La rivista Vogue Talents per il mese di febbraio si è concentrata sulla moda sostenibile. Tra le aziende menzionate tra le più attente a questa tematica c’è S.S. Daley. Il magazine ha contattato per un’intervista il designer Steven Stokey Daley, il quale ha spiegato come è nato il suo concetto di moda legato alla sostenibilità. Ha rivelato che il suo interesse per il fashion è emerso un po’ a sorpresa nel periodo in cui stava studiando l’arte.
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Steven Stokey Daley: com’è nato il suo stile
Lo stilista ha affermato che non si può dare una definizione unica delle motivazioni che spingono una persona a decidere che il proprio futuro è nel settore della moda. Allo stesso tempo, ha spiegato che questo settore gli sta permettendo di approfondire al meglio le sue “passioni letterarie”. Steven Stokey Daley a Vogue Talents ha raccontato che finora la sua attività si è concentrata sulla “osservazione di una cultura dominata dagli uomini”. Ha sviluppato una grande passione per romanzi come Maurice (di E.M. Forster) e Brideshead Revisited (di Evelyn Waugh) che hanno una natura eccentrica ma allo stesso tempo mostrano come si possano raggiungere determinati obiettivi di nascosto. Lo stilista inglese non ha dimenticato di provenire dalla classe operaia di Liverpool, e questa sua condizione all’inizio gli ha dato la sensazione che potesse essere “alieno e pericoloso” avvicinarsi ad un settore elitario come quello della moda. Pensava infatti che non fosse tagliato per lui e che lo avrebbe colto di sorpresa. E così ha deciso di capovolgere la prospettiva, andando ad analizzare “ciò che i collegi britannici hanno prodotto nella vita reale”, ossia la maggioranza dell’attuale classe politica britannica. Steven Stokey Daley ha quindi evidenziato che: “Il carattere animalesco dei loro segnali sociali ricorda le interazioni in stile Lord of the Flies”. Partendo da questo presupposto, ha realizzato la sua collezione S.S. Daley allo scopo di diffondere sensazioni di leggerezza e “omo-sociali”.
