sabato, Luglio 27, 2024

La sindrome da stanchezza cronica: la Giornata Mondiale

Il 12 maggio, il mondo ricorda la sindrome da stanchezza cronica. In realtà, la celebrazione di una patologia, nell’approfondimento su diversi aspetti che la riguardano. Dalla diagnosi della malattia, fino alle cause ancora non chiare e le possibili cure, di uno stato patologico che coinvolge la vita di molte persone.

La sindrome da stanchezza cronica: quali sono i sintomi? E le cure?

– prima parte –

La sensazione di una stanchezza continua, che neppure il riposo riesce a risanare. Anche dopo molte ore di sonno, la persona avverte una spossatezza sempre presente. Inoltre, gli impegni quotidiani affaticano ulteriormente la vita dell’individuo, con sindrome da stanchezza cronica.

Tra alcune sintomatologie della Cfs, uno stato debilitante dell’organismo, con un affaticamento inspiegabile della persona. Ancora oggi, non esiste la comprensione certa, sulle cause della patologia.

Secondo il parere dell’oncologo Umberto Tirelli, dell’Istituto Tumori di Aviano, la presenza della sindrome trova una definizione, in specifiche condizioni. In realtà, il paziente affetto da sindrome da stanchezza cronica, avverte una fatica persistente, per una tempistica di almeno sei mesi.

Di fatto, nonostante il riposo, la situazione fisica da Cfs aumenta anche negli sforzi minimi, con calo di efficienza sul lavoro e per ogni attività giornaliera di routine. Tuttavia, anche il livello di attenzione della persona diminuisce, a causa della stanchezza per la malattia. Ma risultano altre sintomatologie della Cfs, nella medesima durata di tempo.

– seconda parte –

A fronte di ciò, anche disturbi di memoria e della concentrazione, faringite, dolori alle ghiandole cervicali, ascellari ed all’apparato muscolo – scheletrico. A ragion per cui la persona che presenta tale sindrome, riscontra notevoli difficoltà nell’esecuzione della professione, con la riduzione delle attività occupazionali, personali e sociali.

Come diagnosi, il risultato della sindrome da stanchezza cronica, solo dopo l’esclusione di altre patologie. Secondo l’oncologo Tirelli, la ricerca medica ha fatto molto per lo studio della malattia e nella diffusione dell’informazione sulla patologia.

Anche oggi, in diversi istituti di Medicina proseguono le ricerche della Cfs, con diagnosi della patologia anche nell’ambito della professione medica, a differenza del passato. Un esempio recente giunge con un progetto sulla Medicina di genere, del Ministero della Salute Age.na.s (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).

A tal proposito, delle linee guida sulla Sfs da esperti medici (agenas.it/Fatigue Syndrome CFS). Mentre, l’oncologo esprime la rilevanza della cancer – related fatigue, cioè una tipologia di stanchezza cronica, per i pazienti oncologici nelle fasi post – intervento chirurgico, per asportazione di tumori.

Come cura per tali casi, avviene l’impiego di ossigeno – ozono terapia, con buoni risultati e la stessa soluzione riscontra successi promettenti, anche per la Cfs. Ecco un’affermazione dell’oncologo Tirelli, dell’Istituto tumori di Aviano: “Negli ultimi tempi abbiamo impiegato in 140 casi di Cfs e fibromialgia, l’ossigeno – ozono terapia. Abbiamo ottenuto una riduzione significativa della sintomatologia di affaticamento, nell’80 per cento dei pazienti”.

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