sabato, Luglio 27, 2024

Mangiare frutta ingrandisce il cervello: la scienza lo dimostra

Un gruppo di scienziati dell’Università Di New York ha pubblicato uno studio sulla rivista specializzata Natura Ecology & Evolution e ha assicurato che seguire una dieta ricca di frutta è la chiave per avere un cervello più grande.

Lo studio è stato realizzato su 140 specie di primati non umani tenendo in conto le dimensioni di quest’ultimi, il loro sistema sociale, la forma di accoppiamento e soprattutto l’alimentazione che seguivano. Le 140 specie sono state suddivise a loro volta in 4 gruppi: i follivori, gli onnivori, i frugivori e il quarto gruppo composto da primati che combinavano le tre diete sopra indicate.

Dallo studio è emerso che l’alimentazione influisce maggiormente sulla forza e le dimensioni che possiedono i cervelli dei primati. Gli animali che consumavano regolarmente la frutta nella loro dieta, presentavano un 25% in più di tessuto cerebrale rispetto agli altri animali analizzati che si nutrivano di foglie e piante.

Mangiare frutta ogni giorno è quindi la garanzia di un cervello più sviluppato. Tuttavia, il perché  la frutta sia capace di sviluppare il cervello non è ancora chiaro e gli scienziati stanno effettuando ulteriori studi per trovare una spiegazione. Gli esperti, hanno ipotizzato con un’alta percentuale di probabilità che la risposta si trova nelle richieste cognitive necessarie per consumare la frutta. Mangiare frutta infatti comporta una serie di richieste cognitive maggiori a quelle di cibarsi di solo foglie. Non basta infatti trovare la frutta e mangiarla, hanno spiegato gli scienziati, ma si deve anche selezionarla accuratamente (dove trovarla, come mangiarla, come tagliarla meglio per trarre tutti i suoi benefici ecc…) L’evoluzione del cervello deriva infatti dall’attività di quest’ultimo e dalla capacità di procurarsi il cibo accompagnata da alcuni cambiamenti che molto probabilmente hanno costituito le basi per il successivo sviluppo delle attività sociali.

Questo esperimento smentisce l’antica teoria del “cervello sociale” ipotizzata anni fa da altri scienziati, secondo la quale la potenza e le dimensioni del cervello di una spece dipendevano dal contesto sociale in cui viveva quest’ultima.

 

 

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