’innovativo test rileva specifici biomarcatori nel sangue, fornendo un modo oggettivo per misurare la gravità della condizione di una persona e il suo rischio di sviluppare la schizofrenia in futuro.

Questo potrebbe rivoluzionare il modo in cui i pazienti vengono abbinati ai trattamenti più efficaci in base alla loro composizione biologica unica.

La schizofrenia è tradizionalmente difficile da diagnosticare, soprattutto nelle fasi iniziali, il che rende cruciale allineare i pazienti con i trattamenti appropriati fin dall’inizio.

Il dottor Alexander Niculescu, autore senior dello studio, sottolinea l’importanza di una diagnosi precoce e accurata. Fa notare che la giovane età adulta, il periodo tipico di insorgenza della psicosi, è un momento critico della vita.

Fattori come lo stress e l’uso di sostanze, compresa la marijuana, possono scatenare episodi psicotici in chi è geneticamente predisposto a questa condizione. Senza un intervento, la psicosi può portare a danni biologici, sociali e psicologici.

Lo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, ha seguito pazienti psichiatrici per un decennio, identificando i biomarcatori legati a stati di forti allucinazioni e deliri e prevedendo futuri ricoveri psichiatrici.

Ha inoltre individuato quali biomarcatori sono bersaglio dei farmaci esistenti, facilitando l’abbinamento preciso dei pazienti ai trattamenti.

Questo approccio fa parte di un più ampio spostamento verso la psichiatria di precisione, che mira ad adattare i trattamenti ai singoli pazienti sulla base di specifici indicatori biologici.

La ricerca si basa su due decenni di lavoro di Niculescu e del suo team sui biomarcatori ematici per vari disturbi psichiatrici, tra cui i disturbi dell’umore, l’ansia, il disturbo da stress post-traumatico, il rischio di suicidio, il dolore e i disturbi della memoria.

Il test appena sviluppato supera le scale standard per la valutazione di allucinazioni e deliri, riducendo la soggettività e l’incertezza nelle valutazioni psichiatriche.

Niculescu sottolinea l’efficacia dei farmaci esistenti se correttamente abbinati ai pazienti nelle prime fasi del trattamento. Oltre ai farmaci, il supporto sociale e psicologico svolge un ruolo fondamentale nella gestione della schizofrenia.

Questo nuovo test non solo promette di migliorare la nostra comprensione della cognizione e dei suoi disturbi, ma offre anche la speranza di strategie di trattamento più personalizzate ed efficaci per le persone affette da schizofrenia.

I risultati della ricerca sono disponibili in Molecular Psychiatry.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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