Sembra una Vespa, va come una Vespa, ma non ha l’odore di una Vespa

Tra i design iconici del vivace dopoguerra italiano, pochi catturano l’essenza della Dolce Vita come una Vespa o una Lambretta. Sono gli scooter a motore dallo spirito libero che hanno portato la mobilità alle masse e sono diventati amati in tutta Italia e, successivamente, nel mondo.

Quanto costa una Vespa d’epoca?

Mentre le due società producono ancora scooter, quei primi modelli, i cui motori a due tempi lamentosi emettono pennacchi di fumo aromatico, sono di gran lunga i più ricercati dai collezionisti, alcuni fino a 30.000 dollari. Ma proprio mentre gli scooter vintage stanno raggiungendo un nuovo picco di popolarità, un’ondata di normative sulle emissioni volte a ridurre l’inquinamento minaccia il loro accesso ai centri delle città europee. All’interno di ogni regolamento, però, c’è un’opportunità, e un appassionato di scooter per tutta la vita l’ha colta saldamente per il tubo di scappamento.

Cosa ha fatto McCart

Niall McCart, un irlandese della città di Armagh, ha ottenuto la sua prima Vespa a 16 anni. De rigueur per un giovane travolto dal revival Mod britannico dei primi anni ’80, anche la Vespa era eminentemente pratica. “Un due tempi è una struttura meccanica molto semplice“, ha detto McCart, con una modestia comune a chi è dotato di talento meccanico. “Potrei aggiustarlo con un cacciavite e un martello” un’abilità che alla fine gli sarebbe servita bene nei rally lungo la costa inglese e in lunghi tour in Europa e India. Nel 1989, all’età di 21 anni, il signor McCart si trasferisce a Londra, dove, dopo aver lavorato in edilizia e nella consegna di pacchi su una Vespa, inizia a lavorare come meccanico presso un’officina di scooter. Nel 2000 ha aperto la propria azienda in una casetta da giardino. Oggi, la sua attività, Retrospective Scooters, occupa un magazzino di 3.500 piedi quadrati nella città dell’East End di Walthamstow.

McCart e le restrizioni sui veicoli d’epoca

Con la crescita degli affari del signor McCart sono cresciute anche le restrizioni sui veicoli più vecchi. Le prime zone a basse emissioni dell’Unione europea sono state istituite nel 1996. Nel 2018 erano oltre 260, e sono ancora in aumento. Londra ha una di queste zone, oltre a una zona a emissioni estremamente basse, nel centro della città. Introdotta nell’aprile 2019, la zona più rigida si espanderà sostanzialmente questo ottobre. Per guidare al suo interno, i proprietari di scooter inquinanti devono pagare una tariffa giornaliera di 12,50 sterline (circa 15 euro). Il mancato pagamento può comportare una pesante multa. Nel 2017, con la fine degli scooter economici e sporchi che incombeva, il signor McCart ha posto una domanda a un amico e collega appassionato di scooter, John Chubb: “Non sarebbe fantastico se potessimo rendere le nostre vecchie Vespe elettriche?” Il signor Chubb ricorda vividamente il momento. “Eravamo seduti in una tenda in un festival musicale in Cornovaglia, e lui diceva che il futuro è elettrico. Ho detto: “Penso che potrei costruirne uno”.

