Tassa sulle merendine: pro e contro dell’eventuale manovra

Si parla da giorni di una nuova possibile tassa sulle merendine, provvedimento che avrebbe un duplice scopo. Ma quali sarebbero i suoi effettivi risultati?

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Uno dei possibili provvedimenti del nuovo governo che più stanno facendo discutere è la possibile nuova tassa sulle merendine, da applicare sui prodotti acquistabili attraverso i distributori presenti in scuole ed università e, forse, anche altrove. A proporla è l’attuale ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti (Movimento 5 Stelle), intenzionato in questo modo sia a scoraggiare abitudini alimentari pericolose per le persone in fase di crescita che a fare cassa in vista dell’imminente manovra economica. Ma quali sarebbero effettivamente gli effetti di un provvedimento del genere? Vediamolo insieme.

Chiaramente, mettere una tassa sulle merendine al fine di scoraggiarne il consumo fra i banchi scolastici ed universitari avrebbe, come effetto, quello di far calare il consumo dei suddetti snack: in Italia siamo tutti un po’ allergici alle nuove tasse, e già questo basterebbe da solo a causare una forte riduzione dei consumi delle merendine, figuriamoci con il sovrapprezzo che per ovvi motivi deriverebbe dalla manovra. I risultati di questa manovra si vedrebbero dunque su due fronti: salute ed economia.

Tassa sulle merendine: la questione salute vs quella economica

Minori consumi di merendine da parte degli studenti potrebbero dunque spingerli ad optare per snack scolastici più salutari, magari confezionati a casa o un frutto, ma non è comunque detto che sia così, soprattutto se la manovra colpisse soltanto le merendine vendute a scuola. Qualora la nuova tassa fosse invece applicata sulle merendine in generale, è chiaro che lo scopo relativo alla salute dei ragazzi potrebbe essere molto più facile da raggiungere: molte famiglie sarebbero spinte verso cibi differenti, e magari qualcuno tornerebbe davvero alle merende casalinghe tipiche di altre generazioni.

A livello economico, tuttavia, siamo sicuri che la manovra abbia effetti positivi? Il calo dei consumi potrebbe essere tale che i nuovi introiti per lo stato non siano particolarmente rilevanti e, se questo calo fosse effettivamente ingente come ipotizzato da vari economisti, potrebbe addirittura causare la perdita di vari posti di lavoro e danni gravi all’economia nella sua interezza. Chiaramente, questo aspetto risulterebbe rilevante solo qualora entrasse in vigore una nuova tassa sulle merendine in genere e non soltanto su quelle vendute fra i banchi: una legge mirata ai soli distributori automatici localizzati in strutture scolastiche ed universitarie renderebbe ben meno rilevante l’impatto economico sulle aziende.

L’effettivo futuro di questa idea

Vedremo dunque se l’idea sarà portata avanti e con che modalità, se riferite quindi al solo “commercio” intra-scolastico o alle merendine in generale. Le opposizioni per adesso sono sul piede di guerra sull’argomento, mentre il presidente del consiglio Giuseppe Conte sembra non vedere particolari criticità al riguardo: tutto lascia pensare che il percorso tracciato continui ad essere perseguito, ma non potremo comunque esserne sicuri finché il tutto non sarà stato reso ufficiale.

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