Amazzonia, un ecosistema in trasformazione, al centro delle opere del peruviano Christian Bendayan
Christian Bendayan è l’artista scelto per rappresentare il Perù alla 58° edizione della Biennale d’Arte di Venezia che quest’anno, con la curatela di Ralph Rugoff, ha come titolo “May you live in interesting time”, un invito, quindi, a riflettere sugli eventi e ad analizzarli nella loro eterogeneità e complessità temporali.
Il lavoro creativo di Christian Bendayan è perfettamente attinente al tema dell’edizione 2019 della Biennale. Le sue opere, infatti, pongono al centro una riflessione sulle trasformazioni che hanno coinvolto l’Amazzonia: da polmone verde incontaminato e sorta di “Giardino dell’Eden” a luogo “violentato” e sottoposto ad una progressiva urbanizzazione.
Nella mostra “Indios Antropofagos. A butterfly garden in the (urban) jungle”, curata da Gustavo Buntinx, l’artista peruviano presenta un’Amazzonia fragile e controversa trasformata, per interessi diversi, in una urban jungle in cui natura e costruito fanno da sfondo a svariate figure, travestiti, prostitute e forme estetiche apertamente kitsch, che riflettono la difforme e artificiale mescolanza del paesaggio.
L’Amazzonia, che copre il 60% del territorio del Perù, da sempre descritta secondo l’immaginario dei colonizzatori, viene rappresentata dal punto di vista interno della sua cultura grazie agli studi dell’entomologo tedesco Otto Michael.
Nel 1895 Otto Michael giunse a Iquitos, capitale dell’Amazzonia, per cercare e studiare le specie di farfalle autoctone; da questo momento iniziò un lavoro di documentazione fotografica che non riguardò soltanto la registrazione delle varietà di farfalle trovate, ma anche il cambiamento dell’ambiente in cui esse vivevano.

Ed è proprio questo il materiale storico con cui dialogano i lavori di Christian Bendayan. L’artista trae spunto da libri e cartoline della fine dell’ Ottocento (“Indios Antropofagos” è il titolo di una cartolina), ideando così un linguaggio artistico personale in cui passato e presente si fondono. In questo modo dà vita ad un mondo in cui travestimento e rivestimento diventano i punti di riferimento fondamentali per capire la nuova dicotomica realtà della foresta amazzonica.
Ad arricchire il Padiglione del Perù ci saranno anche delle antiche ceramiche, delle storiche cartoline fotografiche elaborate dallo spagnolo Manuel Rodriguez Lira e i lavori di alcuni artisti contemporanei tra cui Segundo Cardino.
L’atmosfera della mostra sarà resa ancora più coinvolgente dal sound di Fil Uno, compositore e musicista peruviano di livello internazionale, in collaborazione con l’Università Scientifica del Perù, Chamber Orchestra ed il Coro di Loreto.

“La mostra che presentiamo a Venezia – spiega Christian Bendayan – è una riflessione intorno alla costruzione che è stata fatta dell’immaginario amazzonico, senza comprenderlo (…)”.
Il legame tra le opere dell’artista peruviano e il tema della 58° Biennale d’Arte di Venezia è proprio quello della funzione dell’arte come sfida e risposta in tempi in cui tutto tende ad essere eccessivamente semplificato e trattato in modo superficiale.

Enti organizzatori e sponsor della mostra “Indios Antropofagos”
La mostra è organizzata dal Patronato Culturale del Perù ed è sponsorizzata dall’Istituto Culturale Peruviano Nordamericano (ICPNA), dal Ministero della Cultura del Perù, dal Ministero degli Affari Internazionali del Perù, dal Ministero del Commercio Estero e del Turismo (OCEX), dal Commercio e Fondazione Wiese, dal Promperu e dalla Ceramica San lorenzo.

INFO: “INDIOS ANTROPOFAGOS” 11 maggio 2019 – 24 novembre 2019
PADIGLIONE DEL PERU’
Sale d’Armi Nord, 2° piano, sede della Biennale dell’Arsenale, Sestiere di Castello – ingresso da Campo delle Tana 2169/F, 30122, VENEZIA
58° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
www.labiennale.org/it/arte/2019
AGGIORNATO IL 15/05/2019