sabato, Luglio 27, 2024

Sanaa Seif: arriva la condanna per la 27enne egiziana

Arriva la condanna di un anno e mezzo di reclusione per Sanaa Seif, la 27enne attivista egiziana che insieme alla sua famiglia ha lottato contro tutti i regimi. Questa notizia ha causato non poco clamore scatenando molte reazioni tra cui anche quelle della sorella di Sanaa. Ma cosa avrà fatto questa ragazza per meritarsi una condanna del genere?

Per Sanaa Seif una condanna per sfinire la famiglia?

La condanna per Sanaa si tratta di un anno e mezzo di reclusione in carcere per aver pubblicato e diffuso notizie false sui social terrorizzando la popolazione. Il giudice della Corte Penale del Cairo ha condannato l’attivista Sanaa Seif, arrestata lo scorso giugno davanti alla sede della Procura Generale. Nonostante la ragazza abbia presentato una causa civile per le aggressioni subite all’interno del carcere durante nei nove mesi della reclusione già scontati, questa è stata respinta. Questa sentenza ha causato molte polemiche e reazioni. Prima di tutte quelle della sorella Mona, anche lei attivista e membro di una famiglia storicamente in lotta contro tutti i regimi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni in Egitto. Mona pubblica su Facebook un suo commento in merito: “Dio protegga tutti i responsabili di questa ingiustizia. Questo è un Paese orribile che rapisce e rinchiude i miei fratelli dentro le sue carceri”.

Come scritto, tutta la famiglia di Sanaa è composta da attivisti. Oltre a lei, infatti, nel carcere maschile di Tora, c’è Alaa Abdel Fattah, il fratello maggiore, arrestato l’ultima volta nel novembre del 2019 e da allora in attesa di giudizio. Invece per Sanaa hanno subito emanato un verdetto. Diciotto mesi di reclusione, divisi nei due capi di imputazione principali, nove già trascorsi nella prigione femminile di Qanater e altrettanti da vivere nel dramma. Quindi c’è un accanimento nei suoi confronti?


Rilasciati tre attivisti: erano prigionieri in Egitto


In attesa del giudizio

Nonostante la famiglia di Sanaa, ovvero la sorella e la madre (Laila Seif), assieme ad una zia, siano riuscite a presentarsi all’interno della struttura giudiziaria, non hanno potuto riabbracciare la ragazza. Avevano la speranza di ricevere un verdetto di assoluzione ma così non è stato. Il verdetto è stato di colpevolezza! Ma il motivo?

Sanaa Seif è stata condannata per aver diffuso false notizie in merito ad alcuni suoi presunti commenti sulla situazione pandemica in Egitto. La Sicurezza dello Stato però non ha svolto delle indagini che possono affermare tutto ciò. Quindi come mai questa sentenza? Forse per sfinire la resistenza di una famiglia di attivisti che ha un conto aperto con gli apparati del regime del Cairo.

Sanaa Seif e i suoi precedenti

Sanaa Seif vanta un curriculum giudiziario considerevole. Nella lista troviamo 3 arresti e 4 anni trascorsi dietro le sbarre. L’ultima condanna è dovuta per quanto accaduto il 22 giugno 2020, il giorno prima del blitz della State Security. Il fratello Alaa Abdel Fattah si trovava in carcere da mesi, in piena pandemia, e Sanaa insieme a sua sorella e alla mamma hanno chiesto più volte le condizioni del ragazzo. Ma nonostante i loro sforzi, le autorità le impedivano di vederlo o di consegnargli beni di necessità.

Dopo vari tentativi le tre donne si sono piazzate davanti all’ingresso per protestare. Come se niente fosse hanno ricevuto una brutale aggressione da parte di alcune donne sbucate dal nulla. Tutto questo davanti alle guardie del carcere che davanti a questa scena sono rimasti impassibili. Di conseguenza per chiedere giustizia l’intera famiglia Seif il giorno seguente si è recata davanti alla sede della Procura generale del Cairo per denunciare l’accaduto e chiedere giustizia. Sembra impossibile ma Sanaa Seif viene catturata e portata via da uomini incappucciati e da quel momento sparisce fino al momento in cui viene ritrovata nel carcere di Qanater per l’udienza in cui è stata fissata la data del primo rinnovo.

La tutela dei diritti umani in favore di Sanaa

Tutta questa vicenda di Sanaa ha scatenato reazioni da parte delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani in Egitto e all’estero. Tanto che mesi fa era partita una campagna internazionale di sensibilizzazione che ne chiedeva il rilascio. Tra i personaggi che vi hanno aderito ci sono Viggo Mortensen, Danny Glover, Ken Loach, Judi Dench, Arundhati Roy, Juliette Binoche, Mike Leigh, Maggie Gyllenhaal, Noam Chomsky, Paul Greengrass, Stellan Skarsgaard e tanti altri.

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