sabato, Luglio 27, 2024

Matteo Messina Denaro condannato all’ergastolo per le Stragi del ’92

Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra tra i più sanguinari e spietati, risulta tutt’oggi latitante. La Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta da Roberta Serio, in seguito ad una lunga seduta (14 ore di camera di consiglio) ha emesso nei suoi confronti una condanna all’ergastolo per le Stragi del ’92. La Strage di Capaci, in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone e la Strage di via D’Amelio in cui cadde vittima il giudice Paolo Borsellino. Laddove “muore la speranza dei siciliani onesti” oggi, giunge una sentenza definitiva, che condanna il boss al carcere a vita. Tuttavia, Matteo Messina Denaro è ancora ricercato, dal 1993.

Che aspetto avrà oggi Matteo Messina Denaro?

Dal 1993 sono passati 27 anni. L’aspetto del super ricercato di Cosa Nostra, ormai anziano, sarà mutato nel tempo. Nessuno sa dove sia, è stata prodotta una vastissima serie di ipotesi sul luogo in cui si nasconde. In molti sostengono sia morto e che le ricerche siano per questo vane. Ad oggi, non abbiamo risposte certe. Pare essersi dissolto nel nulla. Un’altra ipotesi in circolazione riguarda il drastico cambiamento dei connotati del boss. Secondo quanto confessato da un supertestimone, protetto nell’anonimato, Matteo Messina Denaro si sarebbe addirittura sottoposto ad una serie di interventi di chirurgia plastica. Il suo aspetto sarebbe dunque radicalmente mutato. La plastica al volto, per cancellare ogni dettaglio che potesse ricondurre a lui. Ai polpastrelli, per cancellare l’impronta digitale.

Se così fosse, in tal modo, il boss ha di certo fatto perdere ogni traccia di sé. In ogni caso, dall’inizio della sua latitanza è indubbio che il boss sia protetto da una fitta rete di favoreggiamento.

Il suo ruolo nella strategia stragista di cosa Nostra

Matteo Messina Denaro ha giocato un ruolo fondamentale all’interno dei meccanismi mafiosi di Cosa Nostra. Le indagini dimostrano che, senza il suo appoggio alla strategia stragista, Totò Riina non avrebbe potuto realizzare il suo diabolico piano. Secondo l’accusa nel processo contro di lui, Messina Denaro consentì “un clima di unanimità senza il quale il capomafia corleonese Totò Riina non avrebbe potuto portare avanti i suoi piani stragisti, se non a rischio di una guerra di mafia“. Questo significa che, se Matteo Messina Denaro non avesse acconsentito, la storia del nostro paese, il destino di molti innocenti sarebbe stato diverso, forse. Sulla sua coscienza, ammesso e non concesso ve ne sia l’esistenza, pesano le morti di un numero non quantificabile di persone.

Il suo, un consenso determinante

La requisitoria del magistrato dell’accusa che chiede l’ergastolo, Gabriele Paci, prosegue così: “Non è sostenibile che Totò Riina avrebbe comunque intrapreso quella strada senza avere il consenso di Cosa nostra, perché se ci fosse stato il dissenso dei vertici di una delle province ci sarebbe stata una guerra“. Con il via libera garantito da Messina Denaro è stato possibile realizzare le tragiche stragi del ’92. Il 23 maggio muore Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, inghiottiti letteralmente dall’asfalto. Una voragine gigantesca si aprì, causata dall’esplosione, sull’autostrada allo svincolo per Capaci. Il 19 luglio 1992 muore Paolo Borsellino, in via D’Amelio a Palermo, sotto l’abitazione dell’anziana madre. Insieme a lui perdono la vita i fedeli agenti della sua scorta.

Matteo Messina Denaro, impossibile dimenticarlo, giocò un ruolo determinante anche nel rapimento del piccolo Giuseppe di Matteo, figlio del pentito Santino. Un caso che fece scalpore data la tenera età della vittima. La vita di un bambino fu stroncata, per saldare un debito tra “uomini d’onore”.

La sentenza contro Matteo Messina Denaro


Il procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava, in merito alla sentenza dichiara: “è un grande risultato per la Procura di Caltanissetta. Abbiamo messo insieme pezzi di tanti contesti investigativi diversi e tante dichiarazioni e riscontri anche risalenti nel tempo. E siamo arrivati alla condanna“. Insieme a Messina Denaro sono stati condannati anche altri capi mafia, affiliati e mandanti. L’avvocato della famiglia Borsellino, commenta così: “I figli del giudice Paolo Borsellino considerano la condanna all’ergastolo per Matteo Messina Denaro come un tassello in più rispetto a un accertamento della verità che è a formazione progressiva“. Conclude dicendo “è un passo in più rispetto a un lavoro ancora più grande che si sta svolgendo e siamo molto grati alla Procura di Caltanissetta per il lavoro svolto e per l’impegno che ha profuso“.

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