martedì, Marzo 19, 2024

Rape culture: quando la cultura uccide in silenzio

Quella italiana è una lingua dalle mille sfumature. Riesce ad attibuire significati differenti, e talvolta opposti, a un singolo termine. Prendiamo, ad esempio, la parola “cultura“. Generalmente, associamo a essa l`accrescimento della nostra sapienza. Nonché l`arma più potente che possediamo per abbattere diverse barriere sociali. Eppure, questo lemma è foriero di un significato nascosto. Scopriamo quale, attraverso il concetto di rape culture.

Che cos`è la rape culture?

Quest`articolo comincia parlando di cultura. Del duplice messaggio di questa parola. Il fenomeno della rape culture, conosciuta in italiano come “cultura dello stupro“, spiega alla perfezione questa bidimensionalità. Generalmente, siamo abituatÉ™ a collegare questo termine alla conoscenza. In questo caso, invece, il termine“cultura“ fa riferimento a una serie di comportamenti. A tutte quelle sfumature, più o meno esplicite, che giustificano e normalizzano la violenza sessuale in tutte le sue forme. I modi in cui questa realtà si compie sono molteplici. Partono dalle nostre parole. Dalla chiacchierata al bar, fino ad arrivare al grande schermo. Il quale penetra nelle case e nelle vite delle persone. Instaurando un circolo vizioso. Tanto imprimente quanto invisibile.

Victim blaming

È l`attitudine più antica dell`universo. Quel che di solito succede a un evento traumatico è la ricerca di una causa. Di un capro espiatorio contro il quale puntare il dito. Per quanto quest`azione possa donare una sorta di sollievo, non sempre risulta utile. Soprattutto quando questo procedimento si svolge in maniera contorta. “Se l`è cercata“. “Indossava una minigonna“. “Non si è ribellata“. Questi sono solo alcuni dei modi in cui il victim blaming si verifica. Conosciuto in italiano come “colpevolizzazione della vittima“, il fenomeno comprende tutte quelle maniere in cui rendiamo, appunto, la vittima colpevole. Rea del proprio male. Purtroppo, questo processo non fa altro che deresponsabilizzare la persona che compie il reato. Poiché, continuando a cercare le cause nel soggetto colpito, togliamo peso all`atto violento. Lo rendiamo qualcosa che, prestando un po` d`attenzione, si può evitare. Eppure, ormai dovremmo riconoscere che questa narrazione è totalmente fuorviante.

Consenso sessuale

Di consenso si discute ormai piuttosto frequentemente. Tuttavia, si tratta di uno degli argomenti più facilmente fraintendibili. Innanzitutto: che cos`è il consenso sessuale? Con questa definizione, s`intende la dichiarazione da parte di due o più persone di prendere parte a una prestazione sessuale. Ciò impica dunque una comunicazione tra le parti in causa. Parlando di sessualità, dobbiamo ricordarci che il “silenzio assenso“ non esiste. Quando si assiste a un caso di violenza sessuale, accade sovente di non credere alle vittime per una mancanza di consenso non dichiarata.

Il fatto che un soggetto non abbia espresso la propria contrarietà non è affatto sinonimo di consensualità. Al contrario, il silenzio funge frequentemente da meccanismo di difesa. Nel corso di uno stupro, non è raro che la vittima si pietrifichi. Come se la sua vita si fermasse in quell`istante. Come se il corpo simulasse la morte. La fine di un corpo che, fino a un istante prima, poteva definirsi vivo.


“Cultura dello stupro“: concetto mal o mai assimilato


L`attrazione sessuale non c`entra nulla

Mettiamocelo bene in testa. Ancora oggi, si tende a comprendere il concetto d`attrazione sessuale nel quadro della violenza e delle molestie sessuali. Tuttavia, si tratta di mondi completamente separati e distinti. Una violenza sessuale non si compie mai per via di una pulsione incontenibile. Lo stupro, al contrario, è un atto di sopraffazione. Pertanto, chi lo agisce sente di poter esercitare un potere su un`altra persona.

Possiamo combattere la rape culture?

TuttÉ™ noi vorremmo rispondere a codesto quesito con un sonoro “sì“. Il punto è che per poterlo fare, dobbiamo capire come poter agire. La via maestra di questo sentiero inerpicato è rappresentata da un elemento fondamentale: l`ascolto attivo. Impariamo ad ascoltare. A imprimere nella nostra mente le parole di chi ha subito la violenza sessuale sulla propria pelle. Senza giudicare. Abbandonado qualsisi preconcetto. Dopodiché, attiviamoci. Correggiamo il nostro linguaggio. Accantoniamo il silenzio. Il quale, per quanto sia capace di cullarci, può altresì trasformarsi in un`arma tagiente. Ricordiamoci che nel combattere la rape culture non solo contribuiamo al miglioramento della società. Inoltre, fungiamo da cassa di risonanza per coloro che non verrebbero ascoltatÉ™. Per quelle persone che, a causa di una violenza sessuale, si ritrovano a raccogliere i cocci della propria vita. Cercando di sopravvivere. Per poi imparare a vivere di nuovo.



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