È pronta la nuova linea Adidas per celebrare i vent’anni dal debutto del marchio Y-3. Si chiama Memories of Orange, ed è la collezione Autunno/Inverno 2022 capitolo 3 che porta la firma di Yohji Yamamoto per l’azienda tedesca di abbigliamento sportivo. Nel servizio fotografico che accompagna la campagna promozionale i modelli sono immortalati in pose plastiche mentre sfoggiano capi sartoriali dello stilista giapponese.
Memories of Orange Y-3: colori più vivaci ed energici
L’arancione è sempre stato uno dei colori di base dei modelli di Y-3. Di conseguenza, anche per la collezione celebrativa, Yamamoto e Adidas hanno deciso di puntare su di esso per celebrare la loro proficua collaborazione. Allo stesso tempo, Memories of Orange per l’Autunno-Inverno 2022 è composta da una serie di colori briosi e accesi che si allontanano dallo stile tipico del designer giapponese. Questi, infatti, di solito predilige delle tonalità sobrie e cool-neutral.
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Quali sono le novità di questa nuova collaborazione Yamamoto-Adidas?
Memories of Orange Y-3 rende omaggio ad alcune scarpe iconiche Adidas, quali Y-3 Qasa e Y-3 Gazelle. Le calzature sono state rinnovate con uno stile più fresco ed intrigante in vista dell’Autunno-Inverno 2022. Alcuni modelli ovviamente contengono l’arancione (colore principale della linea), mentre altri come la Hokori III lo richiamano solo in alcuni dettagli che si trovano alla base della scarpa. In questo modo i clienti possono comunque scegliere tra un’ampia gamma di tonalità disponibili. Il servizio fotografico è a cura di Thue Norgaard, mentre Jamie Reid e Robbie Spencer sono rispettivamente responsabile della direzione creativa e del look dei modelli.
“Per l’Autunno-Inverno Adidas mette in luce questo simbolo iconico”
Adidas ha descritto così la collezione Memories of Orange Y-3: “Per l’Autunno-Inverno 2022 Capitolo 3, il marchio mette in luce questo simbolo iconico, contrastando la luminosità del pantone con le tavolozze nere e neutre, incorporando contemporaneamente riferimenti evocativi ad uno sport che è rimasto un’influenza senza fine; il calcio”.
