Con le sue foreste pluviali, le sue spiagge dorate e i suoi vulcani, è facile capire perché il Sud-est asiatico sia una destinazione popolare per chi viaggia con lo zaino in spalla.
Ma presto potrebbe essere molto più difficile trovare un alloggio a breve termine nell’isola malese di Penang.
L’isola, infatti, è diventata l’ultima destinazione turistica a introdurre delle limitazioni agli affitti per vacanze a breve termine, come le proprietà di Airbnb.
Il divieto, in discussione da oltre un anno, è stato imposto dal governo locale di Penang in risposta alle lamentele dei turisti per il loro comportamento scorretto, che ha colpito i residenti locali.
Ma non si tratta solo di Airbnbs, bensì di tutti gli affitti a breve termine.
Solo le proprietà commerciali – come gli appartamenti serviti – potranno continuare a ospitare i clienti. Tuttavia, anche questo è soggetto a registrazione, tasse annuali e approvazione da parte del 75% degli altri residenti nell’edificio.
Inoltre, gli ospiti potranno soggiornare in questi luoghi approvati solo per un massimo di tre giorni.
Questa sembra essere una tendenza in crescita nel mondo dei viaggi, con la città italiana di Firenze che ha recentemente vietato la costruzione di nuovi Airbnb nel centro della città, e New York che ha adottato misure simili.
In risposta a questa iniziativa, Airbnb ha sottolineato in un comunicato l’importanza degli alloggi in affitto a breve termine “per la crescita del turismo a livello statale e nazionale”. Ha inoltre fatto riferimento a uno studio secondo cui il 74% dei residenti di Penang ritiene che “affittare case attraverso Airbnb abbia un impatto positivo sulla comunità e sui suoi residenti”.
Vale la pena sottolineare che lo Stato di Penang non comprende solo l’isola principale, ma il divieto di affitti a breve termine riguarda solo l’isola, quindi le altre località turistiche della terraferma, come la città di Seberang Perai, non saranno interessate.