Il signor Chubb

Potrebbe anche portare una serie di competenze tecniche al progetto. Comandante in pensione della Royal Navy con una laurea in ingegneria elettrica e scienza missilistica, il signor Chubb è anche un esperto di missili anti-nave, una qualifica il cui beneficio, sebbene forse non quantificabile, non poteva far male. Il brief del signor McCart era esplicito. La conversione “non doveva interferire in alcun modo con il design originale e la configurazione degli scooter“, ha detto. “Non si esegue alcun taglio, saldatura o distruzione del telaio originale.” E di fondamentale importanza per preservare il valore di uno scooter, il processo doveva essere reversibile. Un incontro con una casa cinese a un salone motociclistico di Milano nel 2017 si è rivelato determinante. “I cinesi guidano scooter elettrici da più di 15 anni“, ha detto McCart. “L’hanno fatto e l’hanno perfezionato. Avevano preparato tutto “. Il signor Chubb, nel frattempo, ha collaborato con il direttore tecnico di QS Motor, un’azienda nella provincia di Zhejiang che produce motori per scooter elettrici ed e-bike. “Abbiamo avuto un’ottima conversazione“, ha detto il signor Chubb. “Avevo fatto un sacco di calcoli sui primi principi sulla potenza di un motore elettrico e su come avrebbe funzionato in uno scooter elettrico. Ho visto tutte le sue equazioni, e io e lui lo abbiamo fatto esattamente allo stesso modo. Vedere quei dati è stato molto interessante“, ha continuato, “perché sapevamo esattamente dove si trovava il punto debole in termini di specifiche di ciò che volevamo eseguire come motore e potevamo farlo funzionare più o meno con un’efficienza ottimale”.

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Una Vespa elettrica

Il signor McCart e il signor Chubb hanno ideato il piano di base: tirare il serbatoio del gas e inserire una batteria agli ioni di litio al suo posto, e sostituire il forcellone originale dello scooter (che supporta il motore e la ruota posteriore) con un forcellone su misura che tiene una ruota con un motore del mozzo incorporato. Il signor Chubb si mise al lavoro sul prototipo, incontrandosi periodicamente con il signor McCart, che mise a punto vari componenti. Nel giugno 2018, McCart ha presentato la loro creazione – una Vespa Primavera del 1976 elettrificata – al raduno dei Vespa World Days a Belfast, Irlanda del Nord. La reazione iniziale è stata scettica. “Questi ragazzi erano puristi”, ha detto McCart. “Erano contrari quando l’hanno visto“, ha ricordato, “ma non appena l’hanno portato dall’altra parte del parcheggio e sono tornati indietro, hanno avuto il sorriso più grande in faccia.” Un pilota ha dato un suggerimento fondamentale: “Devi venderlo come kit“. Il signor McCart, che aveva pianificato di offrire conversioni elettriche solo come servizio, ha abbracciato l’idea. “Ho pensato: ‘Ha ragione. Devo renderlo davvero semplice. “Il passo successivo è stato provare a creare un kit plug-and-play.“

Il kit della Retrospective Scooters

Tre anni dopo, Retrospective Scooters vende kit per cinque tipi di Vespa e Lambretta vintage. Con un costo di £ 3.445 (circa 4000 euro), ciascuno include una batteria da 64 volt e 28 ampere che può spingere uno scooter a una velocità massima di 80 chilometro all’ora e fare tra 50 e 55 chilometri con una carica. Alcuni scooter possono ospitare due o tre batterie. Una Lambretta GP, ad esempio, dotata di tre unità agli ioni di litio, può percorrere circa 200 chilometri tra una ricarica e l’altra. Il signor McCart, però, pensa che una singola batteria sia sufficiente. “Non dimentichiamo per cosa sono stati inventati gli scooter: viaggiare in un raggio di 30-40 chilometri da dove vivevi”, ha detto. Ad oggi, il signor McCart ha venduto 60 kit: 24 in Gran Bretagna (20 dei quali installati nel suo negozio) e 36 a clienti all’estero, principalmente, e in qualche modo sorprendentemente, al signor McCart, negli Stati Uniti. “Mi aspettavo di più in Europa“, ha detto, “ma c’è un bel po’ di burocrazia e ispezioni ufficiali di qualsiasi modifica del veicolo, quindi non c’è davvero alcun incentivo per gli europei ad acquistare il nostro kit con tutto ciò contro di loro”.

La nuova incarnazione è così furtiva, infatti, il signor Chubb scopre che “quando vivi in ​​un villaggio tranquillo, le persone camminano proprio di fronte a te”. Sta esaminando i generatori di rumore in grado di produrre qualsiasi cosa, dal rombo di una Harley-Davidson al frastuono futuristico di un Podracer “Star Wars”.

Il signor McCart, che fa il pendolare ogni giorno sulla sua Vespa elettrificata, ha un approccio diverso nei confronti dei pedoni incauti: “Gli urlo contro. Io dico ‘Oi!’ “