sabato, Luglio 27, 2024

La transfobia uccide, ma noi possiamo fermarla

Le caratteristiche di un essere umano, derivano in parte dal suo codice genetico, e in parte dall’ambiente circostante. Il DNA è costituite dalle stesse basi azotate in tutti gli individui viventi. Tuttavia, la sequenza di questi elementi cambia da soggetto a soggetto. Non esiste dunque, una persona che possieda un codice genetico identico a quello di un’altra. Perfino due gemelli omozigoti, non sono uguali in tutto e per tutto. Infatti, sebbene i loro geni parlino la stessa lingua, essi si distingueranno comunque per determinate caratteristiche. La diversità, dunque, fa parte della natura stessa. Eppure, questa sembra una realtà difficile da accettare per molta gente. Non a caso, nel ventunesimo secolo sentiamo ancora parlare di discriminazioni, ogni giorno. Tra queste, una particolarmente diffusa e troppo spesso giustificata e celata, è la transfobia.

La transfobia e le sue vittime

Prima di parlare di cosa sia la transfobia, è necessario comprendere che cosa effettivamente significhi la parola transgender. Una persona transegender, è qualcuno che non si sente appartenente al suo genere biologico, dunque decide, nel corso degli anni, di poter finalmente diventare se stesso. Se stesso, in quanto un uomo transgender è a tutti gli effetti un uomo, e una donna transgender è a tutti gli effetti una donna. Ed è questo il punto fondamentale che tutti noi dobbiamo conoscere. La transizione di genere non è un capriccio, un vizio, o un lusso, ma una necessità. E’ il processo che consente a una persona di vivere finalmente in armonia col proprio corpo. Immaginatevi intrappolati dentro a un organismo che vi soffoca, che vi fa sentire sbagliati, e col quale siete costretti a vivere ogni giorno della vostra vita. Questo è ciò che prova una persona transgender.

la transfobia parità

Una forma di violenza “sottile”

Abbiamo compreso che cosa s’intende per persona transgender. La transfobia, non è altro che la discriminazione di questi individui. E purtroppo, è una forma di violenza parecchio diffusa, e che miete le sue vittime senza alcuna pietà. Purtroppo, in Italia e nel mondo, ogni anno si registrano parecchi casi di atti di violenza contro persone transgender e altri componenti della Comunità LGBTQ+.

Tra questi, troviamo veri e propri atti di violenza agita. Persone che dal nulla vengono aggredite per strada, semplicemente perché in apparenza troppo diverse e sbagliate agli occhi altrui. E non solo. Si riscontrano ogni anno casi di suicidio da parte di persone transgender, poiché ciò che devono affrontare è troppo enorme da sopportare. E quando l’istinto di sopravvivenza abbandona il corpo, si verifica la rottura di un equilibrio vitale, spesso difficile da recuperare.


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Purtroppo, succede non di rado che la violenza passi per vie molto più sottili, sovente quasi impercettibili. Basti pensare a tutte quelle volte che le frasi che pronunciamo o le battute che facciamo, hanno uno fondamento transfobico. Basti pensare a tutte quelle volte che si definisce una persona maschio o femmina basandosi solo ed esclusivamente sul genere d’appartenenza e senza andare oltre. Oppure, a esclamazioni come “ho la voce da trans”, intendendo una nota di raucedine nel parlato.

Potrà sembrare banale, eppure tutto ciò ha un peso, soprattutto per alcune persone. Dovremmo cominciare a renderci conto del significato di ciò che diciamo, poiché, anche se le nostre intenzioni non sono cattive, potremmo comunque ferire nel profondo qualcuno.

Come comportarsi a riguardo?

A questo punto, abbiamo compreso sia che cosa significhi essere una persona transgender, sia che cosa sia la transfobia. Dunque, manchiamo noi. Poiché, in quanto la transofibia è una forma di violenza, e la violenza uccide, noi possiamo fare sicuramente la nostra parte per farle depositare le sue armi.

la transfobia bandiera

Sicuramente, prendere coscienza è già un primo passo avanti fondamentale.
Come dicevamo nel paragrafo precedente, un buon modo d’agire sempre e comunque è pesare le parole. Non dobbiamo infatti pensare che tutto possa passare per uno scherzo, poiché spesso non sappiamo a chi ci stiamo rivolgendo. Tante volte, persino le persone che sosteniamo di conoscere come le nostre tasche, possono nascondere segreti particolarmente delicati.

Sfortunatamente, viviamo in una società nella quale la giustizia di un’azione viene spesso misurata in base a chi la compie o da quanto tempo essa venga svolta spensieratamente. Al contrario il “si è sempre fatto così”, oppure il “si è sempre detto così”, non rappresentano giustificazioni valide. Il fatto che un gesto o una frase si siano sempre effettuati, non ci dice nulla sull’etica o sulla giustizia di questo. Dobbiamo ragionare con la nostra testa, vedere il mondo con occhi nuovi ogni giorno, ascoltare attivamente.

Inoltre, ricordiamoci che il silenzio, sebbene possa dirci molto, non rappresenta un’arma particolarmente potente. Di conseguenza, impariamo a parlare senza paura. Nel momento in cui assistiamo a una scena di violenza, non giriamoci dall’altra parte. Quando un nostro amico o conoscente fa, anche senza cattive intenzioni, una battuta a sfondo transofobico, facciamoglielo notare. Non dobbiamo temere di risultare pesanti, poiché nella lotta contro la violenza, di qualsiasi genere essa sia, stiamo parlando per le vittime, non per noi stessi. Attraverso il nostro esempio, possiamo dare voce a chi non viene ascoltato, e salvare più di una vita.

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