Ogni scrittore ha un suo genere, ed è bravissimo in questo. Qualcuno sperimenta vari generi, e se la cava meglio in uno piuttosto che nell’altro.
Qualcuno, semplicemente, è The King.
Tornato a far parlare di sé con il nuovo adattamento cinematografico di It, Stephen King è nato esattamente settantadue anni fa a Portland, nel Maine, luogo dove ambienterà la maggior parte dei suoi lavori. Figlio di un militare, due anni prima della sua nascita i suoi genitori adottano un primo figlio, David, al quale il Re è tuttora molto legato.
L’Istituto: il nuovo romanzo di Stephen King
Quando un giorno Donald King scompare, la famiglia ridotta a tre membri si ritrova a doversela cavare con la sola forza della madre, Nellie. Stephen soffrirà molto la mancanza del padre, e in molti suoi libri (Shining, L’incendiaria) si analizzano i diversi aspetti del rapporto padre-figlio.
In giovane età la sua salute inizia a dargli problemi, e lo costringe a saltare spesso la scuola. Inizia quindi a leggere moltissimo e a copiare fumetti, e si avvicina al mondo dell’horror a dieci anni, dopo aver visto un film sugli extraterrestri. È allora che inizia anche a scriverne, spinto dalla lettura di Edgar Allan Poe e Howard Lovecrafts.
Nel 1959 inizia a collaborare con una piccola rivista fondata dal fratello maggiore, e l’anno seguente manda i suoi racconti brevi a varie riviste in cerca di pubblicazione. I risultati non sono lusinghieri, ma King non si arrende.
Nel 1969 conosce Tabitha Spruce, che nel 1971 diventerà sua moglie (e scrittrice a sua volta). Insieme hanno tre figli: Naomi, Joseph e Owen, questi ultimi oggi scrittori. Gli inizi non sono facili per la nuova famiglia; Stephen continua a scrivere, ma nessuno dei suoi romanzi ha successo. Poi, nel 1973 sua moglie Tabitha scopre in un cassetto un manoscritto, che il marito non ha mai sottoposto a un editore. Lo convince a riprenderlo e a tentare la sorte. Risultato: 2500 dollari di anticipo per pubblicarlo e un milione di copie vendute. Il titolo è Carrie.
Da allora la carriera di Stephen King prende il volo. Ha ventisei anni, è giovanissimo ma i due libri successivi, Le notti di Salem (1975) e Shining (1977) hanno ancora più successo, e lo incoronano come “il Re del Terrore”. Titolo consacrato definitivamente nel 1986 con l’uscita di It, un tomo da più di mille pagine ma che riesce a tenere incollato il lettore fino all’ultima parola.
È nel periodo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta che King inizia ad abusare di alcol e droga (recentemente ha confessato che sarebbe stato sotto effetto di stupefacenti nel corso della stesura di It). Seppur con difficoltà questo periodo viene superato, e la produzione di Stephen King prosegue.
Non solo horror, però. Il Re sperimenta anche il fantasy, in lavori come Il miglio verde o Il talismano e relativo seguito La casa del buio, questi ultimi in collaborazione con l’amico Peter Straub. O la Saga della Torre Nera, formata da otto romanzi. E parliamo anche del periodo in cui ha usato uno pseudonimo, Richard Bachman, con il quale ha pubblicato quattro libri, ugualmente riusciti anche se forse di minor successo.
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Nel 1999 un grave incidente gli fa rischiare la vita, ma se la cava e riprende la sua attività letteraria con On writing.
Innumerevoli sono i successi di Stephen King. Molti hanno dato ispirazione a registi come Brian De Palma (Carrie, 1976) e Stanley Kubrick (Shining, 1980), spesso con il suo aiuto nella sceneggiatura. Ha dichiarato di scrivere ogni giorno, eccetto il Giorno del Ringraziamento, Natale e il suo compleanno, cioé oggi.
Dunque oggi festeggiamo uno scrittore che può piacere o non piacere, ma che ha fatto comunque la storia della letteratura dell’orrore. Sperando che ci regali ancora tanti successi.
Buon compleanno, mr. King.