sabato, Luglio 27, 2024

La trappola è servita

Ma se il governo avesse chiesto agli italiani di investire in buoni del tesoro.

E, dopo due anni, il loro rendimento fosse inferiore al prezzo pagato, ma rifiutasse il rimborso dando la colpa della quotazione al fatto che non tutti si sono convinti ad affidargli i loro risparmi.

E che è necessario non solo persuaderli a farlo, ma anche rifinanziare le cartelle già acquistate per salvare il capitale.

Che ad un ulteriore calo di valore risponde tassando solo quelli che non l’hanno sottoscritto, così da dare l’illusione che il loro investimento venga comunque premiato.

Come reagirebbero le persone?

Si accontenterebbero di un generico “poteva andar peggio”?

Di spiegazioni legate all’imprevedibilità dei mercati, di dare la colpa a quelli che non hanno fatto le loro stesse scelte?

Il natale è salvo

Dopo poco più di due mesi in cui, grazie alla fittizia protezione del Green Pass, si è permesso a milioni di persone di affollare stadi e locali, i contagi, inevitabilmente, sono di nuovo aumentati.

La barzelletta del distanziamento sociale e della mascherina nelle curve degli stadi e in discoteca (nei ristoranti, dovendo mangiare, il problema neppure si pone) è sotto gli occhi di tutti.

Giusto il tempo di permettere alle persone di ultimare gli acquisti di Natale, poi sono scattate le restrizioni.

Ovviamente in modo particolare per i non vaccinati, che fanno un tampone ogni 48 ore per lavorare, che da un mese sono esclusi dalla frequentazione di luoghi affollati, ma che continuano ad essere incolpati di diffondere il contagio.

Il tampone che permette a chi ha fatto due dosi del vaccino di entrare in uno stadio è lo stesso di chi non si è vaccinato, ma per quest’ultimo non ha valore.

Ma non importa: abbiamo salvato il natale.

Eroi per cosa?

Per convincere i genitori a vaccinare i bambini (oltre ad impedire loro ogni forma di socialità in caso contrario) i media alternano l’induzione alla paura con la retorica dell’eroismo.

https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/12/16/news/banda_e_attestati_di_coraggio_noi_come_i_super_eroi_non_abbiamo_chiuso_gli_occhi_-330336213/

Anche se i numeri ci dicono che superano la malattia senza problemi, ma soprattutto senza spiegare il motivo per cui una persona che si vaccina debba essere considerata un eroe.

A meno che non rischi qualcosa nel sottoporsi ad una terapia che appare assolutamente inutile, per la quale anche solo un effetto avverso sarebbe inaccettabile.

La responsabilità sociale

Il sillogismo della responsabilità sociale – mi vaccino per proteggere gli altri oltre che me stesso – è sconfessato da quanto sta accadendo.

Coperture vaccinali che si sono rivelate inefficaci, esiti gravi della malattia tra chi ha fatto anche due dosi, risalita dei contagi.

Per correre ai ripari, è stato in fretta e furia stabilito di richiedere il tampone anche ai vaccinati che entrano nei confini nazionali.

La copertura complessiva va oltre la letteratura che parla della fantomatica “immunità di gregge”.

Ce n’è più che abbastanza per mettere in discussione le scelte della politica.

Ma la forza del combinato “paura + autorità” è tale che le persone preferiscono continuare a fingere di credere di essere immunizzate e continuare tranquillamente a fare la vita di prima

L’unico vincitore: l’economia

Ma la verità è che questa gestione della pandemia ha prodotto un solo vincitore: l’economia – dapprima attraverso la ripresa del turismo, la frequentazione dei locali e infine con lo shopping natalizio. E uno sconfitto: la salute pubblica, anche quella psicologica.

Paradossale, poi, che le vittime del virus non debbano essere ascritte al palese fallimento della scelta politica di puntare esclusivamente sui vaccini e non sulle cure.

Cure precoci che plausibilmente, assieme alla fragilità dei malati, si pongono come una delle variabili determinanti degli esiti della malattia.

Aggirando responsabilità che, quantomeno, andrebbero valutate, il governo continua a dare la colpa del permanere del virus ai non vaccinati, spinge per una nuova dose a chi ne ha già fatte due, coinvolge i bambini e minaccia un obbligo generalizzato sulla base di nessuna evidenza scientifica.

Limitandosi ad affermare che se le cose non vanno bene, “potrebbero andare peggio”.

