sabato, Maggio 18, 2024

La milizia libica rimorchia illegalmente rifugiati vulnerabili

La milizia libica Tareq Bin Zeyad rimorchia illegalmente rifugiati vulnerabili nel Mar Mediterraneo. La milizia è guidata dal generale Khalifa Haftar. Secondo gli analisti, Haftar vuole cercare fondi europei o accordi backdoor per trarne profitto.

La milizia libica di Haftar rimorchia illegalmente rifugiati vulnerabili

La milizia libica Tareq Bin Zeyad del generale Khalifa Haftar rimorchia illegalmente rifugiati vulnerabili che si trovano nel Mar Mediterraneo. Secondo quanto riferito dal Al Jazeera, la brigata Tareq Bin Zeyad, che è fa parte dell’equipaggio della nave che rimorchia e migranti, è un gruppo armato legato a numerosi orrori tra cui uccisioni illegali, torture, sparizioni forzate, stupri e sfollamenti forzati. Secondo le prove raccolte da Amnesty International, è guidata da Saddam Haftar, figlio del generale, sotto l’egida dell’Esercito nazionale libico (LNA) che controlla il tratto orientale.

Dalla fine del 2021, la brigata ha deportato con la forza migliaia di persone dalla Libia sudoccidentale, caricandole su camion destinati al confine con il Niger per “liberare” il Paese dai “migranti irregolari”. Agli espulsi viene negato il diritto di presentare domanda di asilo o di contestare la loro espulsione. Alcuni sono rimasti nel deserto senza cibo né acqua, ha scoperto l’organizzazione. Fino a poco tempo fa, la milizia non era nota per operare in mare. Ma gli account dei social media esaminati da Al Jazeera indicano il suo coinvolgimento in molteplici ritirate nel Mediterraneo da maggio.

Haftar in cerca dei fondi europei

Secondo gli analisti, i gruppi della Libia orientale che rimpatriano i richiedenti asilo via mare potrebbero cercare di trarre profitto dai fondi europei o dagli accordi backdoor.  Jalel Harchaoui, un esperto di Libia e socio associato presso il Royal United Services Institute (RUSI), ha affermato che i palesi ritiri miravano a ottenere “il riconoscimento come attore delle forze dell’ordine e il sostegno finanziario”. “Queste operazioni sono orchestrate per proiettare un’immagine anti-crimine a livello internazionale”, ha detto Harchaoui ad Al Jazeera.

Dal 2015, l’UE ha stanziato 700 milioni di euro al governo di Tripoli attraverso vari strumenti di finanziamento per “sostenere” il paese sulla migrazione. Di recente, l’UE ha firmato un accordo di “partenariato strategico” da 100 milioni di euro con la Tunisia che mira a combattere la migrazione irregolare e rafforzare i legami economici. Secondo Harchaoui, Haftar potrebbe cercare di posizionarsi come partner simile al governo di Tripoli e a quello del presidente tunisino Kais Saied sulla migrazione. Oppure potrebbe aver già raggiunto un’intesa con l’Italia o Malta e aver operato i ritiri a seguito di questi accordi informali. Quando la nave Tareq Bin Zeyad ha iniziato a operare ritirate a maggio, Italia e Malta hanno tenuto visite ufficiali con Haftar.


Leggi anche: Tunisia e UE firmano memorandum d’intesa

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