domenica, Maggio 5, 2024

Maxi indagine sui rider a Milano: sei indagati

Dopo numerosi infortuni stradali verificatesi nei rider durante il lockdown la procura di Milano ha deciso di avviare un’indagine. Nella maxi indagine sui rider la procura ha sanzionato con una multa sulla mancata sicurezza per 733 milioni di euro le società operative in tutta Italia. Inoltre le società avranno l’obbligo di assumere 60 mila rider. Nell’indagine vi sono 6 indagati.

Maxi indagine sui rider a Milano: cos’è successo?

I rider vengono spesso dimenticati da coloro che dovrebbero proteggere i diritti dei lavoratori e molto spesso vengono anche sfruttati dai datori di lavoro. Sono lavoratori subordinati, gestiti non da un capoufficio ma da un’intelligenza artificiale. Dopo le numerose segnalazioni di incidenti stradali che hanno coinvolto i rider, la procura di Milano ha deciso di aprire in segreto un’indagine. La maxi indagine ha così portato a sei datori di lavoro indagati. Ma anche ad ammende per 733 milioni di euro alle società per la violazione di norme sulla salute e sulla sicurezza del lavoro.  Le società coinvolte sono: Just Eat, Uber Eats, Glovo e Deliveroo.

Il procuratore capo Francesco Greco ha affermato che il lavoro dei raider sembra schiavismo. Inoltre ha sottolineato che durante il lockdown i rider hanno svolto una funzione essenziale sia per portare da mangiare a molta gente sia per permettere a molte imprese di sopravvivere. Il comandante dei carabinieri Antonino Bolognani, ex investigatore dei tempi di Mani Pulite, ha dichiarato: “Abbiamo verificato la posizione di 60mila fattorini che venivano impiegati da queste piattaforme digitali, rider, del cibo. Anche per la consegna di altri generi. Un’indagine complessa, qui ragioniamo in termini di numeri incredibili”.

Indagini svolte dai carabinieri del Nil

I carabinieri del Nil, gruppo specializzato nella materia del lavoro, hanno svolto delle indagini. La procura, dopo l’indagine del pm Paolo Storari sui possibili “caporali digitali”, ha aperto un’indagine fiscale nei confronti di varie società. L’indagine era volta a verificare se ci fosse una stabile organizzazione occulta e riportare a tassazione redditi prodotti in Italia dai rider.

Le dichirazioni di Greco

Greco ha affermato: “Sono emersi pagamenti fatti online e non sappiamo dove vengono recepiti. Ma il rapporto di lavoro e l’organizzazione dei rider è guidata sul territorio italiano. Sono stati sentiti moltissimi rider sono state analizzate le modalità di lavoro, sono state analizzate le conseguenze di eventuali comportamenti in caso di caduta del ranking di un rider e quindi la possibilità di non dare lavoro a chi si era fermato per bisogni fisici. Le conclusioni è che si tratta di un rapporto di lavoro subordinato”. Greco ha poi detto: “Non è più il tempo di dire sono i rider schiavi, è il tempo di dire che sono cittadini che hanno bisogno di una tutela giuridica”.


L’ accordo di Bologna per i riders e la gig economy

Napoli – Ancora rider rapinato: due individui armati di pistola

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles