sabato, Luglio 27, 2024

Malamocco: Lucia Cantò e la Restrizione emotiva

Restrizione emotiva è un’installazione diffusa dedicata alla comunità di Malamocco, composta da dodici sculture posizionate all’interno del suo territorio. Ogni unità è custode di una frase pronunciata dagli abitanti del borgo, registrata e trascritta da Lucia Cantò durante le sue permanenze. Tra tutte, una in particolare è la fonte di ispirazione per il titolo del lavoro: “Detto questo, Malamocco è così, c’è la restrizione emotiva”.


Neive e Natália Trejbalova: sottosuolo ricco e borgo storico


Qual è il significato dell’opera di Lucia Cantò Restrizione emotiva?

Oltre ogni sua possibile lettura negativa, la frase sembra voler esprimere una condizione immanente alla comunità di Malamocco. Nonostante potesse rappresentare un ostacolo per qualsiasi ricerca legata all’emotività, Lucia è riuscita a vedere la restrizione come una semplice tipologia di definizione spaziale. Individua quindi un perimetro emozionale entro cui muoversi e condurre il proprio lavoro. Pertanto si è mossa partendo dalla volontà di non imporre la propria presenza nel borgo e di provare a sviluppare una relazione con le persone che lo vivono quotidianamente. Le riflessioni scritte sulla vita o scelte da conversazioni spontanee o stimolate dai laboratori di una classe delle elementari, hanno aiutato l’artista a generare ritratti sulla vita nel borgo.

Frasi e sentimento collettivo di Malamocco

La loro restituzione fisica è un’opera fatta di presenze fragili, generate da contrasti inoffensivi tra superfici e materialità diverse. Le frasi custodite emergono da una profondità oscura, contenuta in corpi gialli, rossi e verdi. Forme in ceramica che possiedono la capacità di accogliere sentimenti che senza una forma definita potrebbero invece non essere rivissuti. Il concetto di restrizione emotiva diventa dunque una diversa modalità di relazione con il borgo per chiunque sia disposto a rimanere in ascolto.

Lucia Cantò

Si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018 e prosegue i propri studi all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Vive e lavora a Pescara. La sua ricerca è alimentata dall’indagine della fragilità strutturale, il trattino che separa la parola WUNDE dalla R. L’attenzione a dettagli di poca importanza estratti dalla complessità dell’apparato umano la porta a appropriarsi di simboli quotidiani e azioni relazionali. La pratica della scrittura è necessaria a porre le basi per la costruzione delle sue opere, infatti crede che il linguaggio sia il mezzo che muove la scultura. Occupare lo spazio fisico equivale a cercare di rendere solidamente strutturata un’emozione che spesso corrisponde alla fragilità. ‘Sono fragile se mi guardi e se ti lasci guardare?’ È una domanda che riconosce come il trait d’union della sua ricerca.

I progetti degli ultimi anni di Lucia Cantò

Cantò è cofondatrice con Simone Camerlengo, Gioele Pomante, Francesco Alberico, Eliano Serafini, Gianluca Ragni, Matteo Fato e Lorenzo Kamerlengo, Giovanni Paolo Fedele dell’Associazione culturale Senza Bagno con sede a Pescara. Ha preso parte a diverse collettive: Sabbia d’oro al Museo Laboratorio di Città Sant’Angelo (2019), Biennale Giovani Monza (2019). Straperetana e Io sono verticale, entrambe a Pereto (2020), C.U.O.R.E. Cryogenic Underground Observatory for Rare Events, progetto di Margherita Morgantin a Palazzo Lucarini, a Trevi (2021). Lo scorso anno ha esposto per la prima volta in una mostra personale alla galleria Monitor di Roma. Inoltre ha curato la mostra collettiva e il progetto editoriale The Blind Leading the Blind alla galleria Monitor di Pereto e ha vinto la 14a edizione del Talent Prize. Il progetto di Lucia Cantò a Malamocco è coordinato da Giovanni Giacomo Paolin.

Malamocco

Località del Comune di Venezia con poco più di 1.100 abitanti situato nella parte centrale dell’isola del Lido. Dal territorio è fisicamente diviso solo da un canale stretto che corre tutt’intorno, parte restante dell’antico porto. Il borgo resta uno spaccato fedele della vita dell’isola a circa cento anni di distanza. Oltre al suo aspetto suggestivo, Malamocco, insieme a Poveglia (l’isola situata di fronte), all’Ottagono (l’isola fortificata) e alle piccole isole di Podo e Fisolo, tracciano i confini di un territorio un tempo ampiamente popolato. I fondali, infatti, conservano i resti delle Ville Romaniche, un patrimonio archeologico importante che racconta la storia della Laguna.

Immagine da cartella stampa.

Previous article
Rincari del gas: il quadro della situazione secondo Confindustria
Next article
Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles