sabato, Luglio 27, 2024

La tecnologia 5G e la Seconda Guerra Fredda.

La tecnologia 5G è negli ultimi mesi il campo di battaglia e l’oggetto del contendere negli ultimi mesi. Ad essere coinvolti in questo conflitto sono gli Stati Uniti, la Cina e la Russia.

Il New York Times attacca Russia Today

Russia Today, RT, è un’emittente televisiva legata al governo russo che si occupa di informazione e diffonde le sue notizie sia attraverso la televisione, in America ed in altre parti del mondo, che su internet. Da alcuni mesi i notiziari e gli approfondimenti di questo canale “terrorizzano” l’opinione pubblica americana informandola degli effetti negativi sulla salute dei cittadini che la nuova tecnologia di telecomunicazioni di ultima generazione arrecherebbe a causa di una più forte emissione di radiazioni. Il legame tra l’emittente ed il governo di Putin ha insospettito il New York Times che la scorsa settimana ha evidenziato questo collegamento, sostenendo la teoria, da più parti accreditata, secondo la quale il 5G sarebbe molto meno nocivo del 4G ed avanzando il sospetto che questa propaganda, basata su fake news e disinformazione, avrebbe come scopo quello di mobilitare l’opinione pubblica americana al fine di rallentare la diffusione della nuova rete al fine di consentire ai russi di recuperare terreno in questo campo sul concorrente americano.

La replica dell’emittente russa

RT ha risposto nei giorni scorsi al NYT che aveva evidenziato il collegamento tra la “propaganda” dell’emittente russa ed il Cremlino, facendo notare come altri importanti organi di informazione quali il Newsweek e CBS avessero già in passato sottolineato i potenziali effetti negativi che sarebbero potuti scaturire dall’utilizzo della nuova tecnologia, senza che le due testate ricevessero la stessa attenzione da parte del New York Times. Le offese di imparzialità e falsità nell’informazione sono state dapprima respinte dall’emittente “russa” appellandosi alla libertà d’espressione sancita dal primo emendamento della costituzione americana e successivamente ripagando il giornale della Grande Mela con la stessa moneta. Facendo riferimento ad alcuni articoli presi dall’archivio del famoso giornale americano nei quali Verizon, il principale provider per le telecomunicazioni wireless negli Stati Uniti, difendeva e promuoveva la nuova tecnologia, rendendo evidente, secondo RT, un evidente conflitto di interessi del NYT nell’esprimere le opinioni degli ultimi tempi.

Conflitti di tesi ed opinioni

Le due parti in campo basano le loro convinzioni sui dati oggi in mano dei ricercatori e su alcune inchieste avviate da alcuni organismi politici. Come avviene da qualche anno a questa parte le autorevoli ed ufficiali posizioni di professionisti della politica e scienziati ed enti scientifici competenti sono spesso accompagnate dal rumore di una platea poco educata alla conoscenza di una determinata materia e che esprimendo la propria idea, fa pressione a favore dell’una o dell’altra parte. Prima di passare alle implicazioni geopolitiche e commerciali legate all’eventuale adozione della nuova tecnologia, sarà opportuno presentare alcuni dati ufficiali sul tema, insieme ad alcuni pareri intorno allo stesso.

Le implicazioni meteorologiche ed ambientali

Il 5G è oggetto di ricerca della NASA dal 2018 ed è stato utilizzato prevalentemente per le comunicazioni spaziali. Ad oggi l’agenzia spaziale americana ed il NOAA, l’istituto meteorologico ed oceanografico degli USA, operano sulla banda dei 23,6 gigahertz e stanno portando avanti delle ricerche sulla banda dei 24 gigahertz, quella che verrebbe utilizzata dal 5G. Come confermato dai rappresentanti delle due agenzie durante l’interrogazione dei senatori Widen e Cantwell sarà importante valutare gli effetti di questa nuova tecnologia tanto nei lanci aerospaziali quanto sulle previsioni meteo. Il 5G consentirebbe previsioni accurate a 7 giorni anziché a 3 come avviene oggi, consentendo di prevedere varie calamità naturali ed eventualmente allertare per tempo la popolazione. Inoltre il volume e la velocità di trasmissione dei dati, con la nuova tecnologia, sarebbe enormemente superiore rispetto a quella attuale.

Gli effetti sulla salute

Se, quindi, il 5G, sembra offrire interessanti soluzioni in ambito meteorologico, le conseguenze sulla salute e l’ambiente sono ancora oggetto di attento studio da parte degli esperti, come confermato dalla NASA e dal NOAA. Intanto, il più importante organo mondiale che si occupa della tutela della salute degli esseri umani, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha comunicato che non ci sono evidenti collegamenti tra le radiazioni emesse dalla tecnologia 5G ed i danni alla salute degli esseri umani. Lo IARC, intanto, continua le sue ricerche per liberare il campo da ogni dubbio, partendo in alcuni casi da posizioni opposte a quelle dell’OMS. Molti scienziati affermano che il 5G opererà in un campo superiore ed opposto a quello dei raggi X e di altre forme di radiazioni, rendendole per questo motivo meno nocive delle altre. Al tempo stesso l’Istituto Ramazzini di Bologna ha effettuato degli esperimenti sui ratti, sottoponendoli per 19 ore alle emissioni del 5G, dalla fase prenatale alla morte spontanea, rilevandone gli effetti negativi. Per completezza d’informazione è necessario dire che alcuni ritengono che l’istituto non sia che una Onlus e che i dati raccolti dallo stesso non possano avere la stessa autorità delle conclusioni scientifiche a cui sono arrivati l’OMS o altri istituti maggiormente accreditati.

Funzionamento delle reti wireless

Secondo moltissime fonti, quindi, il 5G non presenterebbe rischi per la salute o, almeno, non ne presenterebbe molti di più, rispetto a quelli legati alle tecnologie oggi in uso. Quello su cui ci si interroga maggiormente, in realtà, non è legato alla radiazione in sé, quanto alla presenza ed alla densità dei ripetitori sul territorio che sarebbe necessario utilizzare. Per poter creare un campo omogeneo per il passaggio dei dati in modalità wireless servono, infatti, molte più antenne di quante ne servano attualmente. È come se, dopo aver collegato il vostro smartphone alla rete domestica, decideste di attivare anche le funzioni connessione dati, bluetooth geolocalizzazione e hotspot.

La guerra dei dati

Ma se già le attuali reti sono nocive, perché non ci si oppone unanimemente da subito all’introduzione della nuova tecnologia o ancor meglio, perché non si chiede di interrompere le emissioni presenti ed invitare chi ne sia gestore a limitare il danno arrecato da queste? Il punto sta, nel caso del 5G, che al di là della legittima preoccupazione e più o meno sincera di giornalisti e governanti per i danni che la nuova rete può recare alla salute, qui quello che è in gioco è il controllo su una nuova rete ed una nuova tecnologia e la gestione dei dati da parte delle principali superpotenze. Come ne “I signori della truffa”, infatti, le merci più preziose degli anni 2000 sono l’informazione e la comunicazione.

USA, Russia e Cina sul 5G

La rete di telecomunicazioni russa, stando a quanto sostiene il NYT, sarebbe molto indietro rispetto ad altri paesi e moltissime aree, escluse le grandi città, come ad esempio Mosca e San Pietroburgo, riscontrano spesso problemi di connessione. La politica Cremlino tenderebbe quindi a screditare la nuova tecnologia all’estero, mentre in patria Putin lavorerebbe allo sviluppo della stessa. Nel frattempo, in America, la guerra dei dazi con la Cina da un lato e la politica autarchica del governo Trump dall’altro tendono a spingere per l’introduzione rapida nel paese del 5G per un rilancio dell’economia americana e della sua crescita tecnologica. La nuova rete è un progetto al quale varie aziende lavorano già da alcuni anni negli Stati Uniti ed il governo non ha nessun interesse a interromperne il progresso o la diffusione proprio ora.

La Seconda Guerra Fredda

Tra Stati Uniti e Russia sembra essere in atto l’allestimento di una nuova Guerra Fredda. Ad una guerra fredda segue naturalmente una pace fredda. Gli Stati Uniti hanno portato avanti dopo la caduta del muro di Berlino, una politica tesa all’espansionismo economico e politico in varie parti del mondo, mentre la Russia, dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha progressivamente ricostruito la sua amministrazione e riorganizzando la società e ritornando ad essere un protagonista sullo scacchiere mondiale. I leader dei due paesi negli ultimi anni, con maggiore o minore intensità, sono tornati a sentire il bisogno di un nemico sul piano politico per fini propagandistici e di un competitor in campo economico per rilanciare la crescita dei propri rispettivi paesi.

La potenza cinese

Nel frattempo, all’interno del sistema capitalistico mondiale si è assistito all’emergere di nuove potenze, i BRICS, e tra queste un ruolo di primo piano è stato ed è ricoperto dalla Cina. Il paese asiatico da alcuni decenni ormai ha orientato la sua politica verso forme di “capitalismo comunista”, come direbbe Zizek, uscendo dal proprio isolamento ed entrando con forza nel mercato mondiale. Come diceva Daverio pochi giorni fa, “in pochi la Cina avrà 500 milioni di operai impegnati nella produzione”. È la presenza di questo “terzo incomodo” che rende l’avvento di questa Seconda Guerra Fredda, più complicato da decifrare e difficile da gestire.

Il Caso Huawei

Se, infatti, al momento, il contrasto con la Russia sul 5G si limita all’assunzione di differenti posizioni, pro o contro, da parte di diverse testate giornalistiche o da parte degli stessi governi, l’attenzione (e la preoccupazione) dell’America nei confronti della Russia è molto più forte e concreta. È dello scorso dicembre la notizia dell’arresto in Canada, su richiesta degli Stati Uniti di Meng Wanzhou, direttore finanziario ed erede del fondatore dell’impero delle telecomunicazioni Huawei. L’azienda cinese avrebbe uno strettissimo legame con il governo di Xi Jinping (come l’RT con Putin) e la presenza della Wanzhou sul territorio americano prima e canadese poi, fece pensare già allora che interessi non puramente commerciali l’avessero portata in America. Oltre alle accuse di spionaggio attraverso la rete degli smartphone Huawei, alla dirigente è stato anche imputato di aver violato le leggi statunitensi. L’azienda avrebbe, infatti, pagato per poter utilizzare la tecnologia americana, impegnandosi a non esportare successivamente i propri prodotti verso Cuba, Sudan, Iran e Siria, paesi sottoposti a sanzioni da parte del governo di Washington e con i quali l’azienda cinese avrebbe, invece, operato. Già prima di questi avvenimenti il mercato americano è stato “ostile” alla Huawei. Gli Stati Uniti sono, infatti, uno dei paesi dove è più difficile trovare uno smartphone di questa azienda.

Presente e futuro

È evidente quindi, che i dibattiti sulla salute, la battaglia portanti avanti da più fronti sul diritto e la libertà d’informazione, sono solo l’indizio oggi, di tensioni future che vanno maturando e, forse, di contrasti e conflitti futuri molto più pericolosi e profondi, una Seconda Guerra Fredda, fatta di dati e non più d’ideali.

Vittorio Musca
Vittorio Musca
Sono Vittorio Musca, ho 39, sono originario di Torchiarolo, in provincia di Brindisi e vivo a Bologna anche se negli ultimi anni per studio o lavoro ho vissuto in Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania. Ho conseguito due lauree. La prima in Scienze Politiche e la seconda in Lettere. Parlo inglese, italiano, spagnolo, tedesco e polacco. Mi piace leggere, prevalentemente classici della letteratura e della filosofia o libri di argomento storico, suono il clarinetto e provo, da autodidatta ad imparare a suonare il piano. Mi piacciono il cinema ed il teatro (seguo due laboratori a Bologna). Ho pubblicato un libro di poesie, "La vergogna dei muscoli, il cuore" e ho nel cassetto un paio di testi teatrali e le bozze di altri progetti letterari. Amo viaggiare e dopo aver esplorato quasi tutta l'Europa vorrei presto partire per l'Africa ed il Sud Est asiatico, non appena sarà concluso l'anno scolastico, essendo al momento impegnato come insegnante. I miei interessi sono vari (dalla letteratura alla politica, dalla società al cinema, dalla scuola all'economia. e spero di riuscire a dedicarmi a ciascuno di essi durante la mia collaborazione con peridicodaily.

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