Massimiliano De Luca
Massimiliano De Lucahttp://www.massimilianodeluca.it
Sono nato a Firenze nel 1968. Dai 19 ai 35 anni ho speso le mie giornate in officine, caserme, uffici, alberghi, comunità – lavorando dove e come potevo e continuando a studiare senza un piano, accumulando titoli di studio senza mai sperare che un giorno servissero a qualcosa: la maturità scientifica, poi una laurea in “Scienze Politiche”, un diploma di specializzazione come “Operatore per le marginalità sociali”, un master in “Counseling e Formazione”, uno in “Programmazione e valutazione delle politiche pubbliche”, un dottorato di ricerca in “Analisi dei conflitti nelle relazioni interpersonali e interculturali”. Dai 35 ai 53 mi sono convertito in educatore, progettista, docente universitario, ricercatore, sociologo, ma non ho dimenticato tutto quello che è successo prima. È questa la peculiarità della mia formazione: aver vissuto contemporaneamente l’esperienza del lavoro necessario e quella dello studio – due percorsi completamente diversi sul piano materiale ed emotivo, di cui cerco continuamente un punto di sintesi che faccia di me Ein Anstàndiger Menschun, un uomo decente. Ho cominciato a leggere a due anni e mezzo, ma ho smesso dai sedici ai venticinque; ho gettato via un’enormità di tempo mentre scrivevo e pubblicavo comunque qualcosa sin dagli anni ‘80: alcuni racconti e poesie (primo classificato premio letterario nazionale Apollo d’oro, Destinazione in corso, Città di Eleusi), poi ho esordito nel romanzo con "Le stelle sul soffitto" (La Strada, 1997), a cui è seguito il primo noir "Sotto gli occhi" (La Strada, 1998 - segnalazione d’onore Premio Mario Conti Città di Firenze); ho vinto i premi Città di Firenze e Amori in corso/Città di Terni per la sceneggiatura del cortometraggio "Un’altra vacanza" (EmmeFilm, 2002), e pubblicato il racconto "Solitario" nell’antologia dei finalisti del premio Orme Gialle (2002). Poi mi sono preso una decina di anni per riorganizzare la mia vita. Ricompaio come finalista nel 2014 al festival letterario Grado Giallo, e sono presente nell’antologia 2016 del premio Radio1 Plot Machine con il racconto "Storia di pugni e di gelosia" (RAI-ERI). Per i tipi di Delos Digital ho scritto gli apocrifi "Sherlock Holmes e l’avventura dell’uomo che non era lui" (2016), "Sherlock Holmes e il mistero del codice del Bardo" (2017), "Sherlock Holmes e l’avventura del pranzo di nozze" (2019) e il saggio "Vita di Sherlock Holmes" (2021), raccolti nel volume “Nuove mappe dell'apocrifo” (2021) a cura di Luigi Pachì. Il breve saggio "Resistere è fare la nostra parte" è stato pubblicato nel numero 59 della rivista monografica Prospektiva dal titolo “Oltre l’antifascismo” (2019). Con "Linea Gotica" (Damster, 2019) ho vinto il primo premio per il romanzo inedito alla VIII edizione del Premio Garfagnana in giallo/Barga noir. Il mio saggio “Una repubblica all’italiana” ha vinto il secondo premio alla XX edizione del Premio InediTO - Colline di Torino (2021). Negli ultimi anni lavoro come sociologo nell’ambito della comunicazione e del welfare, e svolgo attività di docenza e formazione in ambito universitario. Tra le miei ultime monografie: "Modelli sociali e aspettative" (Aracne, 2012), "Undermedia" (Aracne, 2013), "Deprivazione Relativa e mass media" (Cahiers di Scienze Sociali, 2016), "Scenari della postmodernità: valori emergenti, nuove forme di interazione e nuovi media" (et. al., MIR, 2017), Identità, ruoli, società (YCP, 2017), "UniDiversità: i percorsi universitari degli studenti con svantaggio" (et. al., Federsanità, 2018), “Violenza domestica e lockdown” (et. al., Federsanità, 2020), “Di fronte alla pandemia” (et. al., Federsanità, 2021), “Un’emergenza non solo sanitaria” (et. al., Federsanità, 2021) . Dal 2015 curo il mio blog di analisi politica e sociale Osservatorio7 (www.osservatorio7.com), dal 2020 pubblicato su periodicodaily.com. Tutto questo, tutto quello che ho fatto, l’ho fatto a modo mio, ma più con impeto che intelligenza: è qui che devo migliorare.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles